“La città dei matti” raccontata da Matteo Banzola alla Bottega Bertaccini
Tetri, cupi e disperati. È questa, nell’immaginario comune, l’idea che si ha dei manicomi. Eppure, proprio vicino alle nostre zone, esistevano tra Ottocento e Novecento anche dei manicomi modello che furono fondamentali nella storia della psichiatria. A parlarcene è il nuovo libro di Matteo Banzola, “Il manicomio modello”, che sarà presentato alle ore 18 di venerdì 26 febbraio alla Bottega Bertaccini.
I manicomi: città nelle città
Da sempre, almeno qua in Romagna, Imola è conosciuta come “la città dei matti”. La nomea si spiega col fatto che, a partire dall’Ottocento, nella città sul Santerno sono state costruite due importanti strutture manicomiali, il Manicomio centrale e il Manicomio dell’Osservanza. Le dimensioni e la portata di questi edifici è tale che possono essere definiti vere e proprie città nate all’interno della città.
Nel 1904 la prima legge sui manicomi
Basato su una ricerca archivistica lunga e complessa, il libro di Matteo Banzola (che collabora con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Ravenna) fa luce su una vicenda fondamentale per la storia di Imola. Il libro sviscera cent’anni di storia ed ha inizio nel periodo napoleonico fermandosi poi volutamente con la prima legge italiana sui manicomi del 1904. Cenr’anni attraverso cui si riesce appieno a comprendere l’importanza delle strutture manicomiali imolesi non solo per la città ma in un più ampio panorama nazionale ed europeo nel quale Imola fu punto di riferimento spesso presa a modello. Il manicomio di Imola ha tra gli altri ospitato nelle sue stanze il poeta marradese Dino Campana.