“Scuola e sport allenano alla vita”: riflessione di una giovanissima sportiva faentina
Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. È una di quelle frasi che non possono essere smentite. Lo scorso 2020 ha rimesso al centro di molti dibattiti il legame tra lo sport e la scuola. Dalla chiusura delle palestre e il divieto di allenarsi in gruppo, alle regole per svolgere educazione fisica nelle scuole, la questione sportiva ha interessato esperti del mondo del settore e psicologi sull’importanza di fare attività fisica soprattutto in giovane età. Ovviamente però i diretti interessati all’argomento sono gli studenti. Ecco perché abbiamo voluto chiedere a una nuotatrice agonista, ex alunna del liceo classico di Faenza ora al primo anno di università, Martina Panzavolta, di riflettere con noi su questo tema.
Intervento di Martina Panzavolta, nuotatrice agonista ed ex liceale faentina
Lo sport è una passione vitale, un’energia dischiusa, è movimento, divertimento, sfogo.
Crescere senza sport è un po’ come mangiare le tagliatelle senza il ragù: sono buone lo stesso, ma manca qualcosa. Un ragazzo che non ha la possibilità di frequentare una squadra di calcio o un corso di nuoto coltiva sé stesso a metà.
Lo sport è fondamentale perché ci regala l’opportunità di stare bene, ci insegna che qualsiasi risultato va conquistato, ci mostra i nostri punti deboli e ci rende consapevoli dei punti di forza. Non è necessario essere campioni per essere sportivi, è invece fondamentale essere dirompenti e coraggiosi.
Alcuni ragazzi credono al pregiudizio che qualcuno ha ingiustamente postulato: lo sport ruba il tempo allo studio. Che grave errore! Gli antichi dicevano mens sana in corpore sano, di loro bisogna fidarsi! Da irriducibile sportiva confermo questa tesi. Sono convinta che un buon allenamento sia da stimolo alla concentrazione, non sarei riuscita ad affrontare cinque anni di liceo classico se non avessi avuto la possibilità di fare i miei cinque allenamenti a settimana. Se il fisico non è stimolato insieme alla mente anche i libri possono diventare pesanti.
Certamente è sempre utile elogiare i benefici e il benessere che lo sport ci regala, ma è soprattutto importante trovare il tempo e il modo di fare attività fisica anche in questo periodo difficile.
L’anno 2020 ha messo in ginocchio lo sport e l’inizio del 2021 non sembra promettere immediate facilitazioni. Oggi siamo tutti più rigidi nel fisico e nella mente, non ci sentiamo in grado di reagire e ci ritroviamo, inermi, davanti a tutto quello che non possiamo governare. Guardiamo il mondo e ne prendiamo atto. Se c’è una cosa che mi spaventa è l’arrendevolezza. Dopo anni di nuoto agonistico ho imparato che mollare è da perdenti: nello sport e nella vita è necessario lottare. Ed è questo che, nel mio piccolo, chiedo agli altri: resistete.
Se gli adulti riescono a convivere con questa situazione stressante, non si può dire lo stesso di bambini e ragazzi. La vitalità per eccellenza viene soppressa, ne risentirà un’intera generazione.
La mia speranza è che i genitori continuino ad educare i figli allo sport anche in un periodo di emergenza. Se c’è una cosa da sottolineare è che lo sport è cultura, cammina di fianco alla scuola perché è una forma di crescita personale e di istruzione. Scuola e sport allenano alla vita: qualcuno prima o poi se ne accorgerà e spero non troppo tardi.
Per la rubrica “Per chi suona la campanella…” a cura di M. Letizia Di Deco