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Storie per riflettere: multato 75enne faentino su una panchina

L’ordinanza 9/2020 del sindaco di Faenza parla chiaro: “…si ordina il divieto di accesso alle persone nei parchi e in tutte le aree verdi comunali.” Questo è il motivo per il quale Giulio, un cittadino faentino 75enne, è stato multato di 206 euro, reo di aver sostato su una panchina nell’area verde pubblica di Via Corbari, durante il tragitto verso casa con il giornale in mano. Le regole sono regole, verrebbe da dire, e lo Stato di diritto in cui viviamo è tale in quanto conforme alle leggi vigenti che seguiamo. Fino a pochi mesi fa, questa notizia non sarebbe finita sulle pagine dei giornali. Oggi, nella straordinaria situazione in cui viviamo, diventa uno spunto per parlare di libertà personale e diritti. Oltre la cronaca, fare giornalismo è anche destare domande, dubbi e riflessioni.

Quando l’abitudine diventa fuorilegge

Tutte le mattina vado in edicola,” ci racconta Giulio “d’altronde sono fra le poche attività rimaste aperte, quindi nella logica di poter andare a comprare il giornale.”

Oramai lo abbiamo letto su qualsiasi bacheca social: ciò che stiamo vivendo sta comportando – e comporterà – un cambio delle abitudini. Un prezzo da pagare per rispondere all’emergenza sanitaria, ma sottovalutare questa fatica o generalizzarla è un grave errore. A casa ci sono uomini e donne sole, famiglie con difficoltà relazionali, anziani che forse non possiedono niente di più di una passeggiata verso l’edicola. “Se hai la salute, hai tutto”, viene spesso ricordato a chi si lamenta di cose inutili. Dare per scontato che la fatica la viva solo chi sta combattendo il virus e, contrariamente, criticare chi ha comunque grandi difficoltà a sacrificare qualcosa, o un’azione quotidiana, non è la soluzione per comprendere il tempo che stiamo vivendo.

La relazione con le Istituzioni si fonda sul rapporto con coloro che le rappresentano

Nel tragitto di ritorno mi sono seduto alcuni minuti in una panchina al limitare di un parco e allora sono stato fermato dalle forze dell’ordine. Il problema non è il controllo che mi hanno richiesto, ma il fatto che non hanno accettato spiegazioni rispetto al fatto che stavo tornando a casa per il percorso più breve, facendomi passare quasi da malfattore che attenta alla salute pubblica. Ciò mi fa temere per come in questo momento sono interpretate le norme del governo; vedo molta confusione e, certamente, questo non aiuta a creare un clima di collaborazione.

Come in ogni buona amicizia, ci sono momenti d’affiatamento e di crisi. Momenti in cui ci si trova più spesso e altri in cui non ci si vede per lungo tempo. Chi non ha a che fare per motivi professionali o, alternativamente, giuridici con le forze dell’ordine non può conoscerne lo stile e l’approccio. La legge è uguale per tutti, ma non tutti si trovano nella stessa situazione davanti alla legge. Questa quarantena ci ricorda ancora una volta come la nostra società debba sposare con più forza il valore dell’uguaglianza nella diversità come strumento per crescere come stato sociale. Per farlo, è necessario mettere la relazione prima della legge, chiedere “un perché” prima del giudizio, capire il contesto prima di agire.

La percezione democratica si costruisce nei piccoli atti quotidiani

Io percepisco un forte problema di restrizione della libertà individuale” conclude Giulio, “ e, in questi casi, è necessario che chi debba far rispettare le leggi sappia distinguere fra una situazione in cui si mette a repentaglio la salute degli altri o meno. Ho la netta sensazione che a tutela di una presunta salute, stiamo calpestando alcuni principi della costituzione, con il rischio di abituarci a questo stato di sospensione della democrazia.

