INTERVISTA A GABRIELE PADOVANI – Candidato sindaco Lega Nord
INTERVISTA A GABRIELE PADOVANI
Candidato sindaco Lega Nord
Nome: Gabriele
Cognome: Padovani
Data di nascita: 25-08-78
Professione: agricoltore
Stato civile: sposato
Liste di riferimento: Lega Nord / Lista civica Padovani sindaco
Perché mi candido: per sopperire alla distanza tra politica e cittadino
Cantante preferita: Alanis Morisette
Da piccolo volevo fare il: camionista
Il posto più bello che ho visto: Costiera amalfitana
Il posto che vorrei visitare: New York
Una persona che ammiri: mio padre
Se penso a Faenza mi viene in mente: Bella, Pulita, Accogliente, Generosa, Viva, Partecipazione, Interessante, Simpatica, Lavoro, Giovane
1 DEMOCRAZIA – INFORMAZIONE
La prima parola che vorremmo trattare con lei è quella di “Democrazia”. Faenza presenta ben 9 candidati sindaco. Un’enormità. Non crede che questo sia sinonimo di scarsa progettualità e mancanza di coesione da parte delle rappresentanze politiche della nostra città? E non crede che questo non faccia altro che riflettere, più che aperture democratiche, un atteggiamento di chiusura e di mancanza di dialogo?
Ci sono sempre i pro e i contro. Più persone che partecipano all’attività politica attivamente vuol dire che è sentita. Però una certa polemica la si deve fare perchè nei programmi elettorali ci sono alcune tematiche che sono copiate. Non dico che noi copiamo e gli altri copiano, però è chiaro ci siano dei doppioni visto che ci sono ben nove candidati a sindaco, tredici liste, 264 candidati consiglieri. Si potevano fare alleanze naturalmente ma io, a mio malgrado, penso che a Faenza non siamo molto avvezzi a fare alleanze del tipo su come fare per vincere, non è che ci teniamo a vincere. Noi ci teniamo a cambiare: è diverso. Se per vincere dobbiamo cedere alcuni punti del nostro programma, non ci stiamo. Io sono una persona caparbia. Se devo cedere alcuni punti non mi sentirei bene (non lo troverei giusto).
Quali sono questi punti che avreste dovuto modificare?
Diciamo che sulle tematiche come le case popolari, gli asili nido, la sicurezza, è chiaro che ci dovrebbero essere almeno due spartiacque perchè esiste chi il sociale lo vede in un certo modo, che è riconducibile a una maggiore accoglienza, uguale per tutti. Noi invece riteniamo che chi paga da più tempo le tasse a Faenza dovrebbe avere più diritti, e questo a prescindere dall’etnia, perché ritengo che quel pezzo di casa popolare l’abbia pagata più lui che l’ultimo arrivato. Con ultimo arrivato non intendo solo lo straniero, questo è il concetto che vogliamo far passare. Naturalmente, l’ultimo arrivato per la maggioranza è straniero, ma non è una questione razziale. La questione di equità sociale secondo noi è questa. Certo esistono altre idee sull’equità sociale, che rispetto, ma non condivido. Ed è per questo che mi candido a differenza del loro programma, in contrasto al loro programma. Poi quando vedo altri candidati che cavalcano le stesse tematiche, io li chiamo doppioni. A Faenza siamo in particolar modo tre, che non ci vergogniamo di fare parte di un partito o movimento: io (Lega Nord), Bosi (Movimento 5 Stelle) e Santarelli (Forza Nuova). Non abbiamo quasi nulla in comune, però non ci vergogniamo della nostra appartenenza. Malpezzi è restio a dire che ha la tessera del PD, per non parlare di altri che si professano civici, con tessere di partito. Poi si presentano molto bene sostenendo che hanno delle altre liste in appoggio esterno.
In un contesto in cui una certa parte politica ha da anni la guida dell’amministrazione, secondo lei ci sono della responsabilità da parte della Lega per non portare avanti un progetto per vincere?
