Divulgare vs informare: il caso “Bella ciao” nella scuola media di Faenza
Un docente di musica di una scuola media di Faenza ha salutato i propri ragazzi per le vacanze pasquali assegnando loro, come compito, quello di studiare la canzone “Bella ciao” e riprendersi in un video mentre la cantano. Un genitore, non condividendo la scelta e valutandola come propaganda politica, ne ha informato il consigliere manfredo ex-Lega, Gabriele Padovani, che ha divulgato l’accaduto ad alcune testate, aggiungendo un commento personale e la promessa di un’azione in consiglio comunale.
Quando ho letto il fatto mi sono chiesto se fosse o meno una notizia da divulgare. Mi sono fatto anche altre domande, che, magari, sono sorte anche in chi legge: Bella ciao è un canto di propaganda? A quando risale la creazione del testo? In cosa è simile o diverso da altri canti dello stesso genere? Per quale motivo il docente ha pensato a questo compito? Per quale motivo il genitore ha valutato educativamente inopportuno questo evento?
Al momento non si trova – nelle notizie delle principali testate – una risposta ad alcuna di queste domande. Alla luce di tutto questo, mi sono infine chiesto: era una notizia da dare?
Divulgare e informare: l’azione di una notizia
Mi dico spesso che, nella lingua italiana, la presenza di più verbi legati a un’azione simile vada oltre la semplice necessità di avere sinonimi. Ne sono un esempio i verbi divulgare e informare per i quali credo necessario, alla luce di quanto accaduto, fare una distinzione.
Divulgare ha il significato di “rendere noto al volgo”, alla popolazione, ovvero significa fare in modo che il più alto numero di persone venga a conoscenza di un fatto. Informare, invece, ha il significato letterale di “dare forma ai fatti”.
E’ possibile scrivere di ogni avvenimento – ovviamente se di interesse pubblico – cercando di compiere queste azioni: informare e divulgare. Certe volte, però, non si riesce a fare entrambe le cose e allora, quando una notizia è creata solo per “informare”, difficilmente raggiungerà la popolazione, perchè – appunto -scarsamente divulgativa. Se, invece, è fatta solo per “divulgare” un fatto, la notizia raggiungerà un vasto pubblico, ma senza “dare forma” ai pensieri di chi legge.
Quanto successo oggi a Faenza, non entrando ancora nel merito del fatto, al momento è stato solo divulgato e si è persa, ancora una volta, l’occasione di informare su quanto accaduto. Nelle prossime ore è probabile verrà ripreso da altre testate nazionali e, anche in quel caso, ogni giornalista sarà di fronte alla stessa domanda: è davvero una notizia? E sarà allora che ogni lettore potrà chiedersi: “mi è utile questa lettura?”
Francesco Ghini