“Chi governa perde consenso” è come dire, nel nostro quotidiano, che chi decide non può mettere d’accordo tutte le parti. Forse un modo per non focalizzarsi sul potere di chi sceglie quanto più sul tema della decisione, è quello di passare dalla condivisione della scelta alla condivisione del processo decisionale. Ciò è ben diverso da alcune subdole pratiche di democrazia diretta che abbiamo incontrato negli ultimi anni. E’ comunque un dato di fatto che, nell’ultimo mese, molti hanno percepito una forte subalternità dei processi democratici alla situazione di emergenza. Governanti e opposizione ne tengano conto per il dopo-covid e ricostruiscano la fiducia che molti hanno perso verso lo stato democratico.

 

Francesco Ghini

Francesco Ghini

Mi occupo di comunicazione, marketing sanitario e formazione. Nel 2014 ho fondato il blog online Buonsenso@Faenza. Con un passato da ricercatore e un dottorato in Medicina Molecolare, oggi collaboro con diverse aziende come consulente per la comunicazione, sviluppo di business, sviluppo della identità del brand e quale organizzatore di eventi formativi e divulgativi nazionali e internazionali.

7 thoughts on “Storie per riflettere: multato 75enne faentino su una panchina

  • 24 Aprile 2020 in 10:36
    Permalink

    Bravo Francesco, per l’articolo sul 75 enne multato sulla panchina e da solo!
    L’applicazione “cieca della legge” è sempre ingiusta; ma questo vigile solerte, perchè non si è chiesto: ma chi rischia di danneggiare o “infettare” questo pensionato, visto che è lì da solo, assolutamente solo ??? Forse aveva bisogno soltanto di tirare un poco il fiato…e a 75 anni se ne ha ben diritto! Forse il vigile si è dimenticato che il suo dovere era quello di impedire “assembramenti” e riunioni all’aperto, non quello di inseguire le persone sole. Certi tutori dell’ordine… ad ogni costo , dovrebbero “pensare” prima di agire…se ci riescono.
    Un caloroso saluto.
    Edo Miserocchi – Presidente Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche

    Risposta
    • 25 Aprile 2020 in 10:33
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      Scrivo da San Paolo del Brasile, sono giornalista e faccio i complimenti a Francesco. In realtà il vigile o poliziotto cge ha fatto la contravvenzione al Sig. Giulio merita una tirata di orecchie, ma forte mi raccomando. Oltre a perdere del tempo a multare un signore di oltre 70 anni, con un valore che qui in Brasile sfama una familia per un mese, dovrebbe (come ha ben detto Edo) perseguire l’obbiettivo di questa legge, “evitare gli assembramenti”, mostrare arroganza legale, anche se legale continua arragonza e la chiamerei “sindrome del piccolo potere” dove chi eserce un’attività di controllo, poi la trasforma in potere. Magari far capire a questo signore di aver esagerato con la punizione, sarebbe un bell’inizio da parte di chi lo comanda, e poi cancellare l’assirda multa. Só di essere piú rigido nell’analisi del fatto e nella critica al vigile, ma capisco Francesco, fare giornalismo locale comporta alcune precauzioni, per evitare nemici con il tik del verbale facile in mano. Per me lontano oltre 10.000 km è più facile.

      Risposta
    • 25 Aprile 2020 in 10:48
      Permalink

      L’applicazione cieca della legge, senza tener conto dello spirito della stessa, è sempre stato un problema; dispiace che alcune volte i preposti a farla rispettare dimostrino di non averla capita, come in questo caso (ma non è il solo).
      Un saluto ed un augurio.
      Andrea alberghi

      Risposta
      • 25 Aprile 2020 in 21:56
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        Applicazione piú che cieca, ignorante della legge e mi ripeto chiamandola “SINDROME DEL PICCOLO POTERE”
        Guarda cosa hanno fatto a Lecce qualche giorno fa (fonte: Gazzetta del Mezzogiorno)

        «Sono stato multato per aver compiuto un gesto di solidarietà: portare la spesa ai miei suoceri anziani e non autosufficienti». Non si dà pace Fabrizio Cerboni, milanese, da 12 anni a Lecce «per amore». A rodergli l’anima, oltre ai 374 euro che dovrà sborsare, è la sensazione di aver subito un’ingiustizia. Che lui stesso racconta in modo accorato. «L’altro giorno sono andato a fare la spesa per i miei suoceri, entrambi non autosufficienti: mio suocero ha da poco concluso la chemioterapia, mia suocera ha gravi problemi di deambulazione. Ogni due settimane esco per rifornire di generi alimentari la mia famiglia e penso anche ai miei suoceri a cui voglio bene come se fossero i miei genitori».

