Malpezzi incontra i suoi “haters”: scuse e la proposta di volontariato
Dopo circa due mesi dall’accaduto la vicenda degli insulti, offese e bestemmie rivolte al sindaco Malpezzi sulla sua pagina Facebook, a seguito della decisione di tenere aperte le scuole nonostante la neve dello scorso 26 febbraio (ne avevamo parlato qui), viene definitivamente chiusa. Infatti, i giorni dopo l’avvenimento il primo cittadino decise di reagire offrendo, al posto di una segnalazione all’autorità giudiziaria per il reato di offesa a pubblico ufficiale, l’opportunità di un incontro chiarificatore con gli autori dei commenti e le loro famiglie.
Venticinque colloqui che hanno portato a chiarire la vicenda
Il faccia a faccia con i cosiddetti “haters”, in gran parte minorenni, ha portato a venticinque colloqui – conclusi negli scorsi giorni – a cui ha fatto seguito la proposta di quindici ore di volontariato sociale ciascuno, da svolgersi tra maggio e settembre presso strutture per disabili o anziani non autosufficienti, in collaborazione con alcune realtà associative che operano a Faenza. Solo per due profili facebook invece, non è stata ancora possibile associare una corrispondenza e identificazione personale certa.
Malpezzi: “E’ giusto dare ora atto a questi ragazzi di essersi assunti le proprie responsabilità”
«L’invito al confronto – commenta il sindaco Giovanni Malpezzi – è stato raccolto quasi immediatamente da buona parte dei ragazzi e dei loro genitori. Durante i singoli colloqui a cui ho voluto fossero presenti l’assessore alle politiche educative Simona Sangiorgi e il comandante della polizia locale Paolo Ravaioli, tutti hanno ammesso lo sbaglio e accettato spontaneamente la proposta di un periodo di volontariato presso strutture per disabili o anziani non autosufficienti come risarcimento simbolico nei confronti della propria comunità. Dopo la censura di certi comportamenti è giusto dare ora atto a questi ragazzi di essersi assunti le proprie responsabilità, senza cercare scuse».
«Verrebbe da dire che non tutto il male vien per nuocere – prosegue Malpezzi – ma ammetto di essere ancora sorpreso dalla tanta attenzione che si è creata sulla vicenda. Ho ricevuto chiamate, messaggi ed email di sostegno un po’ da tutta Italia. In fondo quello di voler parlare e confrontarmi con i ragazzi è stato il gesto naturale di chi non può accettare impotente che maleducazione e totale mancanza di rispetto prendano il sopravvento. Vale per la responsabilità che riveste un sindaco, ma vale per tutti. Ognuno di noi ha precise responsabilità educative non derogabili, ad iniziare dalla famiglia e nel proprio lavoro. Come ci raccontano gli episodi di bullismo nelle scuole di questi giorni e come dimostrato anche nel recente Festival Comunità Educante, recuperare questa consapevolezza è senza dubbio una delle sfide più importanti che ci attendono».
Il nostro commento: “In questa vicenda Faenza passa dal virtuale al reale”
La vicenda e le scelte di Malpezzi che fin da subito avevano suscitato un acceso dibattito tra i faentini e anche l’attenzione dei media nazionali – la notizia è stata ripresa e commentata tra gli altri dai quotidiani la Repubblica e Corriere della Sera, da Radio24 e da Canale 5 – si conclude positivamente e di questo bisogna darne merito al sindaco. Infatti, in questo preciso caso, Giovanni Malpezzi, ha compiuto una precisa azione che ha fatto uscire dal “virtuale” riappropriandosi – lui stesso e quei ragazzi – del “reale”. Malpezzi non si è limitato alla semplice condanna mediatica, come spesso accade, ma ha speso tempo per “educare” una parte della cittadinanza. E’ interessante come per mezzo di questa vicenda si sia probabilmente creata anche un’occasione d’incontro e di confronto fra genitori e figli, non sempre facile a quell’età. Famiglie, giovani e amministrazione, una triade su cui tutti parliamo e speculiamo, ma che oggi, a seguito di quello che è successo, capiamo un po’ meglio come attuare e Faenza, almeno per questa volta, può insegnarlo a tutta l’Italia.
Francesco Ghini