ADOLESCENTI INTERCONNESSI – Un nuovo studio per risintonizzare giovani e adulti
Più di 1000 studenti, 550 adulti legati al mondo dell’educazione.
Questa è la base d’intervista dalla quale sono stati tratti i dati per redigere il rapporto “La qualità delle relazioni sociali in adolescenza nei comuni della diocesi di Faenza-Modigliana“. Presentato dalla Caritas lo scorso 4 settembre alla Sala San Carlo, questo studio che vuole essere un primo punto di partenza per mettere in atto nuove strategie operative in ambito educativo.
Le domande del questionario presentavano un particolare focus sui social network che tanto hanno modificato la realtà delle nostre vite negli ultimi anni. “Le relazioni on-line” cita lo studio “assumono sempre più importanza nell’esperienza dei nativi digitali (oggi è più probabile sentire un bambino dei primi anni di scuola primaria chiedere ai genitori di mandare un Whatsapp ai compagni per avere i compiti, più che fare una telefonata!), e non è più possibile considerarle come qualcosa di realmente “distinto/differente” dalle relazioni tradizionali”.
Recenti studi confermano che si diventa adolescenti sempre prima, addirittura già alle scuole medie (quando una volta qui si parlava solo di pre-adolescenti), con tutte le problematiche (ma anche le potenzialità) che questo fatto si porta dietro. Proprio a causa della velocità dei tempi, con questo rapporto ci si è voluti fermare un attimo per fare il punto della situazione, almeno all’interno del nostro territorio. Dargli un’occhiata può fornire tanti spunti di riflessione a insegnanti, educatori ma anche semplici genitori.
SEI PUNTI DI PARTENZA
Il rapporto vuole anche sfatare molti luoghi comuni sui quali gli adulti spesso si focalizzano, come quello che tende a demonizzare eccessivamente le problematiche adolescenziali come il bullismo o, appunto, l’eccessivo uso dei social network (alla fine dei conti la “casa degli amici” rimane ancora il luogo privilegiato d’incontro).
Sono 6 i punti riassuntivi con i quali si conclude (anche se di “conclusioni” non è forse corretto parlare) questo studio:
- Gli adulti guardano sempre più i lati negativi dei ragazzi che non i loro aspetti positivi,
- Gli adulti tendono a enfatizzare l’uso “disfunzionale” del tempo libero dei giovani,
- Collegato ai punti precedenti, gli adulti si concentrano di più sul risolvere i problemi dei ragazzi che non a valorizzare veramente quello di cui sono capaci,
- Le percezioni delle prepotenze variano tra adulti e ragazzi (gli adulti si focalizzano molto sulle prepotenze scolastiche, per esempio, che sono sicuramente più evidenti),
- I ragazzi pensano di poter contare sugli adulti più di quanto credono gli stessi adulti,
- Per gli adulti le nuove tecnologie sono una minaccia, per i giovani invece sono una potenzialità.
Questi i sei punti principali sui quali gli educatori del nostro territorio sono chiamati a riflettere. Già attraverso i CoderDojo, Buonsenso aveva provato a fornire strumenti utili per affrontare questo tema. Speriamo che da questa ricerca possano prendere il via nuovi spunti per far sì che adulti e adolescenti risintonizzino i loro linguaggi, sia che lo facciano attraverso una chat, sia attraverso parole e gesti concreti della vita di tutti i giorni.
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