        Con le buste colme di viveri di prima necessità, le casse d’acqua minerale, si reca a Torre Chianca, dove risiedono i due anziani. «Ho consegnato gli alimenti e nel salutarmi mia suocera mi ha chiesto se potevo gettare la busta della spazzatura: i bidoni sono distanti 200 metri dall’abitazione e per lei sarebbe stata un’impresa».

        Il genero mette la busta in auto e compie il breve tragitto verso i bidoni. Qui viene però fermato dagli agenti della polizia. «Mi hanno chiesto cosa facessi in giro e ho raccontato loro che ero venuto a consegnare la spesa ai miei suoceri». Inizia un’accurata operazione di controllo. Gli agenti gli chiedono lo scontrino. «Ho detto che lo avevo consegnato ai suoceri assieme alla spesa. Mi hanno così chiesto di accompagnarli nell’abitazione per verificare».

        L’arrivo di Fabrizio «scortato» dagli agenti allarma non poco i due anziani. «Mia suocera ha esibito lo scontrino in lacrime, era agitatissima, vederla così mi ha fatto un male cane».

        Cerboni era convinto di aver dimostrato la «situazione di necessità» e dunque di rientrare a pieno titolo tra i beneficiari delle deroghe al «lockdown» previsto dall’ultimo decreto Conte. Ma invece arriva la doccia fredda. «Mi hanno detto che non scattava la denuncia penale perché la dichiarazione non era mendace, ma che mi dovevano comunque comminare la multa poiché ero fuori dal comune di Lecce. Questo mi sembra davvero assurdo visto che mi risulta che Torre Chianca sia frazione di Lecce. Ad ogni modo, i miei suoceri non hanno nessuno che li possa aiutare e sono troppo anziani per gestire pagamenti elettronici e ordini a distanza. Non potevo lasciarli morire di fame», commenta amareggiato.

        La multa ha lasciato l’amaro in bocca a tutta la famiglia, tanto da indurre la suocera di Fabrizio a spigare a suo modo agli amati nipotini l’accaduto su Facebook, ringraziando di cuore un «genero così buono» e premuroso.

        La somma da versare è un nuovo pugno nello stomaco per una famiglia lasciata di punto in bianco senza reddito dalle misure anti-Covid. «Mi occupo di allestimenti fieristici – allarga le braccia Cerboni – la mia azienda per ora mi ha lasciato a casa, non so quando vedrò i soldi della cassa integrazione e a questo punto non so neanche come farò a pagare la multa. Mi piange davvero il cuore pensare di aver subito tutto questo solo per un gesto d’amore, quello di un genero che tiene alla vita dei suoi dolcissimi suoceri».

        Risposta
    • 5 Maggio 2020 in 18:03
      Permalink

      La ringrazio dott. Miserocchi. Ciò che mi importa è andare oltre ogni giudizio per analizzare un fatto e poter crescere come comunità. Le auguro una buona serata,
      Francesco Ghini

      Risposta
  • 25 Aprile 2020 in 10:46
    Permalink

    Ho appena visto due errori di digitazione nel precedente post e me ne scuso. Volevo solo aggiungere che in una data come oggi “festa della liberazione” essere agli arresti domiciliari e multati in oltre 200 euro per aver comprato un giornale ed essersi fermati un momento su una panchina … la dice tutta, su che tipo di governanti abbiamo messo in Italia, in oltre 70 anni di questa pseudo libertà, cancellata ad ogni incompetenza. Un grande saluto alla bellissima Faenza.

    Risposta

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