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Al via il progetto europeo AQUAGREEN sul cambiamento climatico

Soluzioni innovative nature-based, sistema di allertamento, living lab e partecipazione cittadina: sono solo alcune azioni chiave del progetto AQUAGREEN, Acquiring Urban Resilience Against Floods and Droughts: a novel citizen-powered integrated Green and Blue System, che ha preso ufficialmente il via il 1° dicembre scorso.

 

 

Il progetto e gli obiettivi

Ideato e sviluppato proprio a cavallo di un momento drammatico che ha colpito l’intera Romagna nella primavera 2023, AQUAGREEN mira a sperimentare azioni innovative per rendere le città più resilienti agli effetti del cambiamento climatico, con particolare riferimento a fenomeni metereologici estremi, quali nubifragi e picchi di calore. Anche il nostro Paese è ormai noto per essere un hotspot dei cambiamenti climatici, cioè un’area in cui le conseguenze del riscaldamento globale corrono più veloci e con eventi sempre più estremi e frequenti. Ripensare territori e città su modelli nuovi che possano resistere a ondate di calore e alluvioni non è un processo facile, né breve, e necessita di passaggi di sperimentazione e attuazione di soluzioni efficaci e innovative. In questo contesto si inserisce AQUAGREEN, che, guidato dall’Unione della Romagna Faentina, prevede la collaborazione di partner tecnici altamente qualificati, che concorreranno allo sviluppo e alla sperimentazione di soluzioni innovative di adattamento delle nostre città ai fenomeni metereologici estremi.

 

Gli interventi in fase di sperimentazione

 

In questa prima fase di sperimentazione, AQUAGREEN, si concentrerà su un’area verde di Faenza particolarmente colpita da fenomeni alluvionali, studiando soluzioni per lasciare infiltrare, trattenere, raccogliere e convogliare l’acqua piovana in un sistema di accumulo costruito in un’area rimodellata e riorganizzata come parco multifunzionale. Durante gli eventi piovosi, il parco accumulerà anche l’acqua piovana, che potrà essere riutilizzata per usi non potabili e per esigenze verdi e agricole, contribuendo al risparmio idrico e all’attenuazione delle situazioni critiche nei periodi più siccitosi. Questo modello integrato, collegabile al tessuto urbano circostante, può essere replicato in altre parti di Faenza e in altre città, costituendo una modalità scalabile. Saranno anche installati pannelli fotovoltaici per creare energia verde per il funzionamento delle pompe dell’acqua, durante gli eventi estremi, quando sono possibili blackout elettrici. Infine, saranno potenziati i sensori sia per i livelli idrometrici dei fiumi sia per rilevare dati pluviometrici che saranno utilizzati per rendere più efficace e tempestivo il sistema di allertamento alla cittadinanza, così come per costruire una base di dati utile per la individuazione e pianificazione di soluzioni innovative adeguate.

 

Il supporto cittadino e il budget a disposizione

 

Una larga parte del progetto è dedicata al costante e fattivo coinvolgimento di cittadini, comitati e portatori di interesse, non solo con numerose iniziative di informazione e formazione, ma anche con momenti di lavoro insieme, mirati alla coprogettazione di soluzioni e buone pratiche. I cittadini e gli stakeholder, supportati dall’Università di Bologna, saranno coinvolti attivamente nella riqualificazione naturalistica dell’area interessata. Il progetto, co-finanziato dal Programma EUI-IA (European Urban Initiative – Innovative Actions) ha una durata di 3 anni e un budget complessivo di circa 5,5 milioni di Euro. Il finanziamento è distribuito tra i 7 partner locali che fanno parte del consorzio (URF, Università di Bologna, IUAV- Università di Venezia, HERAtech S.R.L., CAE San Lazzaro, CON.AMI, Associazione Borgo Durbecco) e i 3 partner europei che saranno coinvolti nelle attività di trasferimento delle soluzioni innovative sperimentate. Il budget dell’Unione della Romagna Faentina ammonta a circa 2,4 milioni di euro, di cui circa 1,7 milioni sono dedicati alla progettazione tecnica e ai lavori per la realizzazione e sperimentazione delle soluzioni innovative.

 

Le parole dell’assessore Andrea Fabbri

 

“AQUAGREEN, per la sua natura di sperimentazione e di approccio su un’area limitata non è la soluzione ai problemi della città, ma è un passo importante nella giusta direzione, quella di intercettare anche fondi europei per sperimentare, valutare, approfondire e mettere in gioco, con l’aiuto di tecnici specializzati e multidisciplinari, azioni di messa in sicurezza e adattamento del tessuto urbano. Contro la sfida al cambiamento climatico non esistono scorciatoie ma lavoro, competenze, azioni e tecnologie da valutare e implementare”.

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