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Il Gruppo Tampieri entra nel settore BioTech acquistando il 90% della start up AgroMateriae

Si allarga il diametro del “cerchio completo” dell’economia circolare di Tampieri. È entrata a far parte del Gruppo la società AgroMateriae, una start-up ad altissimo contenuto tecnologico che valorizza e trasforma in modo innovativo gli scarti agro-industriali in nuove materie prime al servizio dell’industria della plastica e bioplastica.

AgroMateriae

Il primo prodotto proposto da AgroMateriae è il WinePLastics Filler (WPL), una polvere tecnologica ottenuta dagli scarti vinicoli attraverso diversi processi “green” che può essere miscelata in alte percentuali (fino al 60%) a tutte le plastiche e bioplastiche esistenti dando vita a nuovi materiali innovativi altamente sostenibili, performanti ed economicamente vantaggiosi. AgroMateriae nasce dopo tre anni di ricerche condotte nei laboratori dell’Università di Modena e Reggio Emilia e a seguito degli ottimi risultati ottenuti in scala laboratorio, deposita la domanda di brevetto per il WPL (2019) e si fa accreditare come start-up innovativa dall’Università di Modena con l’obiettivo di trasferire in scala industriale la propria tecnologia. In parallelo, tra maggio e ottobre 2020 partecipa all’Emilia-Romagna Start Cup con l’obiettivo di migliorare le proprie conoscenze gestionali e aziendali e nel dicembre 2020 risulta vincitrice assoluta del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), una tra le più prestigiose ed importanti competizioni per start-up d’Italia.

Nuove opportunità per il Gruppo Tampieri

“Tampieri ha iniziato da tempo un processo di analisi e validazione di nuove opportunità, al fine di affiancare alle attività storiche e mature nuove unità di business che allarghino le ricadute delle proprie competenze in tema di economia circolare.” – commenta Riccardo Losappio, CEO di Tampieri financial group – “L’ingresso di AgroMateriae nel Gruppo rappresenta il raggiungimento della prima tappa di questa ricerca, in linea con l’attenzione alla sostenibilità e l’apertura verso sfide innovative che sono da sempre tratti distintivi del nostro modo di fare impresa”. Ma qual è il valore aggiunto di questa tecnologia? Oggigiorno, la plastica, il secondo materiale più prodotto al mondo e indispensabile alla vita dell’uomo, è fortemente disincentivata da diversi fattori socio-economici e le aziende produttrici sono sempre più chiamate a produrre nuovi materiali sostenibili. Il problema di questa transizione è dato dal fatto che le bioplastiche, di cui si sente spesso parlare, sono in realtà molto costose, scarsamente presenti nel mercato ed in competizione con il cibo e non riescono quindi ad essere una soluzione efficiente. È in questo scenario che il WPL può rappresentare una soluzione concreta ed efficiente per tutte le aziende del settore plastica che vogliono o devono produrre nuovi materiali sostenibili e performanti ma anche economicamente appetibili. Il WPL deriva infatti da fonti rinnovabili e non in competizione con il cibo (100% based), aumenta la velocità di biodegradazione delle bioplastiche biodegradabili, rinforza meccanicamente la plastica a cui è miscelato e consente un notevole risparmio dei costi.
Inoltre, verranno prodotti diversi gradi e tipologie di WPL in modo tale da rispondere alle diverse esigenze e necessità tecniche di molteplici applicazioni del settore plastico. “L’ingresso nel Gruppo Tampieri ci consentirà di ottenere importanti volumi di produzione di WPL e di poter apportare un contributo significativo e concreto in questa delicata
transizione da economia lineare a circolare” – dichiara Alessandro Nanni, tra i fondatori di AgroMateriae e Consigliere di amministrazione – “Inoltre, grazie alla sinergia esistente tra il progetto AgroMateriae e il Gruppo Tampieri, avremo la possibilità di continuare le nostre attività di ricerca per riuscire a valorizzare e trasformare altri residui agricoli in nuove materi prime sostenibili, e di diventare così una piattaforma industriale capace di risolvere sia i problemi di gestioni degli scarti naturali delle aziende agroindustriali che i bisogni di nuovi materiali sostenibili del settore plastico”.

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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