Il meglio deve ancora venire di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte
Arthur e César sono grandi amici da una vita e due poli opposti: mentre il primo è retto e attento alle regole, con un matrimonio e una figlia alle spalle con cui tuttavia non c’è un buon rapporto, il secondo è un uomo frivolo e istintivo, senza una fissa dimora e che cerca di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Un giorno, quasi per scherzo, Arthur viene a sapere che César è malato di cancro ai polmoni. Da qui si innescano una serie di equivoci che porteranno i due a credere che sia l’altro il malato, per cui la missione di entrambi diverrà quella di far passare all’amico l’ultimo periodo della sua vita al massimo, soddisfandone i desideri più reconditi mai realizzati. Il soggetto alla base di Il meglio deve ancora venire trae ispirazione dalla classica commedia francese: divertente, ironica ma delicata, sempre attenta all’argomento cui si approccia. Non a caso si è paragonato questo film all’ormai noto Quasi amici, che con altrettanto spasso e ottimismo conduceva i due protagonisti, legati da una sincera amicizia, ad affrontare forti drammi e difficili vicissitudini.
Il meglio deve ancora venire: la storia di una grande amicizia
In questo film aleggia invece l’ombra della malattia e dell’inevitabile fine, verso cui si spera sempre ci possa essere una scappatoia. Il pretesto di raggiungere il termine di un percorso diviene per Arthur e César un mezzo utile a conoscersi ancora meglio, a sbattere la testa sui rimpianti e sui fallimenti, a cercare di porre un rimedio prima che sia davvero troppo tardi. Non si cerca di ignorare o sottovalutare l’argomento cardine (che fa anche da motore a tutti gli eventi), ma anzi lo si sfrutta per inneggiare all’importanza della vita qui e ora, senza rinunciare a strappare una risata in qualsiasi momento. In questo sono bravissimi gli attori protagonisti e la complicità sullo schermo è totale al punto da farci affezionare fino in fondo ai loro personaggi.
I due registi nuovamente alle prese con il gioco degli equivoci
L’ironia degli autori de La Patellière e Delaporte sarà già nota a chi ha visionato il loro precedente film, Cena tra amici (in cui troviamo di nuovo l’attore Patrick Bruel in un ruolo molto simile), tratto dalla loro opera teatrale Le Prénom, completamente ambientata durante una cena in cui il gioco degli equivoci tra i personaggi assume proporzioni via via più elevate. Si gioca su questo fattore anche in questo nuovo lavoro, ma scavando maggiormente nel melò e riducendo l’abbondante satira sociale e politica presente in Cena tra amici. Una piccola curiosità locale: per via della sua struttura fortemente teatrale, la commedia Le Prénom è stata ritradotta e portata in scena a Faenza dalla compagnia A.d.E. nell’ultimo anno, con il titolo Un nome per cena.
Comicità e amarezza che si alternano l’una all’altra
Il meglio deve ancora venire tralascia invece questo aspetto per proporre un vero e proprio viaggio di riscoperta e di ricerca della vita vera, interamente dettato dall’equilibrio dei due personaggi che nel corso della loro avventura si scontrano, si chiariscono e si riabbracciano costantemente. Ci viene così raccontata un’amicizia nel momento più difficile di tutti, e di come essa possa resistere a qualsiasi sferzata. Certo, spesso il dramma irrompe senza alcuna gradualità e si può rimanere spaesati nel ritrovarsi dalla comicità totale all’amara riflessione indotta dagli eventi in pochi secondi. Ma forse era proprio ciò che i due autori volevano suscitare.
Alessandro Leoni