Noi abbiamo fatto un ragionamento ponderato, poi il 31 maggio se abbiamo sbagliato o no. Noi siamo proprio convinti di aver guadagnato nel non allearci con nessuno. Se abbiamo sbagliato sarò il primo a chiedere scusa. Io gli sbagli li pago sempre in prima persona. Potevamo allearci con il Nuovo Centrodestra (Grillini, ndr) qui a Faenza? Assolutamente no. E anche un alleanza con Forza Italia qui a Faenza non è vista bene. Noi in questo modo riusciamo a essere più slegati, slegati da certi vincoli, e anche l’elettorato proprio faentino lo percepisce meglio in generale.
Rimanendo su questo tema, come giudica le polemiche autoreferenziali di queste elezioni amministrative, le uniche che sembrano avere grande spazio nei giornali? Non trova tutto questo sintomo di una grave carenza di contenuti che si riflettono poi anche nei confronti pubblici?
Noi abbiamo fatto molti dibattiti e incontri con tutti e nove i candidati, alcuni con una buona partecipazione. Mi sono trovato in molti incontri in cui per me il 99% sapeva già chi votare, anche negli incontri nei quartieri. Secondo me i migliori dibattiti sono stati quelli di Reda e di Granarolo, perché è venuta gente curiosa anche indecisa, che voleva ascoltarci. Ai Salesiani c’è stata molta partecipazione, molti giovani, ma c’erano molte facce note tra il pubblico. Però le tematiche le ho trovate ormai da superare. Per dire per rispondere alla domanda sul Mic-Pinacoteca-Museo Malmerendi-Palazzo Podestà avevamo solo un minuto ed eravamo stati avvertiti prima di non andare a slogan, ma era difficile rispondere di quel tema in così poco tempo a disposizione. Riconosco il fatto che io mi sia trovato in difficoltà, perché non sono riuscito a parlare di tematiche così importanti è difficile. C’è chi è più bravo di me.
Forse è per il format dei dibattiti di questo tipo?
La penalizzazione dei dibattiti a nove è proprio questa. Essendo nove bisogna concedere gli stessi spazi a tutti e sei andato a slogan per forza. Vai a promesse. Non puoi parlare della sicurezza per 3 minuti.
Ci sono delle possibili soluzioni secondo lei per migliorare il livello dei dibattiti?
Per creare un dibattito vero ci vogliono meno candidati.
L’unico dibattito con meno candidati avrebbe potuto svolgersi al circolo Arci Prometeo..
Per quanto riguarda il dibattito al Prometeo siamo stati in silenzio. Non abbiamo protestato per quello che era il format. Abbiamo accettato l’invito. Sinceramente per il mio modo di fare quando mi invitano in un posto che non è casa mia, a casa di un altro, ci vado se lo ritengo opportuno, ma non impongo di invitare altri perché non è casa mia. Se fosse stata casa mia avrei invitato tutti.
Come giudica il livello di informazione a Faenza?
Vi è un vuoto che alcuni stanno cercando di colmare sul web, perché lì ci sono gli spazi. Sul cartaceo ho visto che il Movimento 5 Stelle si è lamentato di recente per aver avuto pochi spazi. Il cartaceo è un mondo a parte rispetto al web. Il web è molto più libero. Sappiamo benissimo che a Faenza alcune testate giornalistiche hanno le “loro” opinioni.
Qual è la colpa di tutto questo?
In generale a Faenza, visto che è lo stesso schieramento politico che governa dal dopoguerra ad oggi, i tentacoli sono ovunque. C’è sempre qualche referente dappertutto. Lo stiamo vedendo in questa campagna elettorale, ma immagino che sia così dappertutto. Io recrimino sul fatto che se si crea consenso finanziando i soliti amici, quando vengono a mancare certi soldi i soliti amici se ne vanno, calano. Se tu crei consenso tra la gente facendo percepire solo cose buone, magari la gente non lo percepisce e rischi di perdere le elezioni.
2 SICUREZZA – CENTRO STORICO
Veniamo al programma. Anche nel suo programma uno dei punti fondamentali è quello della “Sicurezza”. Nel nostro blog da tempo stiamo cercando di portare avanti una riflessione su questa parola, tra sicurezza reale e percepita, vari tipi di sicurezza e l’importanza che hanno i media riguardo questa tematica. Che cosa intende esattamente il suo programma quando si parla di “sicurezza”? E quali sono le priorità in tal senso?
