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Museomix 2016: il bilancio dell’esperienza al Museo Carlo Zauli di Faenza

Un museo, sedici partecipanti, tre team al lavoro per tre giorni e tante idee e competenze da mettere in gioco: sono stati questi gli ingredienti della prima edizione italiana di Museomix 2016, la maratona creativa che si è svolta contemporaneamente in tutto il mondo tra venerdì 11 e domenica 13 novembre. Tra i quattro musei italiani selezionati per essere “remixati” con tante idee nuove c’era anche il Museo Carlo Zauli di Faenza assieme al Museo Tolomeo di Bologna, il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara e Caos di Terni. «Museomix a Faenza è stato un esperimento perfetto per testare questa iniziativa sulla minima scala possibile – spiega Federico Borreani di “Bam! Strategie culturali”, la cooperativa bolognese che ha portato il format Museomix in Italia – con pochissime risorse e un numero minimo di persone è riuscito a emergere un condensato contenutistico molto forte, anche perché i sedici partecipanti avevano competenze di alto livello. Rispetto ad altri Museomix 2016 italiani, che avevano a disposizione più risorse, abbiamo dimostrato che è possibile realizzare questo format con il minimo indispensabile: avevamo poco rispetto per esempio al museo di Bologna, ma siamo riusciti comunque a realizzare tutti i nostri obiettivi».

Matteo Zauli: “E’ stato bello rileggere il Museo con occhi diversi”

«Ho aderito con grande entusiasmo a questa formula – racconta il direttore del Museo, Matteo Zauli – perché ho intravisto possibilità di rimettere in discussione questo museo e farlo rivivere con altri occhi. Questo per noi è molto importante: avere plurime visioni che aiutano a ridefinire meglio il Museo che è sempre stato di proprietà famigliare da 14 anni: c’è quindi il rischio di fossilizzarsi sulla propria visione. Ero molto curioso di vedere cosa avrebbero tirato fuori i partecipanti». «Matteo è stato bravissimo – afferma Federico Borreani – a veicolare il punto di vista umano del Museo e la sua storia: i partecipanti si sono appassionati molto e da lì sono partiti».

Museomix 2016: al Museo Zauli realizzati 3 prototipi

Museomix 2016 a Faenza ha visto 16 partecipanti
Museomix 2016 a Faenza ha visto 16 partecipanti

Al termine della maratona creativa, i tre team di lavoro hanno prodotto tre prototipi che il pubblico ha potuto vedere e toccare con mano nella giornata di domenica 13 novembre. «Il bilancio è molto positivo – spiega Federico Borreani – sono molto contento dei risultati e vedo che tutti i partecipanti sono soddisfatti. Il Museo Carlo Zauli, che ha speso tante risorse per Museomix, si è reso conto di aver guadagnato tantissimo da questa iniezione di nuove competenze». «Nello specifico – dichiara Matteo Zauli – è stato molto interessate vedere come ognuno di questi gruppi ha aggiunto qualcosa di nuovo rispettando l’anima del Museo. I prototipi realizzati sono legati a storia dell’artista ma anche all’identità di questo luogo che è soprattutto sperimentazione e i partecipanti hanno sperimentato molto. Per me è stata un’esperienza commovente, c’è stato molto pathos. Un gruppo ha ritirato fuori il discorso di rinominare il Museo “Casa Carlo Zauli”, idea che ogni tanto mi torna alla mente, e hanno tirato fuori l‘anima più intima di mio padre».

Museomix 2016: la prima edizione ha coinvolto 4 musei italiani

Un’idea diventata realtà: in poco più di un anno la cooperativa Bam! di Bologna è riuscita a portare il format Museomix in Italia. «Ci siamo appassionati a questo format – racconta Federico – e ci siamo fatti carico, come Bam!, della sua diffusione italiana. Il nostro compito è stato quello di “contagiare” i musei italiani e il Museo Carlo Zauli ha subito creduto in questa iniziativa». Come proseguirà Museomix dopo questa prima esperienza? «La verità è che non lo sappiamo ancora – risponde Federico – ma speriamo che il gruppo che lavora su Museomix in Italia si allarghi non solo a Bam! ma a tutte le community. In particolare credo ci siano presupposti per creare una sorta di Museomix Romagna che tra un anno potrà remixare un altro museo del territorio: il modello francese di Museomix ragiona in questo modo e ho trovato quest’area territoriale molto fertile per l’innovazione».

“La comunicazione oggi è fondamentale per un museo”

Federico Borreami, coordinatore dei 3 team di lavoro a Museomix 2016 a Faenza
Federico Borreani, coordinatore dei 3 team di lavoro a Museomix 2016 a Faenza

L’idea di fondo di Museomix è quella di “remixare” i musei con competenze diverse, svecchiandoli da un’immagine puramente conservativa delle opere esposte. «Secondo me i musei in Italia sono spesso piccoli ma pieni di roba fantastica – spiega Federico Borreani – in Italia almeno in tutte le città, anche le più piccole, c’è un museo con cose bellissime. Mancano spesso però le risorse umane, intese come le competenze adatte alla loro valorizzazione museale. Per questo Museomix è interessante: i musei devono cercare di aprire le loro porte a competenze diverse rendendosi conto che hanno bisogno di queste cose. I musei sono spesso civici o statali e la formazione dei loro operatori è ancora totalmente inadatta ad affrontare il mondo fuori, che invece è in continua evoluzione. Per questo i musei tendono a essere chiusi: il confronto col fuori fa paura e non hanno abbastanza forza comunicativa. Bisogna uscire da una mentalità vecchia: finché i musei saranno convinti che l’utente, vedendo le opere per esempio su un catalogo online, non venga più al museo, sarà difficile creare qualcosa di nuovo».

Foto di copertina: Raffaele Tassinari

Altre foto: Beatrice Biguzzi

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