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Molto più che ‘vetrine’: Valentina Gasperini e i segreti del Visual Merchandising

Possono essere molto più che luoghi in cui esporre i prodotti: le vetrine dei negozi, affidandosi a professionisti competenti, possono far viaggiare in mondi lontani, attirando anche l’attenzione di chi cammina a testa bassa e in fretta e furia per la strada. Ecco allora che la cura della propria vetrina può fare la differenza, caratterizzando in maniera speciale il contesto urbano. Abbiamo parlato di questo tema con una professionista del settore, Valentina Gasperini, che ha curato, in occasione del Natale, diversi negozi del centro storico di Faenza. Nel 2008 consegue con il massimo dei voti il titolo da Vetrinista e Visual Merchandiser presso lo Studio Leonardo di Treviso, sede dell’Anvi (associazione nazionale vetrinisti d’Italia) e Udo United Display Organization – unione mondiale scuole vetrinisti. Iscritta all’albo nazionale vetrinisti d’Italia, nel 2009 inizia a lavorare per Zara Italia, con una forte crescita professionale, da coordinatrice Visual merchandising fino a responsabile generale di Zara Bologna. Nel frattempo si forma ulteriormente con un corso professionale di 200 ore per diventare esperta di moda. Nel 2017 intraprende carriera da freelance come vetrinista e visual merchandiser, creando e curando numerosi progetti di allestimenti vetrinistici artistici e impegnandosi come docente di arte vetrinistica e visual merchandising.

Intervista a Valentina Gasperini, vetrinista e visual merchandiser

Valentina, com’è nata la passione per questo lavoro?

La mia passione per questo lavoro è nata dal mio entusiasmo, fin da piccolissima, per le attività manuali, quando i miei giochi preferiti erano l’utilizzo di carta, forbici, colla e materiali vari. Ricordo che chiedevo ai miei genitori di acquistare libri inerenti alle creazioni con carta, piuttosto che giocattoli e che durante le mie feste di compleanno la parte per me divertente era la creazione di addobbi e l’allestimento di casa. Crescendo ho iniziato ad avere un amore nei confronti della moda, (probabilmente ereditato da mia nonna materna, che viveva in casa con noi e adorava abiti e indumenti eleganti) sfociato poi quando un giorno rimasi davvero emozionata davanti a una vetrina di Prada a Milano.

Com’è proseguita la tua formazione?

Dopo essermi diplomata come ragioniera iniziai a lavorare come impiegata amministrativa, scoprendo ben presto che non era la strada che volevo seguire, perché non dava per niente spazio alla mia creatività e non mi stimolava. Curiosando sul web scoprii l’esistenza di una vera e propria accademia d’arte vetrinistica e visual merchandising, così il giorno stesso decisi di iscrivermi. Ogni lunedì c’era lezione, con aula a Treviso, così impiegai tutte le mie ferie per prendermi i lunedì liberi e avere l’opportunità di formarmi. Ogni domenica prendevo il treno, dormivo a Treviso, la mattina seguente lezione, poi tornavo a casa. Dopo aver conseguito il titolo iniziai a mandare curriculum, poi venni contattata da Zara; fui subito assunta come coordinatrice Visual Merchandising, per poi avere una crescita professionale all’interno dell’azienda fino a Responsabile di Zara Bologna. Ho lavorato per questa azienda sette anni, mi hanno formata tantissimo, gli standard sono eccelsi, il lavoro davvero appagante e stimolante, ma poi per esigenze personali ho scelto di dare le dimissioni e iniziare un percorso tutto mio. Così a settembre 2017 ho iniziato la mia attività da libera professionista come vetrinista e visual merchandiser, aprendo un mio studio e iniziando veri e propri allestimenti vetrinistici artistici e impegnandomi come docente in corsi di arte vetrinistica.

In occasione del Natale hai curato diverse vetrine del centro di Faenza. Qual è il tema scelto quest’anno e come lo hai sviluppato?

Per il Natale di quest’anno ho deciso di collaborare con Faenza sviluppando il tema delle favole. A Natale tutti noi abbiamo un po’ voglia di tornare piccini… così ho pensato: quale tema potrebbe farci sognare, liberi, per un attimo, da pensieri e problemi, soprattutto in un periodo storico come questo? Ho presentato il mio progetto e in collaborazione con Faenza C’entro abbiamo proposto il tema agli associati del centro storico: sono stata in ogni punto vendita che aderiva, fatto un sopralluogo gratuito per capire meglio le esigenze del singolo negozio, poi ho presentato un progetto vetrinistico con una favola che potesse rispecchiare ed enfatizzare al meglio il prodotto del punto vendita.

C’è una vetrina che hai realizzato in passato di cui sei stata davvero soddisfatta?

Per quanto riguarda un allestimento di cui sono rimasta davvero soddisfatta, è stato in un negozio che grazie alla vetrina ha completamente cambiato e migliorato la propria immagine, apparendo un punto vendita di alta moda, con una vetrina artistica molto d’impatto ed elegante. Comunque prima dell’allestimento c’è tutta una fase progettuale, in cui sono molto meticolosa, in quanto step fondamentale per ottenere una buona riuscita dell’allestimento stesso. Finchè non sono convinta ed entusiasta del progetto, non procedo.

Qual è il primo consiglio che daresti per realizzare una vetrina accattivante?

Il primissimo consiglio che do è individuare il target a cui ci si vuole rivolgere e non esagerare con le quantità espositive. Purtroppo c’è il pensiero comune, assolutamente errato, “espongo tanto così i clienti vedono tutto”. Peccato che la mente umana resti colpita da un determinato numero di articoli, e che esponendo troppo prodotto non si riesca a valorizzare nulla perché, visivamente, la merce si perde. Quindi adeguate proporzioni tra spazio, prodotto e decorazione.

Altri espedienti da evitare?

Un altro frequentissimo errore è quello di non prendere adeguatamente in considerazione l’illuminazione. Un prodotto erroneamente illuminato può davvero perdere la propria attrattiva. Una vetrina ben realizzata può incrementare le vendite del 50 %, e’ il biglietto da visita e di presentazione di un negozio, se la vetrina non cattura attenzione il cliente non sarà invogliato ad entrare ed acquistare.

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