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Il sindaco e il Pd difendono l’Unione della Romagna Faentina

Lunedì sera in Consiglio Comunale il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi ha difeso la scelta di associare la gestione di tutti i servizi comunali insieme agli altri cinque comuni del comprensorio faentino. Entro il 1 gennaio 2018 infatti anche le rimanenti funzioni in capo direttamente ai Comuni (segreteria generale, organi istituzionali, servizio legale, cultura, gemellaggi, edilizia sociale) saranno trasferiti all’Unione. Rispondendo all’ordine del giorno presentato in materia unitaria dalle opposizioni, il primo cittadino ha richiamato quali sono le motivazioni che hanno portato la maggioranza a intraprendere la strada di progressivo rafforzamento dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina.

Giovanni Malpezzi: “In linea col programma di mandato”

«Innanzitutto, il progetto che stiamo portando avanti è in linea con il programma di mandato» ha ricordato Giovanni Malpezzi, citando l’impegno specifico contenuto nelle proprie linee programmatiche, che prevedevano un ruolo di guida da parte di Faenza nell’unificazione di tutti i servizi amministrativi. Anzi, ha ricordato il sindaco, nel 2011 Forza Italia tramite la consigliera Raffaella Ridolfi sosteneva che tutte le funzioni andassero conferite nel 2013 o al più tardi entro cinque anni dalla costituzione dell’Unione. Un passaggio poi fatto proprio dal Pd e dalle amministrazioni dell’Unioni. «Perché ora il consigliere Tiziano Cericola, sostenuto anche da Forza Italia, ha una posizione opposta?» si è chiesto Malpezzi.

Più efficienza e più efficacia le motivazioni della maggioranza

Malpezzi è poi passato ad una elencazione di quali benefici potrà portare l’Unione dei Comuni e la gestione associata, riassumibili sostanzialmente in una maggiore efficienza (erogare gli stessi servizi a minori costi per i Comuni) e in maggiore efficacia (rispondere ai bisogni dei cittadini in maniera più compiuta).

Unione dei Comuni: dal 2017 riduzione di spesa di oltre 1 mln di euro

Secondo il capo dell’amministrazione faentina si avranno infatti economie di scala in una serie di servizi a fruizione trasversale, come il protocollo, il contenzioso, i contratti… risparmi che si manifesteranno per il passaggio da sette diverse strutture amministrative (i sei Comuni membri e l’Unione) ad una sola (quella dell’Unione). «Già oggi il servizio personale, conferito nel 2015, funziona con quattro persone in meno rispetto alla situazione precedente al trasferimento in Unione, cioè meno 23% della sua dotazione organica di allora» ha affermato Giovanni Malpezzi. Di pari passo, il conferimento nel 2018 porterà la segreteria generale a funzionare ugualmente con una riduzione di quattro dipendenti (meno 7,5%), che saranno destinati ad altri servizi ad erogazione al cittadino e alle imprese. Il sindaco ha poi ricordato che il totale dei dipendenti al 1 gennaio 2012 era di 548 unità, mentre al 1 gennaio 2017 sarà di 491 unità (-10,4%), implicando una riduzione di spesa di un 1.379.000 euro, frutto della gestione associata.
Per quanto riguarda invece la qualità dei servizi, Giovanni Malpezzi ha affermato che gli uffici unici dell’Unione consentiranno la specializzazione dei dipendenti, con evidenti benefici specie per i Comuni più piccoli (che avranno disponibilità di personale più professionalizzato, difficile da conseguire in dotazioni organiche di minore scala). Al tempo stesso la realizzazione di sportelli polifunzionali potrà portare ad aumentare gli orari di apertura al pubblico, oltre alla possibilità di accedere ai servizi indipendentemente dal Comune a cui ci rivolge, su tutto il territorio dell’Unione. Infine, con regolamenti unici e strutture uniche si parificherà l’erogazione dei servizi, portando ad una maggiore eguaglianza territoriale: “possiamo avere una vera parità di trattamento solo se omogeneizzando i servizi per tutti i cittadini”.

Gli aspetti politici dell’Unione

«Un territorio più vasto avrà un peso maggiore nei tavoli regionali, anche per l’accesso a maggiori risorse ed opportunità, potendo offrire anche una programmazione di area vasta», questo è l’auspicio del sindaco per il ruolo che la Romagna Faentina dovrà avere verso gli altri territori. E per quanto riguarda il tasto dolente, sottolineato con forza dalle opposizioni, di oggettivo svuotamento dei servizi e di diminuzione delle competenze dei Comuni, il sindaco non vede una riduzione degli spazi democratici. «Siamo tutti stati eletti, chi come sindaco e chi come consigliere comunale. Il confronto c’è: fra sindaci nella Giunta dell’Unione, fra Consiglieri nel Consiglio dell’Unione», per cui anche se la Romagna Faentina non vede organi eletti direttamente dai cittadini, chi ne fa parte ha ricevuto un’investitura democratica. L’integralità del conferimento serve secondo la maggioranza per evitare disomogeneità e doppioni, e se implica sì lo svuotamento dei Comuni, porta anche l’opportunità di costruire un nuovo ruolo di bilanciamento fra Comuni ed Unione. «Per gli assessori comunali si può pensare che assumano competenze più specialistiche su specifiche materie, ad esempio sul versante ambientale (rappresentando l’Unione nei tavoli dell’agenzia specialistica Atersir), oppure di deleghe come le pari opportunità, le politiche giovanili o l’urbanistica».

Insomma, un bilancio fortemente positivo quello che Giovanni Malpezzi vede per il futuro del territorio integrato dell’Unione. Riguardo ai passaggi futuri, il sindaco ha ricordato che un’impresa di consulenza (Sistema Susio) ha ricevuto il mandato di approfondire ipotesi di miglioramento relative al controllo di gestione, la comunicazione interna ed esterna, e la realizzazione degli sportelli polifunzionali. Il progetto, partito nella primavera del 201, si concluderà nella primavera 2019 e darà ai sei Comuni ulteriori elementi per un miglioramento dell’Unione.

Anche i democratici difendono l’Unione: il percorso semplificherà la vita dei cittadini

Non si è fatta attendere la nota in cui anche il Partito Democratico esplicita il sostegno all’Unione, arrivato anche in Consiglio Comunale con gli interventi del capogruppo Bosi e dei consiglieri Martinez e Ortolani. «L’Unione dei Comuni è un processo prima di tutto organizzativo, non certo una fusione politica, come qualcuno teme», affermano il segretario comunale Maurizio Randi e lo stesso capogruppo Niccolò Bosi. Secondo i due esponenti democratici «sono già consolidate in Italia le esperienze delle Unioni di Comuni già realizzate che godono dei benefici del risparmio, della sobrietà amministrativa e della maggiore competitività ed attrattività», una scelta richiesta anche dai rappresentanti delle categorie produttive e dei sindacati del territorio. Il Ps quindi, che governa in tutti i Comuni dell’Unione, sostiene fermamente la scelta della gestione associata ed il suo completamento integrale al 1 gennaio 2018.

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