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Scambio di residenze d’artista fra Faenza e Tel Aviv in corso al Museo Zauli

Entra nel vivo lo scambio di residenze ceramiche tra Faenza e Tel Aviv. Il Museo Carlo Zauli ospita la parte italiana di questo progetto di scambio e di crescita destinato ai giovani artisti nato in occasione della mostra Ceramics Now, dove Marcelle Klein , fondatrice del Benyamini Contemporay ceramics center, aveva portato l’artista Efrat Eyal. Questo incontro con la creatività israeliana si inserisce in un progetto che il Comune di Faenza e AiCC (Associazione italiana Città delle Ceramiche) stanno costruendo per promuovere a livello strutturale lo scambio di esperienze tra le rispettive identità culturali. Oltre ai due artisti faentini a Tel Aviv, Elvira Keller e Ana Hillar, e ai due giovani ospiti del museo, Reut Rabuah e Rani Gilat, il programma prevede altre due residenze nel 2020 e 2021, coinvolgendo altre due città delle ceramiche. La residenza dei due artisti israeliani è partita il 15 ottobre e si concluderà il 30 ottobre, con successiva presentazione finale al Museo Carlo Zauli il 29 novembre alle ore 21, con l’esposizione delle opere anche delle artiste faentine.

Due ceramiste faentine, Elvira Keller e Ana Hillar, in Israele; Reut Rabuah e Rani Gilat da Tel Aviv a Faenza

«Sono molto soddisfatto di questo scambio di residenze – commenta Massimo Isola, vice sindaco di Faenza e presidente AiCC – A Faenza sono arrivati da una settimana Reut e Rani, due artisti e ceramisti israeliani molto giovani ma già molto maturi. Stanno lavorando nel laboratori del Museo Zauli (lui al tornio, lei con un lavoro più scultoreo) confrontandosi con i nostri materiali e con la nostra storia e il nostro presente ceramico. Hanno visitato il Mic, stanno conoscendo i nostri ceramisti e il territorio. Contemporaneamente, a Tel Aviv, la stessa cosa accade per Elvira Keller e Ana Hillar, in residenza nel prestigioso Benyamini Contemporay ceramics center. E, a fine novembre, vedremo i risultati di questo scambio, con le opere dei quattro artisti coinvolti, in mostra a Museo Zauli. Si tratta della prima tappa di un progetto che crescerà e coinvolgerà altre città italiane nella rete di AiCC, con l’obiettivo di creare ponti e occasioni di confronto, dialogo e crescita per i nostri ceramisti. Le residenze sono occasioni per produrre, ma anche per staccarsi temporaneamente dal proprio lavoro quotidiano in bottega e fermasi a riflettere sul proprio percorso artistico, grazie al confronto con altre realtà: di questa riflessione i nostri artigiani hanno bisogno per raffinare i percorsi di ricerca e produrre nuove opere e nuove estetiche, in linea con il cambiamento dei tempi e del gusto».

I due artisti israeliani ospitati al Museo Carlo Zauli

Reut Rabuah

L’artista, nata a Beer Sheva, vive e lavora a Tel Aviv. Di sé racconta: «Il mio percorso nella ceramica, diventato una professione, nasce da una coincidenza. Andai a un open day alla Bezalel Academy, con l’idea di iscrivermi al Dipartimento di Design Industriale; ma poi, con un amico, visitai il Dipartimento di Ceramica e Vetro e da quel momento la mia vita è cambiata. Lì ho deciso che mi sarei dedicata alla ceramica: senza nessuna esperienza ma con una grande urgenza creativa nelle mani, ho iniziato il mio percorso artistico nella ceramica artistica, pescoso che continuo a portare avanti oggi nel mio studio. Nel mio lavoro, sono curiosa di sperimentare e unire materiali diversi, ceramici e non ceramici, creando opere che invitano lo spettatore a esaminare una estetica delicata attraverso elementi ruvidi, a sentire le superfici caratterizzate da texture materiche uniche, margini taglienti e cuciture (a filo) visibili. Il processo di ricerca è per me un modo per trovarmi e ri-trovarmi, ogni parte del mio lavoro simboleggia qualcosa nel mio percorso artistico, e ogni parte che aggiungo ha significato come le precedenti».

Rani Gilat

Dopo una formazione alla Bezalel Academy of Arts di Gerusalemme e all’Università di Tel Aviv, si specializza in tecniche particolari di cottura per la ceramica e nella lavorazione della porcellana. Dal 2012 al 2017 è stato direttore della Israeli Ceramics Association ed è fondatore di “The Gilat Project: Ceramics Art Through Emotions”, progetto di sensibilizzazione per la comunità Hiv in Israele. Al momento insegna al Benyamini Contemporary Ceramics Center nel suo studio, con corsi di tornio per principianti e per professionisti. Di sé racconta: «Nel mio lavoro, ricerco la purezza e la semplicità della forma. Lavoro principalmente la regina delle argille, la porcellana: il bianco, la traslucenza e la forza di questo materiale mi affascina e mi attira. I pezzi sono cotti in atmosfera riducente al 1280°C. La porcellana non è un materiale che perdona: mi sfida a ricercare la perfezione, creando una forma che abbia significato per sé stessa e per me».

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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