Studenti diventano compositori con il progetto musicale MozArt della Sarti
Una didattica innovativa, che mette al centro l’espressione rispetto alla tecnica, lo studente rispetto alle nozioni e la crescita personale alla correttezza delle note negli spartiti. Partirà anche quest’anno in diversi istituti scolastici faentini il progetto MozArt, a cura della scuola di musica Sarti di Faenza, che coinvolgerà quasi un centinaio di studenti delle elementari alle superiori in un percorso musicale che vuole valorizzare le capacità artistiche dei giovani rendendoli non tanto esecutori di qualcosa già scritto ma veri e propri compositori.
Progetto MozArt dà il via alla 4^ edizione negli istituti faentini
Attraverso i laboratori che si svolgeranno durante il corso dell’anno, i ragazzi – che non devono avere necessariamente particolari conoscenze musicali – vengono coinvolti da esperti e docenti in ambito musicale (ma anche artistico) in quelle che non sono tanto delle lezioni frontali per imparare a suonare uno strumento, ma in delle immersioni creative con il fine di arrivare a realizzare delle vere e proprie opere – artistiche o musicali – che diano forma alla propria e unica espressività. A partecipare quest’anno saranno le scuole primarie Gulli e Don Milani, la scuola media Bendandi, la scuola Angelo Pescarini e il liceo Torricelli-Ballardini.
Non replicare ma creare: studenti senza particolari competenze musicali vengono stimolati a realizzare opere artistiche e musicali
Il progetto, supportato dalla Regione Emilia-Romagna, è giunto alla sua quarta edizione e ogni anno coinvolge quasi un centinaio di ragazzi che, al termine del percorso, esibiscono pubblicamente le proprie creazioni che spaziano da una composizione musicale a un happening oppure a un video multimediale. In questo modo la didattica – che spesso viene banalizzata in un semplice ‘imparare e replicare delle nozioni’ – diventa anche un’attività creatrice, e ogni studente ha così il diritto di mettersi in gioco in questo ambito. «I partecipanti – spiega il direttore della Scuola Sarti, Donato D’Antonio – vengono aiutati dai docenti a diventare compositori, attraverso una modalità che non necessita della conoscenza derivata da anni di studi nel settore musicale. Vengono in particolare stimolati dall’ascolto di opere contemporanee, mettendosi poi in gioco personalmente. In questo percorso vengono affinate anche le competenze musicali, ma soprattutto i ragazzi riescono a conoscere meglio se stessi e a vedere l’arte come un mezzo per esprimersi».
Il direttore Donato D’Antonio: “Permettiamo a tanti studenti di confrontarsi con la bellezza della musica”
Dall’incontro con l’arte contemporanea, spesso non affrontata a scuola – per esempio le tele di Fontana o la musica di John Cage – a essere protagonisti, mettendosi in gioco con linguaggi diversi da quelli di uno schermo sullo smartphone e acquisendo consapevolezza di propri mezzi. Un tassello importante nella crescita dei ragazzi, in particolare per quelli più in difficoltà: per questo c’è un forte coinvolgimento anche della Scuola d’Arti e mestieri Pescarini. I laboratori di MozArt, gratuiti, sono composti da moduli che variano dalle 30 alle 60 ore, che vengono svolte nei rispettivi istituti. «Quest’anno speriamo di riuscire a mantenere una didattica in presenza, nonostante il Covid – prosegue D’Antonio – l’anno scorso siamo comunque riusciti a realizzare l’evento finale del progetto nell’ambito dell’iniziativa ‘Ex Salesiani Summer village’, e nei vari giorni è stato dato spazio a un istituto scolastico differente. È molto significativo questo momento perché i ragazzi presentano non solo agli altri studenti e docenti, ma a tutta la comunità le proprie creazioni». Significativo poi il fatto che diversi alunni, una volta incontrata la musica attraverso questa didattica innovativa, abbiano poi deciso di continuare ad approfondirla. «È sicuramente uno degli aspetti più belli del progetto – conclude D’Antonio – perché permette a chi non ne aveva avuto la possibilità, di conoscere la bellezza della musica e di potersi poi esprimere anche con questo linguaggio».