Incendio Lotras Faenza: 15 mln di euro di danni e tanti temi aperti

Conclusa la fase emergenziale, scatta ora la ‘fase 2′ per quanto riguarda l’incendio del magazzino Lotras System di Faenza, con tante questioni da risolvere che si trascineranno lungo i prossimi mesi. Dall’impatto ambientale alla salute dei cittadini (in particolare per quanto riguarda la possibile contaminazione di prodotti agroalimentari del territorio) alle risorse economiche necessarie per far fronte a tutti gli interventi di bonifica (si è stimato un danno economico dai 15 ai 20 milioni di euro) fino alle responsabilità – dolose o colpose – dell’incendio, sono diversi i fascicoli aperti sulle scrivanie dei diversi enti coinvolti che si protrarranno ancora a lungo.

I temi aperti nel breve e nel lungo termine

Nei prossimi giorni dovrebbe uscire la nota dell’Ausl sullo stato di salute dei prodotti agroalimentari che potrebbero essere stati contaminati nei giorni scorsi dalla diossina; dal punto di vista investigativo incomincerà a farsi luce sulle cause dell’incendio, dove al momento non viene esclusa la pista dolosa; mentre per far fonte ai primi indispensabili interventi di bonifica sono da mettere sul campo in breve tempo 2 milioni di euro (dei 15-20 stimati complessivi) in attesa che vengano definite le responsabilità civili e penali. Operazioni dal costo significativo, per i quali «il responsabile amministrativo è il gestore dell’area dove hanno avuto sorgente le sostanze contaminanti» precisa il sindaco Malpezzi sul Resto del Carlino, ma è possibile che questi primi 2 milioni di euro debbano essere anticipati dal Comune di Faenza tramite una variazione di bilancio, in attesa che l’iter burocratico e investigativo faccia il suo corso e restituisca al Comune quanto dato.

Chiusa la ‘fase 1’, ma è presto per scrivere la parola ‘fine’ all’incendio di via Deruta

Undici giorni, oltre 21mila metri quadrati di magazzino in fiamme, centinaia di persone coinvolte giorno e notte nello spegnimento: sono questi alcuni numeri che hanno caratterizzato la ‘fase 1’ dell’incendio, scoppiato nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 agosto e divampato in pochissimo tempo, che ha visto gli uomini dei Vigili del Fuoco coordinati dal comandante Ermanno Andriotto ‘combattere’ contro un’immensa nuvola di fiamme e fumo visibile a km e km che bruciava tra le altre cose gomma, plastica e olio alimentare.

Oltre ai danni ambientali, significative anche le ricadute economiche e occupazionali: con l’incendio sono andati in fumo tonnellate e tonnellate di materiali contenuti all’interno del magazzino della Lotras System, società di logistica integrata guidata dal foggiano Armando De Girolamo, in cui lavoravano 40 dipendenti che potevano arrivare fino a un centinaio nei momenti di picco. I materiali all’interno del magazzino erano di altre aziende del territorio, coinvolte così direttamente nell’incendio: i dipendenti della Vulcaflex di Cotignola, per esempio, sono stati richiamati immediatamente dalle ferie per non perdere importanti commissioni. Solo martedì 20 agosto, con una riunione tecnica, il Centro operativo misto (Com) ha dichiarato chiusa la fase emergenziale dell’incendio che ha visto coinvolti nei giorni scorsi Vigili del Fuoco, Prefettura, Comune, Arpae, Protezione civile, Ausl, Protezione civile, volontari. Restano però tanti nodi da sciogliere prima di voltare definitivamente pagina.

Qualità dell’aria e diossine: si attendono i dati Ausl sui prodotti agroalimentari

«Faentini, chiudete le finestre»: è stato questo il primo invito ai concittadini dal sindaco Giovanni Malpezzi, che sul campo ha seguito tutte le varie operazioni di spegnimento. Si è dovuto attendere le note delle analisi effettuate da Arpae – quelle relative alla diossina arrivate martedì 13 agosto, ndr) prima di avere un quadro oggettivo sulla qualità dell’aria e tornare così a poter “riaprire le finestre”. Dopo i picchi di diossina presenti nell’aria dei primi giorni (in cui la molecola più tossica, la Tcdd, era ben oltre i limiti consigliati dell’Oms) la situazione è poi rientrata nella normalità, con percentuali inferiori a prima dell’incendio. Tuttavia resta il problema dei prodotti agroalimentari: la contaminazione per diossina infatti avviene principalmente attraverso alimenti come frutta e verdura e, ancor più nello specifico, uova, latte e carne. Se per frutta e verdura rimane ancora in vigore l’accorgimento segnalato dal sindaco Malpezzi (lavare bene frutta e verdura), sugli altri alimenti si è in attesa delle ulteriori analisi di Ausl Romagna che dovrebbero essere pubblicate nel corso di questa settimana.

