Alla Bottega Bertaccini il ricordo di Giovanni Nadiani, a 3 anni dalla scomparsa
Sono passati tre anni dalla morte di Giovanni Nadiani, tre anni di assenza nella vita della sua famiglia e di quanti lo hanno avuto come amico, come collega, come maestro. Ma ha lasciato un grande vuoto anche nella poesia della Romagna, con la sua lingua bastarda e meticcia che ha fatto incontrare e contaminare il dialetto con l’italiano e le lingue straniere. E ancora: un vuoto di pensiero, il suo sguardo insieme drammatico e ironico sulla nostra contemporaneità, «in una provincia – come ha osservato Alberto Bertoni – assimilata con velocità sempre più vertiginosa ai vizi e ai vezzi di un Occidente allo sbando, deserto di memoria e di punti di riferimento». Quest’anno lo ricordiamo venerdì 26 luglio 2019, alle ore 21 alla Bottega Bertaccini di Faenza con una serata speciale dal titolo “Dagli assetati campi” che riprende il titolo del suo primo libro pubblicato nel 1984. Ascolteremo le testimonianze e le letture di tre personaggi che hanno condiviso con lui un tratto d’arte e di vita: i poeti Nevio Spadoni ed Elio Pezzi e l’attore e autore Gianni Parmiani. A legare i loro interventi ci penserà la fisarmonica di Bardh Jakova con musiche dalla tradizione balcanica.
L’evento venerdì 26 luglio alle ore 21, letture e testimonianze
C’è una frase di Bertolt Brecht, poeta, scrittore, drammaturgo ma anche uomo fortemente impegnato nella politica del suo tempo, una frase che ben riassume la vita e l’eredità di Giovanni Nadiani: «Non lasciatevi ingannare che la vita sia poca cosa. Bevetela a rapide sorsate. Non vi potrà bastare quando dovrete andarvene». Ci manca anche per questo, per la sua forza, per la sua instancabile ricerca di qualcosa di nuovo da conoscere o da sperimentare. Per la sua vastità di impegni e di interessi, ci tocca scomodare anche Ippolito Pindemonte quando definiva l’Ulisse omerico “quell’uom di multiforme ingegno”. Giovanni era anche lui a suo modo un navigatore, uno scopritore di mondi e un inventore di linguaggi.