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Ripresa a scuola, come la vivono docenti e studenti faentini?

Ingressi delle classi differenziati, intervallo da trascorrere senza alzarsi dalla sedia e tanti piccoli, importanti, accorgimenti per continuare a vivere la scuola in presenza nonostante il Covid. È ripartito l’anno scolastico sul quale, nelle scorse settimane, c’erano molte incognite su come avrebbe risposto alle sfide del Coronavirus. Una sfida che però andava affrontata senza ‘se’ e senza ‘ma’: i mesi di didattica a distanza hanno evidenziato come la scuola, la vera scuola, sia soprattutto quella in presenza; dall’altra parte era prioritario garantire sicurezza sanitaria e regolamenti precisi in collaborazione con Ausl e le varie Amministrazioni. Il 14 settembre scorso è sembrata così passata un’era dall’ultima volta che docenti e studenti si erano visti in classe, probabilmente una delle situazioni più banali del mondo prima del Covid. Tra i sorrisi, nascosti dalla mascherina, di chi si rivede a scuola dopo tanti mesi e le difficoltà quotidiane di rispettare scrupolosamente i protocolli, qual è il bilancio della prima settimana di scuola negli istituti scolastici faentini da parte di docenti e studenti?

L’importanza di regole chiare e condivise negli istituti

«Su alcuni aspetti dobbiamo ancora prenderci le misure, ma complessivamente il rientro è stato positivo – spiega Annalisa Poli, docente dell’Istituto Persolino-Strocchi – E’ stato emozionante rivedere studenti e colleghi di persona, e ho notato in generale un clima molto buono. All’inizio gli studenti erano un po’ timorosi riguardo alla nuova situazione, anche perché alcuni hanno vissuto questo periodo con paura dato che diversi di loro sono entrati direttamente a contatto con casi Covid. In generale però sono molto contenti di essere tornati a scuola e, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, sono in realtà molto coscienziosi della situazione». Dalla prima settimana di scuola un primo dato positivo è quello che ha visto non aumentare i casi di dispersione scolastica dopo i mesi di assenza imposti dal Covid (cosa che invece era avvenuta in diversi istituti, in particolare professionali, durante i mesi di lezione online); inoltre la didattica a distanza, pur nelle sue criticità, ha fatto scoprire diversi strumenti per favorire l’inclusione di studenti disabili o in difficoltà.

Dirigenti e Ausl in contatto quotidiano per monitorare i casi

Fondamentale, per gli istituti, indicare poi regole chiare e precise tanto ai docenti quanto a famiglie e studenti, ed è forse in questo che si gioca la partita decisiva. Alla scuola elementare Gulli gli alunni di una classe, prima di entrare nell’istituto, vengono predisposti in delle apposite ‘batterie’ segnalate con dei ‘pallini verdi’ disegnati per terra in attesa che il docente faccia l’appello, e così al Persolino-Strocchi le varie classi entrano da diversi ingressi per non incrociarsi tra loro. Ogni mattina, nei primi minuti, vengono consegnate agli studenti le mascherine e sono state fornite poi indicazioni precise nel caso uno studente si senta poco bene durante le ore di lezione, predisponendo apposite aule di isolamento comunque sorvegliate. «Si è lavorato tantissimo durante l’estate – prosegue la docente – e dirigenti e Ausl sono in contatto quotidiano per monitorare ogni singolo episodio e intervenire prontamente grazie ai tracciamenti». Nel caso vengano riscontrate delle positività al Covid, anche durante la quarantena di 14 giorni la scuola non si ferma e, a differenza del febbraio scorso – quando di fatto ogni singolo docente e istituto improvvisò le proprie modalità di fronte a questa nuova situazione – ora il mondo scuola è pronto a partire subito, se fosse necessario, con la didattica a distanza, le cui ore varranno, a tutti gli effetti, come orario normale.

Le opinioni di alcuni studenti delle superiori

«Il rientro è stato abbastanza positivo, è stato bello rivedere gli altri compagni anche se le limitazioni si fanno sentire – dichiara Giacomo, studente dell’Itip Bucci – i contatti con gli altri studenti in classe sono molto minori. Ho trovato i professori giustamente molto severi per quanto riguarda il rispetto delle regole». A differenza del Persolino-Strocchi, dove viene garantita la sanificazione costante dei laboratori per farli utilizzare agli studenti, al Bucci al momento non c’è questa possibilità. «Trovo molto limitante il fatto che non possiamo utilizzare le aule e i laboratori di informatica – spiega Giacomo – che per il nostro percorso di studi sono molto importanti».

«Al momento la ripresa delle lezioni sta andando bene» afferma invece Alice, studentessa del liceo faentino. Anche al Torricelli-Ballardini vengono distribuite giornalmente le mascherine, che però devono essere utilizzate anche mentre si è a posto, «è sicuramente molto difficile indossare sempre la mascherina anche mentre siamo al banco – commenta Alice – Per il resto, trovo positivo che alcuni strumenti digitali che abbiamo utilizzato durante la didattica a distanza siano stati mantenuti, come la piattaforma Classroom». In generale, scuola promossa dunque in questa prima settimana. Ora però non ci si deve adagiare sul buon voto di questi primi giorni, le “interrogazioni” più difficili arriveranno nei prossimi mesi.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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