Miquel Barceló al Mic di Faenza: all’origine dell’uomo attraverso la ceramica
Un racconto potente quello che l’artista spagnolo Miquel Barceló propone al Mic di Faenza, un nomade dell’arte che ha tratto ispirazione dai luoghi incontrati nel corso della sua vita: da New Yoork all’Himalaya, da Parigi al Mali. Ed è proprio l’Africa, in particolare, a emergere in questa esposizione come una purificazione estrema dell’uomo, raggiunta attraverso una comunicazione prelinguista volta a raggiungere l’origine della natura umana. Totem, animali e chitarre cubiste danno un affresco variegato e al tempo stesso coerente che mette al centro il lavoro che l’artista ha compiuto in trent’anni con la ceramica, e non poteva essere che il Mic, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza a dedicare dal 1° giugno al 6 ottobre una grande personale all’artista, uno dei massimi protagonisti della scena contemporanea internazionale. La mostra faentina, a cura di Irene Biolchini e Cécile Pocheau Lesteven, è la prima vera antologica in Italia dedicata alla sua produzione ceramica, dagli esordi ai giorni nostri, e vede nascere un progetto speciale realizzato dall’artista appositamente per il Mic di Faenza in dialogo con le opere della storia della ceramica esposte nel più grande museo al mondo dedicato a questo linguaggio. Per il Mic l’artista ha creato un’installazione all’interno della sezione dedicata alle ceramiche faentine. Barceló ha posizionato le sue ceramiche, dai primi lavori in argilla della fine degli anni Novanta ai giorni nostri. Inoltre, in tributo alla storia del Mic, selezionerà per affinità alcuni pezzi chiave della collezione in maniera mimetica, in un racconto autobiografico in cui l’elemento privato si mischia alla storia.
Le ceramiche di Barceló in dialogo con la storia di Faenza
La mostra prosegue negli spazi destinati alle mostre temporanee del museo, dove spiccano le teste di alcuni dei filosofi più cari all’artista. Barceló è nato nel 1957 a Felanitx nell’isola di Maiorca. Artista poliedrico capace di coniugare diversi linguaggi artistici è soprattutto noto al grande pubblico per la sua ricerca pittorica gestuale e la vicinanza al gruppo della Transavanguardia italiana e i Neo Espressionisti tedeschi. Alla metà degli anni ’90, durante i suoi numerosi soggiorni in Mali, inizia il suo avvicinamento alla ceramica realizzando le prime terrecotte con l’antica tecnica dogon. Dal 1996 riprende la produzione ceramica nella sua isola natale, Mallorca, dove ancora oggi realizza i propri lavori. Il legame con l’Italia è una costante nella sua ricerca, dai primi viaggi a fine anni Settanta al soggiorno in Campania su invito di Lucio Amelio per l’organizzazione della grande mostra Terraemotus. In Italia, e più in particolare a Vietri, l’artista è tornato all’inizio del 2000 quando con Vincenzo Santoriello ha realizzato il monumentale rivestimento per la Cattedrale di Palma di Mallorca: una cappella totalmente ricoperta di ceramica, uno degli interventi artistici più grandi al mondo in questo materiale. L’artista, che ha esposto nei più prestigiosi musei del mondo, ha presentato le proprie ceramiche in Italia nel 2009 nel Padiglione Spagnolo della Biennale di Venezia in un dialogo tra pittura e scultura ceramica. A quasi un ventennio da quell’evento l’artista torna in Italia con una mostra antologica sulla propria produzione ceramica e lo fa scegliendo il Mic e la sua collezione, unica al mondo.
Visite guidate
In occasione dell’apertura al pubblico, il 31 maggio, alle 17, e il 1 giugno alle 10.30 e alle 17, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza propone tre visite guidate speciali (incluse nel prezzo del biglietto) condotte, del tutto in via eccezionale, dalla curatrice Irene Biolchini. Poi ogni martedì di giugno e luglio (tranne il 23 luglio), alle 18, sarà comunque possibile usufruire di una visita guidata gratuita (inclusa nel prezzo del biglietto). Info e prenotazioni: 0546 697311, info@micfaenza.org