I romanzi di Verga tornano al Masini con il ‘Mastro Don Gesualdo’ di Enrico Guarnieri
Dopo I Malavoglia, un nuovo grande classico della letteratura riprende vita sul palco del Masini. Enrico Guarnieri, attore magistrale, dotato di una innata vis comica e tecnicamente assurto al ruolo di attore poliedrico, interpretando molti dei personaggi che hanno fatto la storia della drammaturgia teatrale siciliana ed europea, è protagonista da venerdì 17 a domenica 19 gennaio 2020 alle ore 21 del palcoscenico del Teatro Masini di Faenza con Mastro Don Gesualdo. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Verga adattato per il palcoscenico da Micaela Miano, è interpretato anche da Francesca Ferro, Rosario Minardi, Ileana Rigano, Rosario Marco Amato, Pietro Barbaro, Giovanni Fontanarosa, Vincenzo Volo, Elisa Franco, Alessandra Falci, Federica Breci. Gli interpreti dello spettacolo saranno inoltre protagonisti dell’Incontro con gli Artisti che si terrà sabato 18 gennaio alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Masini (l’ingresso all’incontro è gratuito).
Mastro Don Gesualdo: il rapporto dell’uomo con la ‘roba’
Enrico Guarneri interpreta Gesualdo Motta, il manovale che è riuscito a farsi da solo, divenendo ricco con il proprio lavoro, odiato da tutti, trattato ora con disprezzo ora con ironia. La messinscena dello spettacolo è affidata al regista Guglielmo Ferro, figlio di Turi Ferro, interprete del Mastro Don Gesualdo nel 1967, che, da anni, si dedica alla drammaturgia contemporanea adottando una tecnica registica di respiro europeo. La sua profonda conoscenza del teatro contemporaneo, il gusto minimalista e moderno delle sue messinscene sono indispensabili per un’operazione culturale che mira, nel rispetto assoluto del valore storico-letterario del testo verghiano, a una trasposizione più attuale. La rielaborazione drammaturgica di Micaela Miano intende ricontestualizzare il “concetto di roba”, che permea il romanzo, l’incessante e frenetica attività di speculazione di un mondo di estremo materialismo, dove non c’è posto per i sentimenti, in un mondo senza spazio e tempo, in cui i personaggi sono “fotografati” come una marionetta, un mondo che non può fare altro che andare incontro al proprio destino, che niente e nessuno potrà cambiare. Non c’è alcuna visione positiva della vita, che emerge come un vicolo cieco, inesorabile.