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Mei 2020: tante iniziative per vivere tutto l’anno. Intervista a Giordano Sangiorgi

Lo scorso ottobre si è tenuta la 25esima edizione del MEI – Meeting degli Indipendenti, che ha registrato il record per numero di presenze e lo ha consacrato a parte integrante della storia di Faenza. Da un po’ di tempo a questa parte, però, le ambizioni del Mei sono cresciute, con l’intenzione di animare la vita faentina tutto l’anno e non solo durante l’appuntamento di tre giorni che si svolge ogni ottobre. Per questo abbiamo parlato con Giordano Sangiorgi, fondatore e principale organizzatore del festival, dei progetti passati, presenti e futuri del Mei.

Da cosa è scaturita la decisione di essere attivi a Faenza durante tutto l’anno?

Storicamente il Mei nasce da Faenza Rock, una manifestazione arrivata ai 35 anni, che durante l’anno faceva esibire le band locali per tenere vive le realtà della musica made in Faenza. Dunque, possiamo dire che in questa decisione c’è una motivazione di ordine storico. Inoltre, lo scorso autunno abbiamo fatto alcune riunioni con i principali protagonisti del settore musicale faentino, durante le quali è emersa l’esigenza di far tornare al centro la musica faentina, che era stata messa un po’ da parte.

Sangiorgi: “Il corso al liceo di Faenza? La risposta dei ragazzi è molto positiva. De André il più apprezzato tra le nuove generazioni”

Avete organizzato un corso sulla storia del cantautorato italiano per gli studenti del Liceo Torricelli – Ballardini di Faenza. Com’era articolato il corso? Come hanno risposto gli studenti a questa iniziativa?

Il corso “Cantautori a scuola” è stato realizzato grazie alla vittoria di un bando del Mibac – Siae. Il corso è diviso in tre parti: nella prima, tuttora in svolgimento, stiamo approfondendo la storia del cantautorato italiano e delle influenze straniere; nella seconda struttureremo uno spettacolo teatrale musicale in cui gli studenti dovranno selezionare alcuni brani di cantautori italiani; infine, allestiremo ed eseguiremo lo spettacolo. Il corso è stato aperto da Edoardo De Angelis, storico cantautore romano, mentre io ho tenuto le lezioni di approfondimento tematico sulle varie epoche. La risposta degli studenti è stata molto positiva. Fabrizio De André è il cantautore che riscuote più successo tra le nuove generazioni: questo è un segnale importante perché significa che la musica di 50 anni fa, quando è di grande portata, diventa un classico sempre attuale.

Al Piccadilly un evento per costruire un dialogo tra generazioni

Venerdì 31 gennaio al Piccadilly di Faenza andrà in scena una serata tra passato e futuro della scena musicale faentina: alle 21 si esibiranno Cobra, la Geriatric Band e i Fantamusica, protagonisti della scena rock faentina degli anni ’60 e ’70; alle 22.30, invece, saranno presentati i giovani artisti della neonata etichetta indipendente faentina Pioggia Noise (Ale di Loto, Giacomo Ambrosini e Zero Paga). Esiste un dialogo tra vecchie e nuove generazioni?

La filosofia di questi appuntamenti è proprio quella di creare un ponte tra passato, presente e futuro. Per questo si esibiranno prima alcune band storiche e poi presenteremo la prima etichetta discografica indipendente faentina di nuova generazione fondata da ragazzi di 20 anni. Come MEI siamo impegnati a ricostruire un dialogo tra vecchie e nuove generazioni che si era interrotto: negli eventi di questo tipo che abbiamo organizzato finora abbiamo sempre visto una risposta positiva. La gente vuole suonare e vuole suonare insieme. In più c’era un pubblico misto, dai giovani ai più adulti.

Qual è lo stato di salute attuale dello scenario musicale faentino?

C’è una grande vitalità, abbiamo fatto un censimento che vede circa 30 gruppi o artisti attivi under 35 e altrettanti over 40: questa vitalità merita di essere valorizzata durante tutto l’anno. Per farlo, però, serve il supporto istituzionale e creare un circuito di spazi che ospitino queste realtà per inserire gli artisti locali negli eventi istituzionali di animazione faentina. Il Mei cerca di fare da ponte perché più di altri ha il polso della situazione. La vitalità territoriale delle band non può più stare ai margini.

Uno degli aspetti emergenti della musica degli ultimi anni è rappresentato dal genere trap: qualcosa si muove anche a Faenza e nel territorio romagnolo?

Assolutamente sì. In alcune città romagnole è già emerso ma non a Faenza, perché servono dei supporti in termini di spazi per farlo venir fuori. Questo non significa che la trap a Faenza non ci sia: quest’estate mi è capitato di ascoltare una canzone trap sul Mordillo di Faenza molto divertente. Comunque, nell’evento del 31 gennaio presenteremo Zero Paga, un artista rap giovane, che realizza brani di questo genere. Sono stato in alcune scuole dove i giovani sono dj producer o trapper.

Andrea Mingardi premiazione
Andrea Mingardi alla presentazione del suo ultimo vinile

Mei 2020, un venticinquennale da celebrare

Lo scorso 5 gennaio, in occasione della Nott de’ Bisò, Andrea Mingardi ha presentato a The Ale House il suo vinile “Ho visto cose che…” e ha ricevuto come premio speciale alla carriera un disco di ceramica. Questa premiazione rappresentava il primo appuntamento in vista del Mei 2020 che si terrà dal 2 al 4 ottobre. Che tipo di edizione sarà?

Andrea Mingardi è un amico del Mei, presente fin dalle prime edizioni per fare scouting di giovani artisti, e per noi premiarlo è stato un grande piacere e l’evento ha avuto un ottimo riscontro dal pubblico. Parlando del futuro, vorremmo celebrare in maniera importante i 25 anni del Mei: abbiamo presentato alla Regione e al Comune due progetti straordinari che prevedono mostre dedicate alla musica indipendente, intitolazione di strade a importanti musicisti del territorio, un festival in primavera dedicato ai musicisti faentini e tante altre iniziative che chiedono un ulteriore sostegno per realizzare un degno venticinquennale. Il Mei merita di essere celebrato in grande, dal momento che è l’evento turistico di punta del territorio. In 25 anni abbiamo calcolato un milione di presenze sul territorio, perlopiù turisti giovani che altrimenti non sarebbero mai passati da Faenza.

Matteo Nati

 

Matteo Nati

Nato a Faenza nel 1993, sono laureato in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Ho insegnato per un anno all’Istituto Alberghiero di Riolo Terme ma continuo a non sapermi orientare in una cucina. Appassionato di pallacanestro, politica e storia inglese, datemi una serie tv con dialoghi ben scritti e sarò completamente vostro.

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