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La Cna contesta il Rue intercomunale: “Poco coinvolgimento”

La Cna della Romagna Faentina non è soddisfatta di come si sta portando avanti l’elaborazione del Rue intercomunale, il Regolamento Unico Edilizio che sarà utilizzato dalle amministrazioni locali per guidare lo sviluppo urbanistico ed edilizio del nostro territorio. Dopo una prima fase interna che ha visto il coinvolgimento dei responsabili del servizio urbanistica dei Comuni coinvolti (Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese, Solarolo e Brisighella), a partire dal settembre 2016 si è passati ad una fase di confronto e partecipazione con i liberi professionisti e le associazioni di categoria operanti sui territori coinvolti. Una situazione delicata, dal momento in cui i sei Comuni della Romagna Faentina condividono già un Piano Strutturale Comunale, redatto insieme nell’ormai lontano 2009, ma solo Faenza ha un proprio Rue, che definisce le linee di sviluppo a lungo termine. Il tema è quindi come redigere il Rue degli altri cinque comuni evitando incompatibilità e disomogeneità con quello di Faenza, ma al tempo stesso preservando le specificità degli altri territori di collina e di pianura. In questo scenario la Cna contesta lo scarso coinvolgimento, che avverrebbe a ridosso della fine dell’anno, non potendo consentire un vero dialogo sui contenuti dello strumento di regolazione urbanistica.

Cna: “Importante mantenere distinzioni collina e pianura”

cna-rue«Il confronto che si è aperto non è un atto formale poiché l’argomento centrale è lo sviluppo locale partendo dallo stato di fatto, dalla condizione di come si sono sviluppati i nostri centri abitati, dagli insediamenti produttivi e dalle infrastrutture che vi insistono e proponendo di adottare azioni che spesso sembrano volere modificare scelte precedenti» affermano i dirigenti dell’associazione di categoria degli artigiani. Un punto fermo sostenuto dalla Cna è che si debba abbandonare una visione vincolistica in cui il focus è solo sul rispetto formale delle procedure, ma al contrario sia opportuno tenere in considerazione anche da una parte il controllo di valutazione sulle compatibilità dei singoli interventi urbanistici e dall’altra la situazione complessiva del territorio dove sono insediate le imprese le imprese. «È indispensabile tenere conto dello stato di fatto, di quelle tante aziende che sono posizionate anche al di fuori delle aree artigianali, superare la logica vincolistica che sta ingessando l’esistente, col rischio di impedire alle attività di mantenere un proprio ruolo produttivo. Occorre, inoltre, mantenere distinta la situazione urbanistica fra area di pianura e area collinare, senza la quale le attività presenti in collina non avranno le condizioni per mantenere in essere il loro insediamento che consente occupazione in loco e mantenimento del territorio».

Le prossime settimane chiariranno quale potrà essere l’impatto delle valutazioni degli stakeholder nella definizione del nuovo Rue, che poi sarà la guida per il Piano Operativo Comunale (POC) che andrà a dettagliare le singole aree e le trasformazioni del territorio, secondo le indicazioni della legge regionale n.20 del 2000. In ogni caso l’ambito di riferimento dell’urbanistica sarà sempre più quello della Romagna Faentina, dal momento in cui dal 1 gennaio 2016 le funzioni in merito all’edilizia privata sono state conferite all’Unione dei Comuni (assessore all’urbanistica è il sindaco di Castel Bolognese Daniele Meluzzi).

Nel 2012 nasce l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina

Lo stemma dell'Unione della Romagna faentina: sei esagoni a rappresentare i sei Comuni: 3 di pianura e 3 di collina
Lo stemma dell’Unione della Romagna faentina: sei esagoni a rappresentare i sei Comuni: 3 di pianura e 3 di collina

L’Unione dei Comuni della Romagna Faentina è un ente sovracomunale di secondo livello a cui partecipano i sei Comuni del comprensorio faentino: si occupa di gestire servizi e funzioni dei Comuni in forma associata. Fra le funzioni già portate avanti assieme vi sono i servizi sociali, il personale, l’informatica e lo sviluppo economico. L’Unione è un ente di secondo livello perché non ha organi istituzionali eletti direttamente dai cittadini (come la Regione o i Comuni stessi), ma al contrario i suoi componenti sono designati fra chi ricopre già una carica negli enti locali di base. Quindi la Giunta dell’Unione è formata dai sei sindaci, con Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza, come presidente e Nicola Iseppi di Casola Valsenio come vicepresidente, e ciascun primo cittadino ha delle deleghe specifiche, sul modello degli assessori comunali. Il Consiglio dell’Unione vede invece dei consiglieri comunali delegati a partecipare: il presidente è Maria Luisa Martinez (già preside dell’Istituto Oriani) e al Consiglio partecipano esponenti del Pd, Lega Nord, Forza Italia, Sel, Insieme per Cambiare e M5S.

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