Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh
In seguito all’omicidio della figlia passato in sordina dalla polizia locale, Mildred Hayes decide di farsi giustizia affittando tre cartelloni all’ingresso di Ebbing, città immaginaria del Missouri, nei quali fa scrivere tre precise frasi che descrivono il terribile accaduto e il comportamento apparentemente disinteressato dello sceriffo Willoughby. Il gesto dà luogo a reazioni diverse: chi inizia a minacciare la tenace Mildred, chi tenta di smorzare i toni tra lei e la polizia e chi si unisce alla donna nella lotta alla giustizia. Martin McDonagh, all’anagrafe commediografo teatrale, torna al cinema dopo i precedenti In Bruges e 7 psicopatici, dirigendo e sceneggiando uno dei film più acclamati dell’ultimo periodo. Tre manifesti a Ebbing, Missouri è una riuscitissima miscela di commedia nera, dramma, poliziesco e noir, in grado di trattare la materia di cronaca nera con perfetta lucidità e straziante ironia.
Tre manifesti a Ebbing, Missouri: un film corale
Le origini teatrali di McDonagh si fanno sentire nella costruzione dei personaggi: oltre alla fortissima ma sconfitta protagonista, troviamo lo sceriffo Willoughby, destinato a un’uscita di scena prematura ma la cui presenza si farà sentire per il resto della pellicola, influenzando molti dei personaggi coinvolti; il violento e razzista agente Dixon, il quale andrà incontro ad un’evoluzione inaspettata; il nano James, un principe azzurro alternativo; la stessa famiglia di Mildred, disgregatasi in maniera irreversibile dopo la perdita della figlia. L’accurata caratterizzazione dei tanti personaggi rende l’opera un film corale, in cui un singolo evento che riguardava una singola persona diviene il perno dell’azione di tutti.
Le contraddizioni dell’America
La piccola e periferica cittadina di Ebbing, completamente inventata dal regista, si incarna anch’essa in un personaggio, con le sue contraddizioni, violenze e ingiustizie: in senso più grande rappresenta l’America stessa, sia quella che ricerca la giustizia a ogni costo (Mildred), sia quella violenta e cinica ancora intrappolata da pregiudizi e odio razziale (Dixon e sua madre). L’impossibilità di fare giustizia, condizione in cui molti riversano all’interno della narrazione, fa da motore a una serie di eventi conseguenti al gesto di Mildred.
Un film in grado di appassionare, sconvolgere e commuovere
Il film non risparmia colpi per nessuno e dichiara guerra aperta sia alle istituzioni che alla chiesa, eliminando ogni buonismo e alleggerendo il tono con un graffiante dark humour. Il regista non si accontenta di questo e scava ancora più in profondità, esplorando il dolore di una madre distrutta e dei personaggi che la circondano, in cui ognuno ha qualcosa da raccontare e condividere. Ne viene fuori un film completo di tutto, in grado di divertire, appassionare, sconvolgere e infine anche commuovere. Tre manifesti a Ebbing, Missouri è attualmente in proiezione al cinema Sarti di Faenza.
Alessandro Leoni