Le priorità principali sono: aumentare le forze di polizia municipale, aumentare la video sorveglianza pubblica e privata, cose di questo tipo. Quello che mi preme di più però è creare una deterrenza. Tanta gente ci dice che in piazza dopo una certa ora in centro storico non si può più girare perché è frequentato da persone poco raccomandabili. Io non sto a giudicare se sia vero o falso. Stiamo parlando di trenta persone al massimo. Se la paura è quella di girare da soli io vorrei creare degli eventi che possano attirare gente nel centro storico, così arrivano duecento persone per bene e le trenta poco raccomandabili non le percepisci più. Questo è deterrente. Se le trenta persone sono delinquenti cambiano posto, perchè lì non possono più delinquere. E’ questo che ci vuole. Naturalmente è difficile. Questo è un altro punto cardine per la sicurezza. Anche eventi più semplici che non comprendano sempre la cultura di serie A o di serie B. A volte la seconda porta più gente della prima. Così facendo si crea deterrenza perché la presenza sul posto della persona civile allontana il delinquente.
Collegato a questo ci sono le problematiche sul centro storico…
La maggioranza dei delinquenti è lì. Sull’assegnazione delle case popolari noi vogliamo fare un controllo a tappeto, se vi è regolarità o irregolarità. Tante persone ci hanno detto che spesso le case popolari vengono sub-affittate.
Cosa pensa delle ronde?
Faccio una polemica. Vent’anni ci tacciavano, noi della Lega, perché le chiamavamo così. Adesso lo chiamano tam tam o assistenti civici ma è la stessa cosa. Ci hanno copiato, cambiando il nome. Però anche quello è deterrenza. Non girano con i manganelli, ma mandano messaggi con il cellulare. L’idea giusta non ha un colore politico.
Perché il centro storico è ritenuto un elemento ancora così importante per la città? E quali sono invece i motivi per cui il faentino-medio non lo frequenta più? Riteniamo che solo capendo le cause sia possibile trovare efficaci soluzioni.
Ho nostalgia di quando frequentavo il centro storico da giovane. All’epoca la piazza era sempre piena di giovani. Forse adesso si frequenta meno perché ci sono altri divertimenti, altro svago. Bisogna rivitalizzare il centro attirando i giovani per il format che loro richiedono. Non bisogna inventare eventi creati da vecchi per i giovani. I giovani potrebbero avere idee sia per loro sia per i vecchi. E’ il format che è sbagliato e non li attira in centro. “Tutti pazzi in città” è stato un format assolutamente sbagliato.
Case Manfredi. Come valuta possibili soluzioni per questo importante edificio? Il Comune ha comprato questo immobile nel 2001, e attualmente versa in uno stato di totale abbandono e a rischio di crolli. Il Comune sembra ora intenzionato a vendere… lei è d’accordo?
Il Pd dice di fare un nuovo Rue, si rifanno nuovi tutti i palazzi storici di Faenza. Io lì andrei meno sulle promesse. Sono palazzi nostri e dovrebbero servire per rivitalizzare il centro storico. E’ importante che il Palazzo del Podestà sia fruibile. Naturalmente non mi do un tempo, bisogna trovare le risorse. Collegandoci all’Unione dei comuni si potrebbe creare un percorso turistico. Tutti dicono che non si può bypassare la regione sui fondi europei. Non è vero, è più difficile. Ci sono i fondi europei per la cultura. Ci sono dei requisiti da ottenere per ottenere i fondi. Se non si riesce a bypassare la regione bisogna puntare sull’Unione dei comuni. Faenza ha la piazza più bella della Romagna, come sostiene anche Vittorio Sgarbi.
3 UNIONE DEI COMUNI – SERVIZI
Se lei fosse sindaco che ruolo avrebbe l’Unione dei Comuni? La gestione sovracomunale dei servizi è sempre più rilevante, a partire dalle forze di polizia, al trasporto, allo smaltimento dei rifiuti. Come presedierebbe un Unione con i comuni limitrofi e come si rapporterebbe con gli altri 5 sindaci del PD presenti?
