Il 5 giugno in Duomo la presentazione della sintesi del cammino sinodale di Faenza Modigliana
La Chiesa di Faenza-Modigliana ha partecipato con entusiasmo e impegno al cammino sinodale italiano e universale chiesto da Papa Francesco. La risposta del territorio è stata sorprendente sia per quantità e soprattutto per qualità e domenica 5 giugno alle 20 in Cattedrale sarà consegnata la sintesi del lavoro emerso dall’attività dei vari gruppi sinodali al vescovo della Diocesi, Mons. Mario Toso e sarà poi pubblicata. Vediamo insieme in cosa consiste il cammino sinodale e come ha partecipato la realtà del nostro territorio.
Che cos’è il sinodo
Il cammino sinodale, proposto alle Diocesi, è un cammino che ha trovato ampia accoglienza nel territorio di Faenza-Modigliana. A una prima fase di presentazione a settembre e di formazione nei primi mesi dei moderatori e segretari di ogni gruppo sinodale, ha fatto seguito da gennaio a marzo un periodo di ascolto in cui i vari gruppi hanno provato a rispondere a come portare l’annuncio di Cristo nel nostro tempo. Finita questa fase di ascolto è stata elaborata la sintesi che verrà presentata domenica 5 giugno. “Una sinodalità vissuta come comunione in cui giovani e adulti hanno dialogato tra loro”, ha detto la prof.ssa Alessandra Scalini, membro d’equipe. “Si è risvegliata una coscienza di comunità. Un grande bisogno di relazioni, affrontato anche il tema liturgico, la richiesta di formazione e il tema dell’annuncio, sono tra i principali temi emersi dai gruppi” ha detto don Michele Morandi, referente diocesano insieme a Cristina Dalmonte. “Da un modo di vivere stanco delle comunità e da uno stile autoreferenziale si è passati a uno stile di maggior corresponsabilità”, ha sottolineato il vescovo Mons. Mario Toso “La Chiesa è chiamata a essere fonte di un nuovo Umanesimo per poter svolgere funzioni di pace in questo tempo di guerra.”
La prima fase dell’ascolto
Sono state ascoltate più di 2.300 persone di ogni età, genere, condizione sociale e ambito di vita. Nei mesi da gennaio ad aprile si sono formati più di 100 gruppi sinodali. In tal modo sono raccolte le narrazioni dei malati e degli operatori sanitari, dei credenti di altre religioni, degli artisti e dei musicisti, degli scrittori e dei giornalisti, delle persone che hanno affrontato la tossicodipendenza, dei non credenti, degli universitari e dei giovani, delle persone con disabilità, degli insegnanti della scuola statale e paritaria cattolica, degli operai e dei disoccupati, degli imprenditori e dei cooperatori, dei politici e dei rionali, dei bambini e degli anziani, dei fidanzati e delle famiglie, degli adolescenti e dei loro genitori, dei presbiteri e dei diaconi, delle religiose, dei seminaristi, dei catechisti e dei volontari, dei divorziati e dei single, degli sportivi e dei migranti, dei poveri, dei movimenti, gruppi e associazioni, di tante parrocchie e zone del nostro territorio.
Alcuni dati
Il totale delle sintesi arrivate dai gruppi è di 110. Ogni gruppo ha organizzato in media 2,5 incontri: le sintesi che sono arrivate non sono semplici verbali, ma frutto di un cammino sul territorio, a contatto con le persone. Complessivamente sono stati coinvolte 36 parrocchie, 44 diversi ambienti di vita e 30 organismi diocesani, per un totale di 2335 partecipanti
(1133 maschi, 1202 femmine) con un età media di 45 anni.
Prima evidenza: un tessuto sociale da rammendare
I numeri sono chiari. Questa fase di ascolto ha permesso di risvegliare una viva coscienza di comunità. Sono state riallacciate relazioni e legami, rimettendo in dialogo le persone, dando uno slancio nuovo ed energico all’evangelizzazione, alle azioni caritative e associative sul nostro territorio. Le persone hanno fatto l’esperienza di essere cercate e hanno sentito che questo è lo stile della Chiesa. Ecco tracciati i prossimi passi della Diocesi: l’annuncio, l’andare a cercare le persone per proporgli la buona notizia di un Dio che è amore e la celebrazione, la Sua reale presenza in mezzo a noi. Questo stile sinodale della comunità cristiana ha una ricaduta immediata sul mondo sociale: le nostre comunità si rivelano centri creativi di cultura, di nuovo umanesimo propulsive di una progettualità politica con uno sguardo ampio, con uno sguardo sulla persona. Il nostro territorio sta chiedendo che la persona torni ad essere il centro della società civile, dell’agire politico, imprenditoriale, lavorativo, sociale, etc…Risulta perciò evidente che il cammino sinodale non è solo una manifestazione dell’essere chiesa: i componenti delle comunità cristiane sono inviati, sono mandati per entrare in dialogo con il territorio, per collaborare con il mondo civile e per costruire insieme a credenti e non credenti una società che abbia al centro la persona.
Il 5 giugno la consegna della sintesi a Mons. Mario Toso
Un segno del rinnovamento ecclesiale è l’evento che abbiamo programmato domenica 5 giugno, solennità di Pentecoste. Viene organizzato un incontro per i coordinatori dei gruppi sinodali sull’annuncio; poi in Cattedrale alle 20 ci sarà una celebrazione aperta a tutti dove verrà presentata la sintesi diocesana dell’ascolto di questi mesi. Quale segno della dimensione ecumenica dell’agire comunitario, a questa celebrazione si uniranno la comunità cattolica ucraina di rito bizantino, la comunità cattolica rumena di rito bizantino, la comunità ortodossa moldava e i rappresentanti di alcuni Comuni, tra i quali Faenza, Modigliana, Bagnacavallo. Una così ampia partecipazione simboleggia concretamente l’importanza del cammino intrapreso e lo spessore di questo particolare evento, che oltre al valore spirituale ed ecclesiale, ha un’innegabile importanza comunitaria e sociale per il nostro territorio