Da Rovereto a Capo Nord in bici in 22 giorni: l’impresa del faentino Gianluca Gallegati
Quattromila kilometri in bicicletta da percorrere in ventidue giorni. Questa la sfida che ha deciso di cogliere Gianluca Gallegati, ciclista faentino e socio Avis che sabato 24 luglio partirà da Rovereto per arrivare entro il 15 agosto a Capo Nord. Un’impresa che vede protagonisti da tutto il mondo e che Gallegati ci ha raccontato. Si tratta della distanza più lunga percorsa finora da Gianluca Gallegati che dal 2011 compie imprese di questo tipo. La partenza è prevista sabato 24 luglio da Rovereto e prevede quattro punti di controllo obbligatori lungo il percorso: Balaton in Ungheria, Cracovia in Polonia, Riga in Lettonia, Rovaniemi in Finlandia per arrivare entro il 15 agosto a Capo Nord. Ventidue giorni di tempo e un dislivello di 30mila metri. A partire per questa sfida saranno 180 ciclisti di cui circa 90 italiani, due donne.
All’iniziativa partecipano 180 ciclisti: 22 giorni per arrivare a Capo Nord
Cosa ti spinge a compiere un’impresa di questo tipo e quanto allenamento è necessario?
A spingermi a intraprendere questo tipo di competizione, che tecnicamente si chiama randonneur, è il gusto per lo sport estremo. Mi sono avvicinato al ciclismo nel 2011 e dopo pochi mesi ho iniziato a fare queste lunghe tratte. Di certo è importante l’allenamento per riuscire a percorrere così tanti kilometri. Io mi alleno facendo durante la settimana 50/60 Km e la domenica circa 250 Km. Arrivare in fondo a queste sfide è una soddisfazione enorme: non c’è primo e non c’è ultimo, conta solo la meta. La cosa più difficile è forse sopportare il dolore e la stanchezza perché durante il percorso possono esserci dei problemi. Ma vale la pena non arrendersi!
Le sfide: dai pedali al donare il sangue
Prima di quest’ultima sfida quali altre randonneur hai corso?
Ho iniziato nel 2011 a Lugo percorrendo 400 km e qui casualmente sono venuto a sapere di una 500 km a Bergamo che valeva come qualificazione per correre la Parigi – Brest – Parigi con la maglia della nazionale italiana. Proprio in questa randonneur, che ho corso tre volte, ho fatto il mio record personale: 1.200 km con 12mila metri di dislivello in 69 ore e 20 minuti. Oltre a questa però ho corso anche la “1001 miglia Italia”, nel 2017 la Londra-Edimburgo-Londra, ma anche il Giro delle Repubbliche Marinare in Italia con partenza da Venezia, tappa a Genova, Pisa, Amalfi per tornare a Venezia passando da Vasto in un percorso di 2200km con un dislivello di 16mila metri, percorso in sette giorni e mezzo.
Oltre che ciclista sei anche donatore di sangue. Perché un giovane sportivo dovrebbe donare?
Io ero donatore Avis anche prima di entrare in associazione come ciclista. Donare è una cosa che si può fare sempre e consiglio ai ragazzi di farlo per aiutare chi ha bisogno con un gesto semplice. Lo sport può essere un buon legante e penso che debba avere più spazio nella vita dei giovani.