Bella domanda. Infatti sarei in minoranza, rispetto agli altri sindaci. Però non mi fa paura. Potrei fare proposte nuove e migliori, distaccate da certi interessi. Se facessi delle proposte rivoluzionarie le comunicherei pubblicamente, le farei valere. Se un sindaco è dello stesso partito degli altri accetta qualsiasi diktat da Bologna e dalla regione, tipo il PD. L’Unione dei Comuni è importante per il turismo e per unificare la burocrazia tra i vari comuni.
Recentemente lei ha promesso l’abolizione delle rette degli asili nido a Faenza. Il costo, per i circa 130 bambini iscritti, sarebbe di circa 600.000 euro all’anno, senza considerare eventuali altre domande di iscrizione ad oggi insoddisfatte per mancanza di posti. Come garantirebbe le risorse necessarie per rendere gratuito il servizio educativo per la prima infanzia, che in un’ottica di mandato potrebbe costare oltre 3 milioni di euro?
E’ un impresa ardua abolirle. Ci vuole gradualità e tempo. C’è grande discrepanza tra la retta massima e la retta minima. Se le abbassano (le rette massime, ndr) vuole dire che avevamo ragione noi. Tra quelli che pagano 103 euro bisogna controllare meglio, perchè ci sono dei problemi insoluti. L’80% è di famiglie straniere, è un dato di fatto. Non è razzismo. Se un italiano paga 550 euro, lo straniero almeno deve pagare 103 euro. Vorrei abbassare le massime e alzare le minime. Lo standard è 270 euro. Chi paga la minima per la maggior parte sono gli stranieri.
Al momento a Faenza lo zenit sportivo è rappresentato dai Raggisolaris (che oggi dovrebbero trovare la matematica promozione in serie B, la terza categoria a livello nazionale, ndr.), dietro ci sono tante società a gestione totalmente dilettantistica, magari con le idee ma senza i soldi per svilupparle. Se venisse eletto, come pensa di poter aiutare le società a crescere?
Le piccole associazioni sportive litigano tra di loro. Bisogna unire le loro difficoltà, burocratiche, organizzative, economiche. Ci vuole professionalità nelle scelte. Il nostro progetto è portare tutto lo sport alla Graziola, anche il Faenza calcio. L’impianto è vecchio del 1971 ma bisogna sistemarlo. Con quali soldi? I soldi li aveva già trovati Malpezzi, 700.000 euro per il PalaBubani. Il PalaCattani ad alcune società costerebbe troppo, 8.000 euro, con la palestra. Se spostandoti al PalaCattani, e riuscendo a trovare il modo per pubblicizzare la cosa, magari porta pubblico in più e sopperiscono a questi costi.
Alcuni sostengono che il Pala Cattani non ha le caratteristiche che lo rendono fruibile alle piccole società…
Sì me lo hanno detto, perché ci va poca gente ed è grande e dispersivo. Ma se il PalaCattani lo riempiamo?
4 AMBIENTE – GIOVANI – EMERGENZA ROM
L’impianto di termovalorizzazione: reale problema o materia di campagna elettorale? Può spiegare ai nostri lettori qual è il reale problema riguardo Enomondo?
Forse non mi sono spiegato bene con Legambiente, perché ho meno capacità oratoria di altri. Io ho firmato per il comitato, che non è contro in assoluto verso l’inceneritore, perché mette dei paletti. Tipo vogliono fare un tavolo di incontro. Vi è disinformazione in città su questo. Bisogna dare ai cittadini un riscontro sul fatto che è vero o no che nel quartiere centro-nord vi è un’alta incidenza di malattie cardio-respiratorie. Se è vero bisogna rifletterci su. Bisogna capire se è l’incenerimento o se è per l’aumento del traffico. E’ la zona più trafficata di Faenza. Oppure se la causa è il riscaldamento delle abitazioni. Bisogna capire meglio prima di far bruciare dell’altro. Tra l’altro si parla di altro che non proviene da Faenza, ma proviene da fuori regione. Bisogna tutelare il nostro territorio. Hera è una multinazionale, è ovvio che l’incenerimento produce elettricità e business. La raccolta differenziata se fatta bene può portare posti di lavoro. Certo ci vuole competenza e impegno perchè è più difficile. Il dato allarmante è il dato che, come ho detto a Tele Romagna, su Faenza abbiamo un 56% di differenziato sulla carta, ma reale è il 42%. Cosa vuol dire? Il cittadino faentino differenzia al 56% ma Hera mette insieme nell’indifferenziato il 14%: quello è business.
