Lo studiolo di Dionigi Strocchi e la Sala del Settecento: tornano le Giornate Fai 2019 a Faenza
Apprendisti ciceroni che racconteranno come è nata la sala dove studiava il grande letterato Dionigi Strocchi e che presenteranno uno dei luoghi più significativi della Biblioteca Manfrediana. Si alza il sipario sulla 27^ edizione delle Giornate Fai di Primavera, che si terranno in tutta Italia sabato 23 e domenica 24 marzo 2019. Una grande festa per promuovere il bello, a volte nascosto, del patrimonio culturale e ambientale del nostro territorio, portando a conoscere oltre 1.100 luoghi sparsi lungo tutta la Penisola. Anche il Gruppo Fai Faenza, come da diversi anni, partecipa all’iniziativa e grazie al contributo dei propri volontari e di 63 studenti ‘apprendisti ciceroni’ punterà i riflettori su due spazi poco conosciuti capaci di raccontare la storia della città. Quest’anno – anche per seguire il tema delle Giornate Fai 2019, “I luoghi di formazione culturale” – la scelta è ricaduta su Palazzo Archi in corso Garibaldi e sulla Sala del Settecento della biblioteca Comunale. Il primo presenta all’interno un gioiello neoclassico, lo studiolo di Dionigi Strocchi (1762-1850), che affidò le decorazioni a Felice Giani. Il secondo è uno degli ambienti più belli e affascinanti della Biblioteca, normalmente visitabile solo su prenotazione.
Nel 2018 a Faenza 2.500 visitatori, più che a Ravenna
Quello delle Giornate Fai di Primavera è evento sempre più consolidato e capace di coinvolgere sempre più visitatori che vogliono scoprire il lato più nascosto delle città d’arte. E i risultati, in particolare a Faenza, non si sono fatti attendere. «Negli anni le Giornate Fai hanno portato sempre più partecipazione di pubblico – commenta il presidente uscente del Gruppo Fai Faenza, Gian Luca Zoli – L’anno scorso nel comprensorio faentino abbiamo avuto nella due giorni 2.500 visitatori, risultando essere i primi in provincia, davanti persino a Ravenna». Anche per il 2019 ci si attende grande affluenza. «Quest’anno sono particolarmente felice per la scelta dei luoghi – commenta Zoli – Oltre a salvaguardare il patrimonio storico c’è volontà di proporre luoghi creativi e di formazione. L’atto creativo è di per sé rottura, e i grandi movimenti culturali creano una frattura col passato».
Gian Luca Zoli lascerà dopo quest’anno la direzione del Gruppo Fai Faenza. «Quella portata avanti in questi anni è stata una collaborazione proficua – afferma l’assessore alla Cultura Massimo Isola – Il Fai ha sempre cercato di fare squadra con diverse realtà culturali del territorio, creando una rete a beneficio di tutti. Queste Giornate ci ricordano come tutelare la tradizione sia un gesto importante e non sconnesso dalla quotidianità». Anche quest’anno saranno coinvolti gli istituti superiori faentini, con 63 studenti partecipanti come apprendisti ciceroni o fotografi. «C’è un po’ di delusione – ammette Zoli – per la partecipazione degli studenti del Polo liceale faentino che sono in numero molto esiguo. Probabilmente gli insegnanti dovrebbero proporre maggiormente queste iniziative che portano i ragazzi a conoscere le bellezze del loro territorio».
Palazzo Archi: lo Studiolo di Dionigi Strocchi
Andare alla scoperta del laboratorio creativo di uno dei faentini più colti di ogni tempo. Come scrive Roberto Marocci nel sito Historia Faentina, «Dionigi Strocchi fu iscritto a tutte le maggiori Accademie d’Italia, Crusca compresa, e fu autore di propri scritti originali, versi, elogi e discorsi accademici. Tra le sue varie opere letterarie, vanno principalmente ricordate le traduzioni dal greco degli Inni di Callimaco e dell’Inno a Venere di Omero, quelle dal latino delle Georgiche e delle Bucoliche di Virgilio, nonché la trasposizione in lingua italiana delle poesie di Ludovico I Re di Baviera. Il grande letterato possedette il Palazzo, situato in corso Garibaldi 19, dal 1807 al 1815 e, all’incirca nel 1808, commissionò all’amico Felice Giani, la decorazione del proprio studio».
Previsti nel pomeriggio anche danza e musica ad accompagnare le visite
La visita al piccolo e raffinato studiolo, impreziosito dalle raffigurazioni, non a caso, degli Inni di Callimaco, sarà accompagnata da un’interpretazione musicale e danzata del ciclo pittorico del gruppo musicale Cavaleon di Milano e della compagnia Iris di Faenza. Cavaleon è un gruppo di quattro artisti, tra cui il polistrumentista e cantautore Leo Einaudi, la cantautrice Giulia Vallisari, il musicista elettronico Federico Cerati e il batterista Agostino Ghetti. Le tracce minimali ed evocative sono strutturate dal contrasto della voce ruvida di Einaudi ed eterea di Vallisari. La compagnia Iris si occupa di formazione e produzione di teatrodanza, antropologia, educazione e cura attraverso il movimento. Fondatrici del progetto sono le due ballerine Valentina Caggio e Paola Ponti, entrambe coreografe ed insegnanti con esperienze nazionali ed internazionali. Le visite sono a cura di apprendisti ciceroni del liceo “Torricelli – Ballardini”, I.P. “Persolino – Strocchi”, I.T.C. “Oriani”.
Biblioteca: gli apprendisti ciceroni fanno conoscere la Sala del Settecento
Fra gli ambienti di maggior pregio della Biblioteca Comunale Manfrediana, situata nell’ex convento dei Servi di Maria del XIV secolo, c’è la Sala del Settecento, ambiente affascinante, normalmente non accessibile al pubblico il cui nome deriva dalle antiche scaffalature lignee settecentesche eseguite per conservare l’Archivio notarile del Mandamento di Faenza. Gli scaffali furono commissionati dal Comune di Faenza per l’Archivio Notarile nel 1784. Il complesso ligneo fu realizzato da Francesco Sangiorgi, su disegno di Luigi Gallignani, che approntò il disegno seguendo i nuovi moduli dello stile neoclassico che si andava diffondendo in città, soprattutto per opera dell’architetto Giuseppe Pistocchi.
Per le Giornate Fai di Primavera verrà inoltre allestita una piccola mostra di testi di botanica del Settecento. «Si tratta di uno spazio unico nel suo genere – commenta la direttrice della Manfrediana, Daniela Simonini – ed è bello che prosegua questa tradizione, la Biblioteca è un luogo di formazione ieri come oggi». «Si chiude periodo in cui abbiamo lavorato molto bene con il Fai di Faenza e speriamo ne possa iniziare uno nuovo altrettanto proficuo – conclude Benedetta Diamanti, dirigente Settore Cultura – una delle caratteristiche di Faenza è quella di essere una città molto conservatrice e chiusa, ricca di tesori nascosti, che il Fai che ci ha aiutato in questi anni a far conoscere a tutti i faentini».
Gli orari delle Giornate Fai 2019
In entrambi i luoghi le visite guidate sono sabato: 10-12.30 / 15-18 (ultimo ingresso 17.30); domenica: 10-12:30 / 15-18 (ultimo ingresso 17.30). L’intervento musicato e danzato a Palazzo Archi è previsto solo il pomeriggio.
Foto dello studiolo di Dionigi Strocchi: Franco Poletti