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I simboli del Natale: gli auguri da parte della redazione

Giunti alla vigilia di Natale dell’anno 2019, come oramai prassi della redazione, non vi proponiamo una semplice cartolina, ma una storia di Natale. Per la verità, quest’anno ve ne regaliamo diverse: sono i racconti delle tradizioni dei simboli che utilizziamo il 25 dicembre (la nostra preferita è l’ultima). Lo facciamo perchè crediamo che dietro ad ogni gesto ci debba sempre essere un senso, ciò su cui dobbiamo fondarci principalmente, senza mai dimenticarlo.

Buon Natale dalla redazione di Buonsenso@Faenza.

L’Albero di Natale

L’origine risale all’epoca romana, in cui ogni casa veniva addobbata con rami di pino durante le calendae di gennaio. Nel tempo, la tradizione si è trasformata fino a quando nel 1441, a Tallin, venne per la prima volta allestito un abete, un sempreverde, nella piazza centrale e arricchito con frutti e fiori. L’usanza di utilizzare una pianta il cui fogliamo resiste al freddo richiama il simbolo della sopravvivenza.

Babbo Natale

Babbo Natale è una figura nata negli Stati Uniti d’America nei primi del ‘900. Colui che noi chiamiamo Santa Claus è in realtà San Nicola, patrono dei bambini e custode della loro salute. Nato nel 270 circa in Turchia da ricca famiglia, è stato Vescovo di Mira, dove grazie al suo denaro, ha aiutato molti bambini. Oggi, San Nicola è patrono della Russia, della Grecia e della Turchia.

Il Presepe di Greccio

Lo dice il nome, il primo presepe fu creato a Greccio nel 1223 su richiesta di San Francesco d’Assisi. L’istituzione del simbolo cristiano viene narrata nelle Fonti Francescane: “Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”

Il Pungitopo

Vi sarete chiesti almeno una volta nella vita il motivo di questo nome. Ebbene, in passato i rami tagliati della pianta venivano utilizzati per proteggere le provviste alimentari dai topi. Nel nostro Natale, il pungitopo con le sue bacche rosse è simbolo di ricchezza e fortuna. E’, inoltre, un sempreverde, quindi simboleggia la sopravvivenza e la vita.

L’agrifoglio

Innanzitutto Agrifoglio e Pungitopo non sono la stessa cosa. Il primo ha infatti bacche globose e raccolte a grappolo. Il simbolo natalizio ha origine nella cultura pagana, poi raccolta in quella cristiana: una pianta di buon auspicio che protegge dai demoni.

Vischio

Conoscete le vicende degli dei scandinavi? Freya, dea dell’amore aveva due figli, Balder e Loki che procurò la morte a suo fratello. La madre lo pianse ininterrottamente al punto che una delle sue lacrimo cadde su una pianta di vischio che, a contatto con essa, ridiede la vita a Balder. La gioia incontenibile di Freya fu tale da decidere di ricompensare con un bacio, il bacio di Freya, tutti coloro fosse passati sotto il vischio.

Le palline di Natale

Ci troviamo a Goetzenbruck, nell’inverno del 1858. A quel tempo, con una tradizione che risaliva fino al medioevo, ogni albero di natale veniva addobbato con mele rosse, simbolo che richiamava l’Albero del Paradiso biblico.  Quell’anno il paese subì forte siccità a ci fu una riduzione nel raccolto, con l’impossibilità di utilizzare le mele per ornare gli alberi. Fu allora che un soffiatore di vetro della città, decise di sostituire le mele con palline di vetro soffiato

Francesco Ghini

Mi occupo di comunicazione, marketing sanitario e formazione. Nel 2014 ho fondato il blog online Buonsenso@Faenza. Con un passato da ricercatore e un dottorato in Medicina Molecolare, oggi collaboro con diverse aziende come consulente per la comunicazione, sviluppo di business, sviluppo della identità del brand e quale organizzatore di eventi formativi e divulgativi nazionali e internazionali.

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