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La preistoria rivive al Museo geologico del Monticino: rinnovato l’allestimento

Novità in arrivo sul Monticino e nel Parco della Vena del Gesso, con mastodonti e oritteropi che tornano a popolare i colli brisighellesi così come facevano milioni di anni fa. Domenica 25 novembre 2018 alle ore 10.30 sarà inaugurato il nuovo allestimento del Museo geologico all’aperto del Monticino arricchito dalle sette riproduzioni di animali preistorici che porteranno i visitatori a immergersi nell’antica fauna del territorio. Il nuovo allestimento è stato realizzato grazie a un finanziamento da 65mila euro dalla Regione con i quali è stato possibile rinnovare in toto il museo a dieci anni dalla sua apertura: tra le innovazioni la creazione di nuovi pannelli espositivi, la sistemazione dei sentieri e un percorso accessibile per ipovedenti. Un rinnovo dunque sia strutturale sia concettuale, che ha al centro un approccio più divulgativo per avvicinare il pubblico alla ricca storia di un territorio che racconta milioni di anni del nostro pianeta.

Massimiliano Costa: “Vogliamo rendere il museo più divulgativo e interattivo”

«I testi dei pannelli espositivi presenti nell’area sono stati riscritti – spiega Massimiliano Costa, direttore Ente Parchi Romagna – in parte riducendoli e in parte utilizzando un linguaggio più divulgativo, non rivolto solo agli specialisti. Sono ora in un materiale più resistente e inoltre sono ora tradotti anche in inglese, per offrire ai turisti stranieri, in costante aumento, la possibilità di comprendere meglio il valore naturalistico di quest’area candidata a patrimonio Unesco». Anche gli ipovedenti potranno ora vedere e leggere le informazioni esposte, grazie a un percorso a loro dedicato.

Con la direzione scientifica del paleontologo Marco Sami, realizzate le riproduzioni di 7 animali preistorici

Grande fascino del nuovo allestimento è rappresentato dal diorama che presenta l’antica fauna preistorica del Monticino. Il Museo geologico del Monticino infatti consente di visitare la cava recuperata, ma non presentava esposizioni specifiche. «Sulla base dei fossili ritrovati in quest’area, databili 5 milioni di anni fa, quando la Vena del gesso è emersa – spiega Costa – sono state realizzate delle repliche a grandezza naturale degli animali che popolavano questo territorio. Si trattava di una fauna tropicale, molto diversa da quella di oggi». In tutto sono sette le riproduzioni degli animali preistorici che tornano a popolare i colli brisighellesi: spicca sicuramente il mastodonte, una sorta di antenato dell’elefante, un mammuth non peoloso, ma troviamo anche un rinoceronte a due corna, una iena, un antenato del cavallo a tre dita, una scimmia rupicola, un coccodrillo e un oritteropo – una specie di formichiere – animali oggi più accostabili al continente africano. Gli esemplari sono stati realizzati da una ditta in Polonia sotto la direzione del paleontologo Marco Sami, che il giorno dell’inaugurazione curerà una visita guidata.

Dalla fauna alla geologia: con il nuovo allestimento il museo si arricchisce di una colonna stratigrafica – un plastico verticale – che riporta visivamente i vari passaggi geologici del territorio, ognuno con le proprie caratteristiche e i propri fossili, facendo fare, attraverso una semplice occhiata, un salto temporale indietro nel tempo di sei milioni di anni. «Cerchiamo di rendere il museo sempre più interattivo – conferma Costa – la storia racchiusa nella Vena del Gesso e nei suoi fenomeni carsici è unica in tutto il mondo e non deve essere riservata ai soli specialisti».

Brisighella: in pochi km un concentrato di natura, geologia e storia

Un tassello che arricchisce l’offerta turistica di Brisighella che spazia dalla natura all’archeologia. I visitatori del museo geologico sono stimati in circa 10mila all’anno, molti dei quali poi si soffermano ad ammirare le bellezze del Parco Carnè, che ne registra invece 50mila. «Si sta creando una bella rete tra attrattività turistiche – conclude Costa – in pochi minuti è possibile andare dal Parco del Carnè alla Rocca di Brisighella e poi ancora agli scavi archeologici di Rontana, e il rinnovo del museo geologico del Monticino valorizza ancora di più le potenzialità del nostro territorio». In quest’ottica arriva anche la realizzazione di un nuovo sito web Enti Parchi di Romagna, rinnovato nell’immagine e implementato di nuovi contenuti, con particolare focus sulle iniziative aperte al pubblico.

Le novità per la Vena del Gesso non finiscono qui. Sono due i progetti Interreg finanziati che troveranno compimento nei prossimi mesi: “Made in Land”, finanziato per la promozione delle aree interne delle zone costiere, con partner provincia di Rimini e Pesaro-Urbino; l’altro sulla promozione delle grotte visitabili, con la formazione speleoguide capaci di illustrare le loro caratteristiche stando attenti all’ecosistema. Anche una cavità di lapis specularis tornerà a essere visitabile.

Tra i progetti in attesa di riscontro con i bandi Por-Fesr, da oltre un milione di euro, c’è invece il recupero della casa cantoniera di Borgo Rivola: l’edificio sarà dedicato a base di studi per il carsismo e la speleologia. «Anche nella Valle del Senio – spiega Massimiliano Costa – si creerebbe un sistema capace di attirare visitatori».

La mostra Unesco a Faenza: inaugurazione il 30 novembre

Prosegue intanto il cammino per il riconoscimento Unesco. Venerdì 30 novembre sarà inaugurata alle ore 17.30 nel salone delle bandiere della Residenza municipale di Faenza una mostra sulla candidatura Unesco dei fenomeni carsici dell’Emilia-Romagna: la mostra resterà visitabile fino al 21 dicembre. «L’unicità dei gessi del nostro territorio motiva questa candidatura – spiega – Massimo Ercolani, presidente della Federazione speleologi regionali – attualmente c’è una commissione che sta elaborando i documenti relativi alla candidatura. In questo contesto abbiamo attivato un percorso di divulgazione sul tema con comunità locali, azione richiesta dell’Unesco. Lo abbiamo fatto con una mostra già esposta precedentemente e nel corso dei prossimi mesi presenteremo nei paesi coinvolti con 25 pannelli che mostrano l’unicità dei gessi regionali». Per l’occasione del 30 novembre è prevista anche una tavola rotonda con i sindaci del Parco regionale della Vena del Gesso.

Samuele Marchi

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