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In 40 anni a Faenza 4°C in più nel mese di gennaio: lo studio dei Fridays for Future

“Gennaio, tempo di passeggiate per la natura, a godere del tiepido sole e delle prime gioie della primavera in arrivo.” Fa sorridere questa frase, apparentemente fuori contesto ed errata nelle sue premesse; eppure, il mese di gennaio appena concluso ci ha fatto sperimentare temperature insolitamente alte, a tratti primaverili più che invernali; il “mese della merla” si è dimostrato più come il mese della rinascita della natura, delle prime margheritine sui prati e dei primi boccioli di fiori. Una strana coincidenza confinata a quest’anno? Un inverno insolitamente caldo, o un “tassello” di un quadro di trasformazioni climatiche più complesso che stanno colpendo anche il faentino?

Per scoprirlo i Fridays for future hanno realizzato uno studio climatologico, confrontando le temperature massime e minime che si sono registrate a Faenza nel periodo 2018-2020 con quelle del periodo 1998-2000 (vent’anni fa) e 1978-1980 (quarant’anni fa). Per ciascuno dei periodi presi in esame è stato calcolato la media delle temperature massime e minime di ogni singolo giorno del mese di gennaio nei singoli periodi di riferimento, insieme alla temperatura media mensile; da questi dati sono stati elaborati dei grafici.

Note metodologiche

I dati utilizzati per il seguente studio provengono da due diverse fonti: per le temperature di vent’anni fa e di quarant’anni fa si sono sfruttati i dati contenuti su “ERG5_Eraclito” di Arpae, una piattaforma open-source che mette a disposizione della comunità i dati climatici di ogni singola località emiliano-romagnola dal 1961 al 2018;  per le temperature nel periodo 2018-2020 non sono ancora disponibili i dati d’archivio di Arpae, ma solo dati provenienti dai singoli osservatori meteorologici. «Abbiamo quindi scelto di utilizzare – spiegano i Fridays faentini – i dati presenti nell’archivio dell’Osservatorio Meteorologico Comunale “E. Torricelli” che, per quanto debbano essere presi con cautela poiché non ancora “validati” da procedure statistiche, permettono di avere un’indicazione “di massima” piuttosto precisa di ciò che è successo a Faenza in questi ultimi anni».

Lo studio ha analizzato le temperature massime del mese di gennaio

grafico fridays for future

Partendo da un’analisi delle temperature massime “medie”, emerge subito come vi sia una forte differenza tra la temperatura di quarant’anni fa (in blu) e quella di adesso (in rosso). Ogni singolo punto nelle tre curve del grafico rappresenta la media delle temperature massime nel singolo giorno di gennaio; la curva rossa (oggi), assestandosi in una fascia di temperatura compresa tra gli 8 e i 13°C, è visibilmente più alta della linea blu (1978-1980), che rimane confinata nella fascia 2-10°C.

La temperatura media emersa a gennaio nel periodo 1978-1980 era di circa 5,2°C; quella attuale è ben più alta, all’incirca sui 9,5°C: una differenza di circa 4,3°C tra i due periodi, sintomatica di un cambiamento significativo nel microclima faentino; a riprova di ciò, si noti che nel periodo 1998-2000 (la curva verde) la temperatura media a gennaio è stata di circa 7,5°C, a metà tra le temperature del periodo 1978-1980 e 2018-2020.

Temperature minime: a gennaio nel 2018-20 a Faenza raramente si è sceso sotto lo zero

L’analisi delle temperature minime non appare particolarmente più confortante. Anche in questo caso la curva rossa (oggi) si trova molto sopra la curva blu, sintomatico del fatto che anche le temperature minime faentine nel mese di gennaio sono salite vertiginosamente nel corso degli anni.

Si può osservare come le temperature minime medie nel periodo 2018-2020 siano state, per quasi tutti i giorni del mese, sopra lo zero; un dettaglio che dovrebbe gettare una certa inquietudine, considerato che il mese di gennaio è uno dei più freddi dell’anno. La temperatura media mensile quarant’anni fa era di -1,6°C; ironicamente, oggi si assesta intorno ai +1,6°C.

Conclusioni: la necessità di mettere al centro il tema ambientale

Da questo studio è emerso un preoccupante incremento delle temperature faentine nel mese di gennaio, di ben 4°C nelle massime e 3°C nelle minime; ciò che preoccupa particolarmente è la velocità con la quale si è raggiunto tale aumento, essendo avvenuto in soli 40 anni. Un trend che non accenna a fermarsi, e che richiede interventi sia globali che locali.

Il Climate Change è una crisi planetaria senza precedenti, che non è confinata al polo sud o in altri luoghi lontani ed immaginifici, ma che riguarda anche noi. «Lo studio che abbiamo realizzato – concludono i Firdays for future – esamina specificatamente il mese di gennaio, ma si potranno osservare pattern di distribuzione delle temperature similari anche negli altri mesi dell’anno. La rapida evoluzione del clima faentino è un tema che, date le elezioni imminenti, dovrà essere cruciale in campagna elettorale; confidiamo che i candidati che puntino ad amministrare Faenza prenderanno a cuore tale problema, e che attueranno politiche che, nel loro piccolo, permetteranno di arginare tale problema. “La nostra casa è in fiamme”, ma sta anche a noi provare a spegnere l’incendio.

Fridays for Future

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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