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L’altra faccia dell’imprenditoria: Nicola Fiorentini, giovane startupper di Faenza

È di meno di un mese fa l’articolo pubblicato sul Post, firmato da Isaia Invernizzi e Valentina Lovato, in cui viene descritta la struttura organizzativa della logistica in Emilia-Romagna, denunciandone metodi di sfruttamento che purtroppo sono anche uno dei motivi per cui il settore in regione è cresciuto così in fretta. Da queste storie emerge prima di tutto come i temi etici nel mercato del lavoro siano ignorati da più parti: imprenditori, dirigenti, politica. È innegabile, infatti, che lo sviluppo di modelli imprenditoriali che affianchino il profitto aziendale a obiettivi etici di benessere organizzativo richiedano uno sforzo sinergico. Non che sia tutto fermo alla rivoluzione industriale del ‘700: negli ultimi trent’anni sono nate iniziative come Ethics and Young Entrepreneurs in Europe, progetto finanziato dal programma Erasmus+ e dall’Unione europea per diffondere tra i giovani la cultura imprenditoriale basata sull’etica; esistono corsi e finanziamenti per colmare il gender gap e aiutare le donne ad avviare una loro carriera professionale da imprenditrici; inoltre, molte aziende si stanno dimostrando attente al bisogno dei propri clienti di riconoscersi non solo in un prodotto, ma anche nelle politiche aziendali, per esempio virando su un modello di green economy (un caso romagnolo è quello di Caviro, che negli ultimi sei anni ha investito più di cento milioni di euro per la riduzione del suo impatto ambientale).

Il cambiamento passa dalla corresponsabilità sociale

Tuttavia, il vero cambiamento avverrà quando le parole “etica” e “imprenditoria” non verranno più inserite in un titolo di giornale per fare notizia. A questo proposito, Corrado Passera, che ha presidiato il Ministero dello Sviluppo Economico e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti ai tempi del presidente Monti, ha dichiarato: «La responsabilità di fare la “società buona” è di tutti e merita di essere una responsabilità condivisa, a cui dobbiamo dedicare del tempo e delle risorse. Non possiamo delegare il bene comune a nessuno, neanche allo Stato». Il concetto di corresponsabilità sociale dovrebbe essere insegnato nelle scuole e ha un suo significato universale, ignorato per troppo tempo a livello imprenditoriale (salvo alcune eclatanti eccezioni, come il “capitalismo umanistico” dello stilista Bruno Cucinelli).

Impresa etica: un esempio faentino

A fare da apripista a un nuovo approccio imprenditoriale sono i più giovani, e Faenza ha un esempio in casa di come si possa essere imprenditori con sane ambizioni senza dover giocare al ribasso con i propri valori: Nicola Fiorentini, 29 anni, innovation manager e co-fondatore di DiWine Experinces  e Growth Labb, ma anche insegnante presso l’Istituto Europeo di Design (IED). «Nel mio percorso di studi ho approfondito il marketing aziendale e, trovandolo a volte manipolatorio, non mi sentivo per niente rappresentato. Volevo apprendere le tecniche di comunicazione marketing per fare del bene, perciò ho studiato, ma anche lavorato e portato avanti la mia esperienza di volontariato, cercando di capire le differenze tra questi due mondi – profit e non profit. A

