Il 19 marzo il vescovo Toso presenta il libro “Uomini e donne in cerca di pace”
Un saggio breve per cercare di comprendere i fenomeni migratori del nostro tempo, tenendo lo sguardo sia su una prospettiva globale sia locale: è questo il tema dell’ultimo libro del vescovo della diocesi di Faenza, Mario Toso, dal titolo “Uomini e donne in cerca di pace”. Il testo è stato stilato a commento del Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2018, dedicato al cruciale problema delle migrazioni. Con esso ci si ripromette di presentarne i principali contenuti, inquadrandoli nel magistero sociale della Chiesa e dello stesso papa Francesco, evidenziando aspetti non sempre debitamente sottolineati. Se ne espliciteranno, in particolare, i risvolti pratici per le comunità cristiane, ossia la dimensione pastorale. In Appendice si offre uno spaccato sulla realtà concreta dell’impegno caritativo ed assistenziale della diocesi di Faenza-Modigliana con dati, informazioni, brevi riflessioni, utili a cogliere la testimonianza di un servizio non sempre facile, ma sicuramente sincero e generoso, specie da parte dei christifideles laici. La presentazione ufficiale del libro si terrà lunedì 19 marzo, alle ore 21, al Cinema Europa (via Sant’Antonino, 4).
Mario Toso: “Necessaria una nuova cultura del dialogo”
«Il presente cambiamento d’epoca – scrive Toso nella prefazione – caratterizzato dalla mobilità, richiede una nuova cultura, la cultura dell’incontro e del dialogo tra più fedi, etnie, visioni della vita. Il nuovo clima sollecita a camminare verso un’identità nuova, più completa, come frutto di una serie di incontri, di esperienze e di relazioni, guardando in avanti, verso un punto più alto, che non nega ciò che precede. La propria identità viene preservata e rafforzata mediante la ricerca dell’altro, camminando insieme, praticando il tirocinio del «tu» in un «noi-di-persone» che migliora noi stessi, soprattutto il nostro spirito, i nostri modi di pensare e di agire. È nell’incontro con il tu, che diveniamo incessantemente più uomini, e la nostra dignità si rafforza in una identità che ci qualifica senza separarci dall’altro, specie dal totalmente Altro che è Dio, comunità di persone nella Trinità».