A Forlì infatti ci sono stati problemi in tal senso…
Forlì sta portando avanti una linea difficile, vuole uscire da Hera. Ma lì vi è un patto provinciale in cui tutti i 32 comuni devono aderire. Il veto di un solo comune, anche piccolo, impedisce l’uscita da Hera. È difficile, però sono a 30 su 32…
Parliamo di Lavoro. Concretamente l’amministrazione cosa potrebbe fare su questa tematica in ambito giovanile?
Il Comune non può creare lavoro, torniamo al discorso dell’assistenzialismo e delle tessere di partito. Io rimodulerei tutto il sistema della tassazione. Vorrei valorizzare più il merito di certe associazioni rispetto ad altre. Può essere che faccio discriminazione, ma il più bravo deve andare avanti. Se io detasso in modo oculato creo indotto e le imprese creano lavoro. Così meno cittadini hanno bisogno di assistenzialismo. Far calare la spesa sociale, così investo soldi in altro settore. La Lega non è un partito di protesta, governa regioni e comuni. Forse ci sono delibere discutibili, ma anche altre che favoriscono il lavoro. Io non ho patti di alleanze con chi mi porta voti. Ad esempio l’associazione Papa Giovani XXIII non porta voti a me. Tutte le convenzioni che il Comune ha con loro sono da rivedere. Non è un discorso che il Comune non deve spendere soldi per risolvere il problema Rom. Il Comune ha speso da più di dieci anni per risolvere il problema Rom dandolo a terzi, la Papa Giovanni, ma non ha risolto nulla e si è incrementato il problema. Secondo me il problema Rom non deve esistere a Faenza. Con la professionalità si risolve il problema. Per me la Papa Giovanni in questo settore non è competente. Esistono in Italia associazioni competenti.
Come giudica la convenzione tra il Comune e la Fondazione Romanì?
La valuto positivamente, non mi nascondo dietro un dito. La Fondazione Romanì ha risolto il problema Rom a Verona. Ho parlato con loro e sono brave persone. Nel territorio faentino il problema sarà questo, ci tengo a dirlo. Nel 2014 l’Europa ha stanziato 300 milioni di euro sull’Italia per l’integrazione Rom. Si stanno già muovendo la Caritas e la Papa Giovanni per fare un progetto unitario al Comune di Faenza per poter attingere ai fondi. Così si escluderebbe la Fondazione Romanì. Quindi metteranno il bastone tra le ruote alla Fondazione Romanì. Cosa succederà dopo le elezioni? Loro rischiano di perdere le elezioni secondo i sondaggi e si venderanno al miglior offerente (il Pd). E la Fondazione Romanì non gli porta voti mentre la Papa Giovanni e la Caritas sì.
Spesso nei dibattiti si sente dire che voi risolverete il problema Rom con la “ruspa”… quale è il vostro progetto?
Il concetto base è che il Rom è una persona uguale a noi. Essendo uguale ha gli stessi doveri degli altri. Arrivano prima i doveri dei diritti per me. Prima bisogna dimostrare di essere delle brave persone. Bisogna sfatare il mito che il Rom è un poveraccio, è pieno di soldi. Se ha i soldi deve pagare: luce, gas, acqua e affitto. I bambini Rom devono andare a scuola, questa è integrazione. Bisogna fare un patto di legalità. Chi non lo rispetta è fuori (ruspa). Poverini no.
Cosa pensa dell’esperienza attuata dalla parrocchia di S. Savino con una famiglia Rom?
Non positiva perché fatta in quella maniera non è integrazione. Il pietismo e la carità fatta in quel modo non porta assolutamente a nulla. L’integrazione di una persona è responsabilizzarla ai doveri. Fargli capire che bisogna sudarseli i diritti e di conseguenza sei integrato.