valori diossine Faenza

Per quanto riguarda la polemica sulle postazioni dei campionamenti per monitorare la qualità dell’aria, Arpae ha chiarito che il campionatore ad alto volume per la ricerca di diossine/furani è stato posizionato nei pressi della Scuola elementare “don Milani” di Faenza valutandone la sistemazione con il centro meteorologico. Nel momento del posizionamento sono stati valutati i venti (bassa quota e alta quota), il tipo di emissione (che nel caso di un incendio è definita “non-controllata”) e il modo in cui andava a formarsi il pinnacolo di fumo sopra l’incendio. La considerazione di questi aspetti è servita per identificare la zona nella quale ci sarebbe stata la più alta probabilità di ricadute nei giorni dell’incendio e a seguire.

Approfondimento sulle diossine

Sotto controllo la situazione delle acque e dei canali

Sotto controllo anche la situazione delle acque dei canali faentini, che hanno rappresentato una sfida altrettanto difficoltosa quanto quella dello spegnimento dell’incendio, con olio alimentare e schiuma inquinante che rischiavano di contaminare i terreni degli agricoltori e arrivare poi fino al mare. «Per quanto riguarda i rifiuti liquidi – spiega Canzio Camuffo, direttore di Faenza Spurghi, una delle ditte che con Hera sta eseguendo queste operazioni – siamo riusciti a rimuovere mediamente mille metri cubi al giorno e oggi (mercoledì 21 agosto, ndr) possiamo dire che qualsiasi rischio di inquinamento è stato scongiurato. E’ stato un lavoro impegnativo, che abbiamo portato a compimento grazie all’indispensabile supporto del Consorzio di Bonifica, che con la professionalità dei suoi ingegneri ci ha guidato nelle operazioni». Prese anche contromisure contro possibili ulteriori danni ambientali. «Il perimetro del magazzino è stato isolato – prosegue Camuffo – e sono state prese precauzioni anche qualora dovesse piovere: l’acqua piovana entrerebbe infatti in contatto con i materiali inquinanti, ossia i residui dell’incendio, ancora presenti in quell’area e metterebbero a rischio nuovamente i canali». Per la rimozione del materiale del magazzino, ancora sotto sequestro, bisognerà invece attendere l’ok della procura.

Proseguono le operazioni per posizionare panne sul canale Vetro, per permettere l’aspirazione degli scarichi di oli dell’incendio Lotras (Foto: G. Marchi).
Molti lavori fermi in attesa che vengano accertate le responsabilità

Scongiurare il pericolo imminente è solo il primo passo di queste importanti operazioni, ma resta poi da intervenire per smaltire questi rifiuti e la risistemazione dell’area con la bonifica dei terreni, così come le fognature di via Deruta, operazioni che dureranno ancora una decina di giorni.«Parte dei liquidi raccolti sono già andati a smaltimento in vari impianti specifici del territori, sia a livello provinciale e regionale ma non solo – spiega Camuffo – Adesso un grosso quantitativo inquinante è all’interno di un bacino di laminazione del Comune ed è in attesa di essere prelevato: per quest’ultimo si tratterà di un lavoro di qualche mese per portarlo a conclusione, ma prima devono essere effettuati alcuni passaggi burocratici fondamentali».

Danni stimati in 15 milioni di euro

Passaggi che saranno definiti nelle aule di tribunale e per i quali ci vorrà ancora molto tempo prima di far chiarezza. Nel frattempo i costi complessivi delle varie operazioni sono stati stimati in 15 milioni di euro, e 2 milioni di euro sono da investire subito per pagare le azioni già effettuate: soldi che potrebbero essere anticipati dal Comune in attesa che vengano definite in tutti i suoi aspetti le responsabilità della Lotras System e le eventuali coperture assicurative. Si tratta però di una cifra considerevole di cui farsi carico per un’amministrazione pubblica, non è escluso dunque che nei prossimi giorni intervengano altri enti, come la Regione, a dare supporto per coprire queste spese.

Per quanto riguarda il futuro di quest’azienda, il presidente Armando De Girolamo all’indomani dell’incendio che ha completamente distrutto lo stabilimento di Faenza aveva dichiarato: «Un pensiero particolare sento di rivolgere a dipendenti e collaboratori di Lotras System che si sono immediatamente prodigati per assicurare, attraverso altre nostre strutture, la continuità dell’attività, con l’obiettivo a breve del ripristino nella sua interezza. Questo perché non intendiamo vanificare anni di dedizione e investimenti, finalizzati alla realizzazione di una realtà economica di riferimento per la comunità faentina e delle realtà limitrofe, alle quali – conclude Armando De Girolamo – ribadiamo la volontà di Lotras System di proseguire nell’impegno, nell’interesse del territorio e delle centinaia di famiglie interessate dall’attività aziendale».

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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