Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici alla Bottega Bertaccini

Un libro che spazia tra filologia, linguistica e antropologia alla ricerca del senso della poesia in un mondo contemporaneo che sembra poterne tranquillamente fare a meno. Il volume “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici”, scritto da Samuele Marchi, rappresenta un nuovo contributo di lettura dell’opera del poeta marradese Dino Campana attraverso un metodo chiamato “etnofilologico” che vuole ridefinire la concezione dei testi letterari che spesso si ha negli approcci accademici. Il libro sarà presentato alla Bottega Bertaccini di Faenza giovedì 20 ottobre alle ore 21. La serata vedrà l’autore dialogare con la poetessa Rosarita Berardi e con le letture portate sulla scena dagli attori dei Fatti d’Arte. Non solo letteratura ma anche arte: all’evento parteciperà Agim Sako che ha realizzato alcune incisioni riprodotte nel libro e che esporrà dal vivo, sempre alla Bottega Bertaccini, alcune sue opere.

I Canti Orfici: il cammino e la scrittura

Le manifestazioni per i Cent’anni dei Canti Orfici che si sono svolte a Faenza nel 2014 hanno prodotto un vivace dibattito per quanto riguarda gli studi letterari sull’autore marradese, celebre non solo per le vicende poetiche ma anche per le tormentate vicende biografiche. Ai recenti studi di Stefano Drei ed Enrico Bandini si aggiunge anche il contributo di Samuele Marchi vuole essere una vera e propria mappa che affianca il viaggio umano e poetico di Dino Campana. La scrittura del poeta viene letta sia negli aspetti più prettamente culturali sia in quelli più antropologici e cognitivi, mettendo alla luce quel nesso tra scrittura e cammino fisico di cui è particolarmente intrecciato uno dei libri più significativi del Novecento italiano.

L’etnofilologia: il testo letterario come “traccia”

S.Marchi, Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici, Carta Bianca, 2016
S.Marchi, Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici, Carta Bianca, 2016

Quale è l’immagine di un filologo nell’immaginario comune? Lo si immagina recluso in una vecchia biblioteca e chino a scandagliare antichi manoscritti che interessano solo a lui con l’unico obiettivo di cercare di ricostruirne la cosiddetta “edizione critica“. Niente di più lontano dall’immagine proposta invece dall’etnofilologia, una disciplina rientrante nell’ambito dell’etnolinguistica e che è stata teorizzata dal filologo Francesco Benozzo. L’etnofilologia si propone di analizzare i documenti antichi secondo una prospettiva vicina a quelle dell’etnografia. Rispetto al metodo filologico tradizionale l’etnofilologia rifiuta un metodo autoritario nell’analisi dei testi e utilizza anche fonti non ortodosse come quelle offerte dai riti, dalla toponomastica e da ogni espressione della tradizione orale. L’etnofilologo, nel suo approccio al testo, utilizza uno sguardo “affettivo” e coinvolto in opposizione alla presunta “obiettività” e “neutralità” della filologia tradizionale. Si cerca poi di dialogare costantemente con i risultati delle altre discipline, in particolare l’antropologia, l’archeologia e le neuroscienze. A diffrenza di quanto accade spesso con la filologia accademica, i testi sono concepiti come “tracce” di qualcosa che sta dietro i testi e non come punti di arrivo di volontà di un autore. Una filologia dunque con lo zaino in spalla, pronta a esplorare quei sentieri che spesso trascuriamo preferendo il rassicurante “già visto”.

I due ospiti: Samuele Marchi e Agim Sako

Samuele Marchi è nato a Faenza nel 1987. Dopo la laurea in Lettere all’università di Bologna, ha frequentato il master Sviluppo creativo e Gestione delle attività culturali presso l’Università di Venezia collaborando successivamente con la società di comunicazione Blum. Nel suo libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” ha proposto una lettura della poesia di Dino Campana attraverso una prospettiva etnofilologica, cercando inoltre di valutare quale potesse essere il ruolo della filologia nella società contemporanea.

Agim Sako nasce a Lushnje in Albania nel 1982. Nel 2000 si trasferisce in Italia dove consegue il Diploma di Pittura ed Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2007 vince il Premio di Incisione Giorgio Morandi a Bologna ed il III Premio di Calcografia a Bergamo. Negli ultimi anni affianca alla sua attività artistica l’esperienze di laboratorio in Arti Grafiche presso le scuole. E’ socio fondatore dell’Officina della Stampa di Bologna e fa parte dell’A.L.I. (Associazione Liberi Incisori).

Il libro Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici è pubblicato da Carta Bianca editore.

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