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Manuela Rontini (Pd): Il bilancio di 5 anni in Regione e gli scenari futuri in vista di Faenza 2020

Intervista alla consigliera regionale Manuela Rontini del Partito Democratico. In vista delle elezioni regionali, con lei tracciamo un bilancio di questi cinque anni di legislatura in Regione e degli scenari futuri in vista di Faenza 2020, dove da alcune testate locali è stata indicata come possibile candidata del centrosinistra alle prossime amministrative di maggio. 

Intervista alla consigliera regionale Manuela Rontini

“In questi anni ho fatto valere il mio impegno per il territorio. Per Faenza abbiamo realizzato tante opere in sinergia con la Regione”

Manuela Rontini, si sta per concludere questa legislatura regionale. Che bilancio traccia dopo questi cinque anni?
Il giudizio sul mio operato spetterà agli elettori, come è giusto che sia. Io posso dire che è stato un onore aver rappresentato Faenza, la Romagna Faentina e la provincia di Ravenna in Regione, dove ho sostanzialmente cercato di fare due cose: trasferire sui territori le opportunità (bandi, finanziamenti, …) che in questi anni sono passate da viale Aldo Moro, lavorando perché la nostra comunità fosse pronta a coglierle; mettermi in ascolto dei bisogni e delle criticità evidenziate da cittadini, famiglie e imprese, provando, assieme agli Amministratori locali, a costruire delle risposte.

Quale è stata la soddisfazione più grande e quale invece il rimpianto maggiore?
Personalmente c’è una cosa di cui vado molto orgogliosa: dall’inizio della Legislatura non ho mai mancato di essere presente a ciascuna delle 269 sedute dell’Aula del Consiglio regionale, dove ho il 100% di presenze. So che questo non è sufficiente per essere un buon rappresentante delle Istituzioni, ma mi hanno insegnato che in politica bisogna “essere, esserci, per fare”. In questi anni abbiamo riqualificato (o avviato i lavori) diversi ‘contenitori’ della nostra città: penso al pala Bubani, al palazzo del Podestà, al progetto dell’area stazione, ai tanti investimenti per rendere più belle e sicure le nostre scuole, all’ex immobile RB salotti a Celle o alle piste ciclabili a partire da quella di Borgo Tuliero, ma anche al Pronto soccorso dell’Ospedale che, seppur con ritardo, sta arrivando a compimento. Sono opere realizzate anche grazie ad un lavoro di sinergia con la Regione Emilia-Romagna e la cosa mi riempie di soddisfazione. Restano invece un rimpianto le sollecitazioni ricevute per cui, per un motivo o per l’altro, non siamo riusciti a trovare una soluzione.

Elezioni regionali: “Serve una svolta verde che leghi ambiente e sviluppo economico”

Quali sono gli obiettivi principali su cui deve puntare il centrosinistra per la riconferma regionale?
Viviamo in una regione in cui la disoccupazione è tornata a scendere sotto il 5% (era al 9% nel 2014, quando ci siamo insediati) e in cui tante persone scelgono di venire a curarsi per la qualità dei nostri servizi. I risultati positivi, però, non devono farci smettere di ripensarci e innovarci, per essere capaci di dare risposte alle persone più deboli e in difficoltà, che la crisi economica, anche in Emilia-Romagna, rischia di lasciare ai margini. Serve una svolta verde, che tenga insieme la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo economico, a partire da un investimento sulla mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana: è quello che ci chiedono anche i tanti giovani dei “Fridays for future” che sono tornati nelle piazze a manifestare per il clima.

Quale sarà il suo ruolo? Si è parlato nei giorni scorsi di un derby di candidature faentine, nelle liste regionali, tra lei e l’assessore Domizio Piroddi…
Non nego che il termine mi abbia stupita: i derby, solitamente, si fanno con gli avversari. E la lista “Insieme per cambiare”, fino a prova contraria, è parte attiva della coalizione che sostiene l’Amministrazione Malpezzi.

