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Da Marradi a Ravenna, sei sindaci firmano il “Manifesto del Lamone”

Sei amministrazioni e due Regioni, l’Emilia-Romagna e la Toscana, unite nella valorizzazione del Lamone, un fiume capace di legare storie, terre e prodotti lontani: dai Marroni di Marradi alla piadina romagnola, dai mosaici di Ravenna alla ceramica di Faenza. È stato sottoscritto lunedì 4 dicembre 2017, nella sala Bigari del Comune di Faenza, il Manifesto delle Terre del Lamone. il documento che impegna i sottoscrittori a superare la frammentazione di competenze per aderire all’obiettivo comune di valorizzare una delle risorse fondamentali del territorio. Tra i firmatari del documento, i Comuni di Marradi, Brisighella, Faenza, Russi, Bagnacavallo e Ravenna.

Manifesto del Lamone: un impegno sottoscritto da 6 Comuni e 2 Regioni

Aumento della manutenzione, miglioramento della qualità ambientale, tutela della biodiversità, coinvolgimento delle comunità e dell’associazionismo: sono questi degli obiettivi che si propone di raggiungere il Manifesto, inteso come il primo passo per la costituzione di un vero e proprio “Contratto di fiume”. «“La firma del Manifesto rappresenta un momento significativo di un percorso che nasce da lontano – ha spiegato il sindaco di Bagnacavallo, Eleonora Proni, che ha dato l’avvio al progetto nel 2011 – e ci porta vicino all’obiettivo della firma di un vero e proprio ‘Contratto di fiume’. I sottoscrittori si impegnano a capire come gestire insieme una risorsa fondamentale come il Lamone sotto tutti gli aspetti: dal tema economico, a quello ambientale e quello turistico». Nella stesura del Manifesto si è realizzato un tavolo di partecipazione dove ciascun soggetto avente titolo – come l’associazione Civiltà Erbe Palustri o GeoL@b Onlus – poteva contribuire mettendo in campo i propri valori e le proprie specificità.

Il Manifesto è una prima tappa verso il “Contratto di fiume”

«Il tema principale, ma non esclusivo, da affrontare per poter vivere e valorizzare il fiume Lamone – recita il Manifesto – è prima di tutto quella della gestione e messa in sicurezza dello stesso. Per questo motivo i sottoscrittori si fanno prima di tutto promotori della costituzione di un tavolo di lavoro che riunisca tutti gli enti coinvolti nella manutenzione e gestione del fiume». Percorsi collaudati e mappati, servizi per diversamente abili, potenziamento delle piste ciclabili e delle ferrovie: ecco alcuni delle azioni con cui le sei amministrazioni aderenti del Manifesto, in previsione del “Contratto di fiume”, s’impegnano a realizzare questo obiettivo comune. «La firma del Manifesto – commenta Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza – rappresenta un’iniziativa concreta per dare una prospettiva di sviluppo a tutte le infrastrutture che ruotano attorno al Lamone: i fiumi sono fondamentali per la vita dei nostri territori. Attraverso questo Manifesto si valorizza non solo il concetto del fiume come ‘corridoio ambientale’ ma come fondamentale ‘infrastruttura idraulica e turistica’ sempre presidiata». Ribadito nel documento l’impegno a favorire il massimo coordinamento anche nella fase di presentazione di candidature a progetti europei o finanziamenti ordinari e straordinari per realizzare azioni comuni lungo l’asta fluviale.

Paola Gazzolo: “L’obiettivo è una governance condivisa dei corsi d’acqua”

Alla cerimonia della firma del Manifesto del Lamone nella Residenza municipale di Faenza hanno partecipato l’assessore all’ambiente della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo, gli amministratori dei sei comuni “bagnati” dal Lamone (Marradi, Brisighella, Faenza, Bagnacavallo, Russi e Ravenna), la consigliera ragionale Manuela Rontini e i rappresentanti degli enti e associazioni coinvolte nell’iniziativa. «Il prossimo passo – ha affermato Paola Gazzolo – sarà la firma del ‘Contratto di fiume’, un patto dove ogni soggetto dichiarerà i propri impegni per la realizzazione di azioni molto concrete. È fondamentale rafforzare le vie di collegamento della nostra regione, i fiumi in particolare sono il portato della nostra storia e della nostra identità. In Emilia-Romagna – prosegue Gazzolo – sono già sette i Contratti di fiume avviati o conclusi e, lo scorso luglio, abbiamo riconosciuto l’importanza di questi strumenti di pianificazione partecipata nella legislazione regionale: l’obiettivo è una governance condivisa dei corsi d’acqua, in questo caso il Lamone, per un’assunzione di responsabilità collettiva che porti a politiche innovative di riqualificazione dell’intero bacino idrografico, tenendo in considerazione le esigenze dei territori e le aspettative delle comunità».

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