Uno dei centri aggregativi molto discussi è il Capolinea…
Ci siamo informati della questione. Loro hanno una convenzione con il Comune, hanno quell’area gratuitamente, ma devono mantenerlo in uno stato di decoro. Penso che sia stata saltata assolutamente. Non la rispettano. Sono borderline. Nello loro statuto hanno tre cose: l’anarchia, slegati dal potere del denaro e antimilitarismo. Loro devono avere un mandato nello statuto e ogni sei mesi devi relazionare su cosa hanno fatto. Voglio vedere cosa relazionano su questi tre temi. Io sono dell’idea che devono stare fuori. Ruspa. L’ho detto anche al confronto al Sarti, Capolinea-ruspa. Ci hanno riferito che lì dormono le prostitute. Per me esistono associazioni più meritevoli che chiedono spazi al Comune e rispondono che non hanno spazi. Io l’ho trovato.
5 DIRITTI CIVILI – ETICA
Diritti civili, un dibattito ancora molto aperto nella nostra città. Faenza non ha ancora adottato un registro per le unioni civili per coppie etero o omosessuali. Quale è la sua posizione a riguardo? Secondo lei il sindaco deve fare prevalere le proprie convinzioni etiche o il volere della comunità?
Domanda spinosa che ha messo in croce Malpezzi. Io ho anche amici gay e non ho problemi verso di loro. Il problema è che se registri le coppie di fatto ci si collega al discorso delle adozioni. Io sono contrario alle adozioni alle coppie omosessuali dei bambini. C’è apertura anche nel centro-destra delle coppie di fatto. E’ per il problema delle adozioni il motivo per cui non si va avanti. La mia idea di famiglia naturale è composta da uomo, donna e figli.
E sul discorso etico da parte del sindaco?
Il sindaco può esprimere la propria idea, ma concretamente ci fa ben poco. E’ una derivazione nazionale a ricaduta. Il sindaco può agire secondo coscienza. Non penso che aprirò il registro per le coppie omosessuali.
Il motto della sua campagna è “un sindaco operaio”. Rispetto alla candidatura di Minardi di cinque anni fa lei si presenta in maniera molto diversa…
È un sintomo di cambiamento anche questo. Forse Faenza cinque anni fa non era pronta a una persona come me, meno più semplice e meno famosa di Minardi. Però magari cinque anni fa il faentino voleva un candidato di un altro spessore e di una certa fama. Magari ci siamo sbagliati allora. Sono scelte. Faenza ha bisogno di scelte coraggiose. Io riconosco che Malpezzi non ha fatto errori clamorosi a parte la polemica sulla famiglia naturale. Gli imputo di non aver preso delle scelte rischiose, solo contabilità. Io sono una persona che rischia se pensa di aver ragione.
Come giustifica la sua decadenza in consiglio comunale?
Io ho sbagliato. Mi sono preso anche colpe che erano mie. Se andiamo a vedere nell’effettiva realtà dei fatti nella regolamentazione del Consiglio Comunale, come si pronuncia il consiglio di stato in materia di decadenza, il Consiglio di Stato si pronuncia che “anche ad avvenuta notifica di un processo di decadenza se tu in venti giorni giustifichi e spieghi le tue ragioni al presidente del consiglio comunale, il consiglio di stato si pronuncia che la decadenza non è valida”. Infatti erano dovute solo a motivi di lavoro. Non ho fatto ricorso perché ritengo di aver sbagliato anche io. Vi era un vizio di forma ma il faentino vuole sapere se Padovani è in grado di governare Faenza, se le sue idee sono buone o no.
Pechè lei sindaco?
In primo luogo bisogna andare a votare. C’è un 15% di faentini che andava a votare ma adesso non ci va più. Con quel 15% si vincono anche le elezioni al primo turno. Se a uno non piace più la propria amministrazione si può anche cambiare. Se dopo cinque anni uno ha deluso i cittadini è giusto cambiarlo e votare un altro. Non votare un partito come se fosse la squadra del cuore.
A cura di Samuele Marchi e Alberto Fuschini