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Oltre 900mila euro dalla Regione a favore dell’Unione della Romagna faentina

Nuove risorse in arrivo per la Romagna faentina, maggiori di quelle dei precedenti anni. Con determina dirigenziale n.17947 il 7 novembre la Regione Emilia-Romagna ha erogato i contributi a favore delle forme associative dei Comuni, i primi a essere definiti secondo i nuovi criteri del Piano di Riordino Territoriale 2018-2020. L’Unione della Romagna Faentina, che dal 1° gennaio gestisce tutti i servizi per i sei Comuni dell’ambito territoriale (Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo), è stata premiata con 912.291 euro, oltre 200mila in più rispetto all’anno precedente. «Il nuovo Piano di riordino territoriale triennale 2018-2020 – ha dichiarato Emma Petitti, assessore regionale al Bilancio e al Riordino istituzionale – ci ha consentito non solo di introdurre rispetto al passato ulteriori elementi di premialità, ma soprattutto di cogliere tutte le peculiarità, le difficoltà e le capacità progettuali dei territori della regione».

La Regione riconosce il gran numero di servizi gestiti, la complessità territoriale e la “virtuosità” dell’Unione

Le Unioni dell’Emilia-Romagna.

I contributi regionali, che sono erogati agli enti in spesa corrente e senza vincolo di destinazione, sono calcolati sulla base di un complesso meccanismo che tiene conto di tre aspetti principali. Il primo è il numero di funzioni gestite dall’Unione e dal livello di avanzamento della gestione associata: si vuole incentivare il fatto che le Unioni svolgano molti servizi in nome e per conto dei Comuni aderenti, e che nel farlo si sia raggiunta una effettiva omogeneità, ad esempio approvando regolamenti o atti di pianificazione intercomunali oppure adottando le stesse tariffe ed aliquote per accedere ai servizi. Qui la Romagna Faentina ha totalizzato 110,94 punti, giungendo seconda solo alla Bassa Romagna (l’ambito lughese, che ha conseguito 138,75 punti) e prima dell’Unione Terre d’Argine (distretto carpigiano, 104,76 punti).

C’è poi un punteggio riconosciuto per la complessità del territorio, dal momento in cui la Regione ritiene che sia più difficile strutturare servizi associati in contesti molto differenziati: un maggiore punteggio va quindi alle Unioni che presentano una superficie molto ampia e/o superficie montana, Comuni medi assieme a Comuni di piccole dimensioni, oppure Comuni che hanno elezioni amministrative articolate su diverse annate (è il caso della Romagna Faentina, dove Faenza voterà nel 2020, Riolo nel 2022, mentre gli altri quattro andranno a rinnovo nel 2019). L’Urf, in virtù delle proprie caratteristiche territoriali ha conseguito 12,33 punti, tallonando Terre d’Argine che ha conseguito 14,93 punti.

Infine, la Regione attribuisce un punteggio di virtuosità, sulla base di alcuni elementi organizzativi considerati dirimenti: presenza di un dirigente con funzioni di direttore, sottoscrizione di progetti di sviluppo del territorio assieme agli stakeholder, approvazione di un unico piano per la trasparenza e l’anticorruzione. In questo caso l’Unione della Romagna Faentina ha soddisfatto tutti i criteri di virtuosità, aggiungendo altri 22,19 punti al proprio totale.

Aumentano le risorse regioni a favore delle Unioni e della Romagna Faentina

Nel 2018 la Regione Emilia-Romagna ha deciso di investire maggiormente sul sostegno alle 39 Unioni di Comuni attive, portando a 9,6 milioni di euro il totale delle risorse stanziate (+1,5 milioni rispetto al 2017), che si sommano ai 7,8 milioni (+0,5 milioni) erogati dallo Stato sulla base dei criteri definiti dalla Regione stessa. Per la Romagna Faentina negli ultimi cinque anni c’è stato dunque un netto aumento: 421.990 euro nel 2013, 571.507 euro nel 2014, 415.492 euro nel 2015, 626.788 euro nel 2016, 709.303 euro nel 2017. Il totale delle risorse ricevute dal 2013 ad oggi dai sei Comuni del comprensorio faentino raggiunge quindi i 3,6 milioni di euro.

Ma questi contributi non possono più darsi per scontati. Da una parte sono infatti collegati all’effettiva presenza di gestioni associate, dal momento in cui più funzioni si gestiscono e più compiutamente lo si fa, maggiori sono i contributi. Dall’altro la Romagna Faentina, in quanto unione “matura”, ha dovuto selezionare una serie di indicatori per misurare un miglioramento nella qualità e quantità dei servizi erogati, pena il calo dei finanziamenti. L’Unione si è concentrata sulla Polizia municipale (ad esempio garantendo un incremento delle ore dedicate a servizi esterni da parte dei vigili), sui servizi sociali (impegnandosi ad aumentare il numero di persone inserite in progetti a favore dell’inserimento di persone in condizione di fragilità e vulnerabilità) e istruzione pubblica (volendo assicurare un più alto accoglimento delle domande presentate per gli asili nido). Insomma, un percorso appena iniziato.

Andrea Piazza

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