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Terra Condivisa: volontari all’opera nel progetto di orto sociale a Castel Raniero

Accompagnare persone svantaggiate in un percorso verso l’autonomia lavorativa in un contesto di agricoltura sociale e a km0: è questo l’obiettivo del progetto “Terra Condivisa”, nato da una collaborazione tra la Caritas diocesana di Faenza-Modigliana e l’associazione Farsi Prossimo con l’idea di utilizzare il lavoro come strumento di integrazione attraverso l’attività agricola e la conoscenza del lavoro contadino. L’orto si trova tra le colline di Castel Raniero e ospita al momento due tirocinanti che quotidianamente vengono seguiti da un tutor e aiutati nel loro lavoro da diversi volontari che mettono a disposizione il loro tempo tanto nella cura degli ortaggi quanto nella distribuzione delle cassette che arrivano direttamente al compratore – tramite ordinazione su whatsapp o newsletter – e che vengono riempite settimanalmente ieri di fragole e cocomeri e oggi di zucche, radicchi e cavoli.

Il progetto favorisce l’inclusione lavorativa delle persone fragili

Competenza, passione e attenzione al mondo che ci circonda: dietro a quella che è una delle parole più semplici del vocabolario – ‘orto’ – ci sono in realtà ore e ore di lavoro che non può essere improvvisato; ma al tempo stesso quelle ore trascorse sul campo, con la pioggia e con il sole, danno vita a frutta e verdura che, grazie all’esperienza di chi la terra la conosce, hanno un sapore unico e diverso da quello che si trova nella grande distribuzione. E dietro a quelle ore di lavoro o ai 13 quintali di fragole prodotti quest’estate, Terra Condivisa crea relazioni, trasmissione di competenze e un legame col territorio che non si esaurisce in una semplice cassetta data o ricevuta.

Un campo che offre prodotti di qualità a km 0

Terra, lavoro e persone sono le parole chiave dell’orto, capace di unire tante storie che forse, altrimenti, non si sarebbero mai incontrate: dallo studente con tanta energia e voglia di mettersi in gioco al pensionato che può condividere la propria esperienza, dalle persone svantaggiate in cerca di una strada migliore a chi ha voglia di dedicare parte del proprio tempo alla comunità. Fondamentale, per la creazione dell’orto, è stato l’apporto di Roberto, in pensione ma con un passato da ortolano e oggi volontario. «Di questo lavoro mi piace tutto – spiega Roberto – ed è bellissimo avere la soddisfazione di piantare una piccola piantina e vederla crescere, prendendocene cura ogni giorno, sapendo che è di qualità». A lui, in particolare, il compito di trasmettere le proprie competenze ai tirocinanti. «Oltre alle conoscenze di base, insegniamo loro anche il fatto che bisogna essere sempre pronti a gestire gli imprevisti, dalle gelate alle talpe che vengono a danneggiare l’orto».

Diversi volontari aiutano a portare avanti il progetto di Caritas e Farsi Prossimo

Grazie alla competenza di Roberto, l’orto diventa anche un’occasione per sperimentare sempre nuovi ortaggi nel corso dell’anno. «Oltre agli ortaggi classici, il pomodorino giallo è stato una bella sorpresa ed è di ottima qualità. Perché questi orti sociali siano vincenti devono poter offrire prodotti particolari, non sempre presenti nei supermercati. Il bello del km0 è che tocchi con mano prodotti nati dal tuo territorio, e dietro a loro c’è un’attenzione diversa e unica; anche questo abbiamo cercato di trasmettere ai bambini tramite un open day che abbiamo realizzato subito dopo il lockdown e che sono sempre affascinati da gesti semplici ma importanti come piantare un ortaggio».

cassetta prodotti Terra Condivisa

Tra i volontari a fianco di Roberto c’è anche Francesco, giovane studente di Scienze agrarie, che ha conosciuto Terra Condivisa proprio durante l’open day. «Per me è molto importante dare una mano a questo progetto – spiega – perché è una realtà che tocca concretamente temi molto attuali: il lavoro, l’inclusione sociale e la valorizzazione del territorio. Per quanto riesco, nel mio tempo libero è bello poter dare una mano». Il lavoro dei volontari è molto importante nel preparare le cassette da distribuire in città, nella gestione delle serre e in tante attività manuali ordinarie che non possono essere trascurate. Recentemente l’orto ha iniziato a distribuire i propri prodotti non solo ai privati ma anche ad alcuni ristoratori della zona, come il Ristorante San Biagio e il Clandestino, inoltre, in caso di eccedenze, queste vengono recuperate attraverso, per esempio, le mense Caritas. L’Ecologia integrale, indicata come soluzione del nostro tempo da papa Francesco, passa anche da orti come quello di Terra Condivisa.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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