Nei giorni scorsi è arrivato un importante attestato di stima per il suo lavoro da parte del coordinatore Pd dell’Unione, Fabio Anconelli. Nel caso non si ricandidasse, Faenza non rischia di perdere la rappresentanza all’interno del consiglio regionale?
Nel 2014, quando il Partito democratico mi candidò alle elezioni, nessuno scommetteva sulla mia elezione: erano vent’anni che un faentino non entrava, con le preferenze, in Regione. Quindi, indipendentemente da quello che sarà il mio ruolo, perché i destini dei singoli vengono sempre dopo, penso ci sia la possibilità di riportare un rappresentante del nostro territorio in Consiglio regionale. In ogni caso, io mi impegnerò per raggiungere questo obiettivo.

Manuela Rontini e l’Italia Viva di Renzi: “Con Matteo c’è una solida amicizia, ma voglio continuare a impegnarmi nel progetto Pd”

Lei è sempre stata legatissima a Matteo Renzi. Come mai ha deciso di non seguirlo nel suo nuovo progetto di Italia Viva?
Lo sono ancora, con Matteo ho un solido rapporto di amicizia e stima. Se ho scelto di restare nel Partito democratico è perché voglio continuare ad impegnarmi per l’obiettivo con cui il Pd nacque il 14 ottobre di dodici anni fa: dar vita ad una grande forza popolare intorno a cui raccogliere le tradizioni politiche laiche e cattoliche di centro-sinistra, per rimettere l’Italia in cammino e tornare a essere in sintonia con i reali bisogni delle persone e delle famiglie.

Verso Faenza 2020, Rontini: “Disponibile a mettermi al servizio della città, ma verrà deciso nelle sedi opportune”

Sono state giornate intense all’interno del Pd sui giornali locali. Dopo l’intervista a Niccolò Bosi sul Resto del Carlino, su Settesere di venerdì 18 ottobre viene indicata praticamente per certa la sua candidatura alle comunali. Qual è la posizione di Manuela Rontini, rispetto agli articoli che sono emersi?
Quando ci sia avvicina alle elezioni il gossip sulle candidature tende sempre ad aumentare, è normale. A volte è semplice tattica, in certi casi può sfuggire una frase in più… Io, nel frattempo, preferisco continuare a lavorare a testa bassa, con passione e determinazione. C’è la mia disponibilità a mettermi a servizio della città e in ascolto dei bisogni dei faentini, ma un eventuale impegno lo decideremo insieme, al momento opportuno e nelle sedi deputate.

Non pensa che queste discussioni – fondate o meno che siano – diano comunque l’immagine di un Pd faentino diviso, nonostante le parole di ieri di Anconelli?
Diciamo che sicuramente danno l’idea di un Partito plurale e vivace, un Partito che anche alle ultime elezioni Europee, nonostante tutto, è rimasto la prima forza politica in città, pur consapevole di non essere autosufficiente.

Si sente dire da più parti: “Prima i programmi, e poi il nome del candidato”. Dunque, allo stato attuale, quali sono i punti programmatici su cui puntare per Faenza 2020? Quali sono i bisogni di questa città e quali invece le potenzialità da valorizzare?
La realizzazione del programma è il lavoro più importante a cui siamo chiamati. Già prima dell’estate il Partito democratico si è fatto promotore di un serio percorso di confronto con le altre forze politiche, ad iniziare da quelle che compongono l’attuale maggioranza, e di ascolto delle persone e delle varie espressioni della città. Provare a farne una sintesi è prematuro. Una cosa però è certa. Dovremo mettere al centro il futuro sostenibile delle nostre comunità: sogno una Faenza che tra dieci anni sia esempio virtuoso per la capacità di coniugare sviluppo e qualità della vita.

Oltre a programmi e nomi, secondo lei cosa deve fare il centrosinistra per invertire la rotta del calo di consensi che si è registrato negli ultimi anni a Faenza?
A livello locale il senso di responsabilità di alcune scelte sembra a volte non pagare, mentre chi sta all’opposizione può limitarsi a denunciare le cose che non vanno. Una tendenza per me molto evidente a livello nazionale, dove si ha spesso la sensazione che le decisioni di chi governa vengano prese in funzione della paura di perdere consenso e non per fare ciò che occorrerebbe fare davvero. Penso invece che essere sinceri e credibili oggi, possa anche pagare elettoralmente domani. Poi certamente dobbiamo tornare a essere una forza popolare, capace di mettersi in ascolto dei bisogni diffusi della comunità, stando tra la gente, partecipando alla vita della nostra città. Nel mio piccolo, in questi anni, ho cercato di farlo.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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