livello di competenze non cambia tanto, cambiano le finalità». Durante la sua presidenza della sede locale dell’associazione Mani Tese, un’organizzazione non governativa attiva dal 1964, i volontari sono passati da 5 a 40, con 60 eventi in due anni e 40mila euro raccolti. Da allora, ha cercato di creare un suo percorso ibrido e trovare una collocazione nel mondo del lavoro che rispecchiasse i suoi ideali, fondando la sua prima start up e intraprendendo delle attività di public speaking, che sono sfociate poi nella docenza allo IED: «Vengo da un contesto socio-culturale non abbiente e ho iniziato molto presto a lavorare per esigenza, ma ben presto ho capito che è l’essere umano che ti arricchisce davvero, non i soldi. I soldi sono semplicemente un mezzo per raggiungere degli obiettivi, il mio è quello di fare impresa per poter preservare la mia libertà individuale e di dedicare tempo a divulgare pratiche virtuose per essere di esempio per altri che magari non hanno ancora trovato il coraggio di prendere queste scelte e fare imprenditoria con più consapevolezza». La sua nuova impresa, Growth Labb, è nata in pieno periodo pandemico per fornire analisi di mercato e supporto strategico e digitale agli imprenditori che vogliono vendere attraverso Amazon. «Siamo un esempio di come le opportunità possono nascere dalle crisi, basta saperle cogliere. Già dopo sei mesi, il nostro obiettivo per il 2022 è posizionarci come punto di riferimento in Italia per quello che facciamo e ciò ci riempie di orgoglio. Questo è quello che cerco di trasmettere quando parlo a ragazzi della mia età: ci sono spazio e opportunità per tutti». La start up presenta un gruppo all’80% femminile e collabora con l’associazione Sci-Tech, che lotta contro il digital gender gap: un altro modo per dire che, attraverso le scelte aziendali, si possono veicolare messaggi e cambiamenti.

I webinar di Growth Labb

Growth Labb nasce quindi come sostegno etico all’imprenditoria e si propone di contribuire alla ripartenza economica anche con un occhio di riguardo per il territorio, contribuendo ad un ribaltamento di prospettiva culturale. Se da un lato va incentivato l’acquisto nei negozi di vicinato e il supporto alle attività locali, dall’altro queste realtà vanno accompagnate e consapevolizzate nel percorso spesso insidioso della transizione digitale, volgendo a loro favore le dinamiche dei consumi: «la transizione digitale è un fenomeno ormai avviato – aggiunge Fiorentini – e il nostro compito è aiutare le imprese ad affrontarlo al meglio, dotandole degli strumenti necessari, senza avere come unico scopo il profitto».

A partire da questa visione del digitale è stato elaborato il progetto “È un’impresa?! Lezioni per un approccio etico al mondo e-commerce” che, in un ciclo di 3 appuntamenti da febbraio a giugno, coinvolgerà attività produttive e imprenditori del territorio in webinar gratuiti finalizzati all’approfondimento della tematica e-commerce, con spunti e prospettive riguardo al contesto Amazon. Inoltre è recentissimo il coinvolgimento di Fiorentini e Growth Labb in Officine On/Off, realtà parmense con cui verrà sviluppato un format web divulgativo rivolto a giovani aspiranti start upper, freelance e imprenditori.  «L’iniziativa dei webinar, rigorosamente gratuiti, partirà con il nuovo anno – spiega Fiorentini – con l’obiettivo pratico e concreto di prendere per mano le attività locali nella presa di coscienza delle opportunità derivanti dal mercato digitale. Negli ultimi anni si sono diffusi diversi luoghi comuni che tratteggiano Amazon come un severo competitor delle attività locali: in realtà i dati di piccole e medie imprese che scelgono di investire su Amazon sono positivi e in crescita, mostreremo e illustreremo anche questi. La nostra intenzione è dare un approccio etico al lavoro, a qualsiasi livello di impresa offriamo sempre supporto strategico e di analisi gratuito, perché le imprese, una volta consapevolizzate, possano scegliere ciò che ritengono più giusto per la loro attività. In questo momento critico è nostro dovere e volontà impiegare tempo e risorse a fianco dei nostri imprenditori. Nei webinar, oltre alle grandi opportunità derivanti dal market place, racconteremo come funziona la vendita in Amazon, quali sono i costi e quali i guadagni potenziali, quali le azioni e le riflessioni da attuare prima di decidere di investire in una piattaforma di questo tipo».

 

Maria Rivola

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