“Perchè Sì” e “Perchè No”: giovani faentini protagonisti sul referendum giovedì 13
Siamo a due mesi dal referendum che potrebbe cambiare la Costituzione della Repubblica Italiane e tutti i giorni in Tv possiamo ascoltare per quali motivi il Partito Democratico pensa si debba votare Sì e per quali altre ragioni invece – fra gli altri – il Movimento 5 Stelle, la Lega Nord e Sinistra italiana sostengano con forza il No. Ma quanti conoscono la proposta di revisione costituzionale? Un sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, pubblicato il 3 ottobre, ci dice che solo il 10% degli elettori conosce la riforma nel dettaglio, mentre il 44% la conosce solo a grandi linee. Il resto della popolazione si divide fra chi ne ha sentito solo parlare e chi invece (un po’ sorprendentemente) non sa nemmeno che si terrà il referendum il 4 dicembre 2016. Allo stesso modo una quota non irrilevante di persone non ha un’opinione sui singoli aspetti della riforma.
Da questa consapevolezza, e in particolare dalla necessità di rivolgersi ai giovani nasce l’iniziativa “Perchè SI – Perchè NO, Incontro sul referendum”, organizzata per giovedì 13 ottobre alle ore 20.45, presso gli ex Salesiani di Faenza (via San Giovanni Bosco, 1) dalla Scuola di formazione sociale e politica “A Gonfie Vele“, insieme ad Azione Cattolica, Agesci e Pastorale Giovanile. Anche BuonsensoFaenza aderisce a questa iniziativa e per saperne di più e abbiamo parlato con Giovanni Severi, che ha coordinato gli organizzatori del dibattito. Si invitano tutti gli interessati a partecipare per cogliere questa opportunità di confronto, maggiori informazioni sulla pagina ufficiale dell’evento.
Intervista a Giovanni Severi: “Un incontro che unisce giovani di tante associazioni diverse”
Da chi è stato organizzato l’evento e quali sono le associazioni che lo promuovono?
“L’evento è nato su proposta di “A gonfie vele”: una scuola di formazione socio-politica creata l’anno scorso grazie all’impegno di alcuni ragazzi della Diocesi di Faenza che sentivano il bisogno di creare un posto di discussione sulle tematiche della crisi della democrazia, dei partiti e dell’impegno sociale. La scuola ha due obiettivi: sensibilizzare i partecipanti alle tematiche sociali all’interno delle nostre comunità e poi creare un luogo di confronto sui temi politici nazionali. L’anno scorso ci siamo concentrati sulla dottrina sociale della Chiesa, partendo un po’ dalle basi, mentre quest’anno si è deciso di dare il via a “Perchè SI – Perchè NO, Incontro sul referendum” assieme all’Azione Cattolica, ai cinque clan scout di Faenza e comprensorio (FA1, FA2, FA3, FA4, VDL1) e alla Pastorale Giovanile”.
La finalità della serata è quindi quella di approfondire la tematica del referendum costituzionale, ma con un taglio rivolto ai giovani?
“Sì e soprattutto senza creare divisioni partitiche e senza andare nello scontro, ma al contrario creare un incubatore dove i ragazzi possano approfondire e farsi un’idea”.
Per raggiungere questo obiettivo che format avete previsto per la serata e come saranno strutturati gli interventi?
“La serata si suddividerà in tre momenti: il primo dove gli organizzatori illustreranno le cinque parti fondamentali della riforma costituzionale (rapporti esecutivo-legislativo, nuovo Senato, rapporto Stato-Regioni, semplificazione e partecipazione dei cittadini), poi seguirà l’illustrazione delle ragioni del Sì e delle ragioni del No a cura dei due relatori (estraendo a sorte l’ordine), e poi infine ci saranno alcune domande più libere da parte dei ragazzi che hanno organizzato. Come ultima cosa abbiamo pensato di testare le opinioni del pubblico distribuendo a tutti il quesito del referendum e dando la possibilità di votare immediatamente, per vedere chi ha convinto di più fra il Sì e il No”.
Chi saranno i rappresentanti del Sì e del No?
“Il Sì sarà rappresentato dal senatore Mauro Del Barba, tesoriere del gruppo parlamentare del PD. Del Barba, originario della provincia di Sondrio, è laureato in Scienza dell’informazione ed ha un passato da amministratore locale. Il No vedrà le proprie ragioni illustrate dal professor Alessandro Messina, faentino, già docente di diritto all’Oriani e presidente del Comitato faentino in difesa della Costituzione”.
Visto che a Faenza ed in provincia di Ravenna stanno sorgendo molti eventi riguardo alla riforma, però spesso con un taglio o più tradizionale o rivolti ad un pubblico adulto, secondo te i giovani faentini sono interessati a questo referendum? C’è dell’interesse da parte di chi magari si affaccia al primo voto?
“Secondo me c’è molto interesse ma mancano dei luoghi di dibattito che rendano i giovani protagonisti, cercando di motivarli nell’organizzare assieme a loro un evento: se i giovani sono messi nella condizione di impegnarsi partecipano e cercano di studiare la questione del referendum. Visto che è quasi un mesetto che ci incontriamo, a me personalmente ha fatto molto piacere vedere che siamo partiti proprio sfogliando il testo della revisione costituzionale. Magari avendo anche dei limiti (non siamo dei costituzionalisti ovviamente e non tutti studiamo giurisprudenza), ma potendo affermare che a Faenza 20-30 ragazzi hanno affrontato la riforma partendo dallo studio ed hanno poi deciso di creare un luogo di confronto e di dibattito”.
Qual è secondo te il punto di forza del collaborare tra varie realtà associative che aggregano dei giovani nella realizzazione di un evento di approfondimento? Che contributo ha dato la pluralità degli organizzatori?
“La cosa è nata un po’ dal cercare di evitare che ciascuna associazione facesse il proprio evento, ma al contrario tentando di farne uno solo coinvolgendo più gente possibile. Secondo me e secondo gli altri ragazzi dell’equipe della scuola di formazione per troppi anni a Faenza il dividersi e il difendere il proprio territorio hanno fatto sì che fra le associazioni ci fossero alcune incomprensioni e spaccature. Al contrario per questo evento qui io ho trovato fin da subito una grande collaborazione, sia con gli scout (che su queste tematiche qui sono forse più propensi ad informarsi e voler essere protagonisti) e poi anche con la Pastorale Giovanile e l’Azione Cattolica. Fin dall’inizio vi è quindi stato l’impegno da parte di tutti. È stato molto bello che a Faenza si sia fatto un evento unico fra associazioni che operano in ambienti simili ma con ragazzi diversi”.