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Fototeca Manfrediana: gli scatti storici di Faenza ora sono a portata di click

Camminare lungo corso Mazzini agli inizi del Novecento a fianco di Giosuè Carducci e arrivare poi, in pochi istanti, in piazza del Popolo negli anni ’60 con un semplice click. È questa la magia resa possibile dal nuovo portale archivio.fototecamanfrediana.it, realizzato dalla Fototeca Manfrediana di Faenza che ha messo a disposizione di tutti sul web circa 500 foto dell’archivio storico che immortalano Faenza dal 1860, agli albori della fotografia, fino agli anni ’70. E nei prossimi mesi l’obiettivo è terminare il lavoro, digitalizzando tutte le 11mila immagini che compongono l’archivio storico. Ma le novità, per ricercatori e appassionati, non finiscono qui: ogni foto è stata censita seguendo gli ultimi criteri ministeriali, permettendo così l’archiviazione coerente e all’avanguardia dell’importante patrimonio che l’archivio custodisce. Un lavoro preciso e scrupoloso portato avanti per mesi dai giovani della Fototeca, che hanno dedicato ore e ore di volontariato a un grande «atto d’amore»: far sì che anche chi verrà dopo di noi possa avere testimonianza di quello che è stato.

Con il progetto “Archiviamo” le foto storiche di Faenza sono a portata di click

Il sito web è stato presentato sabato 15 dicembre 2018 nella sua versione beta durante “f/800”, evento conclusivo di “Archiviamo”, progetto vincitore del bando Ibc Emilia-Romagna “Giovani per il territorio”, che ha messo a disposizione della Fototeca 10mila euro, a cui si sono aggiunti 2.500 euro da parte di Caviro. «Oltre all’importante lavoro di restauro che il bando ci ha permesso di compiere – spiega Gian Marco Magnani, responsabile dell’archivio storico – lo scopo finale del progetto era rendere questo patrimonio fruibile a chiunque attraverso un sito dedicato».

I giovani della Fototeca hanno seguito le ultime indicazioni ministeriali per la catalogazione

Facile, intuitivo, ancora tutto da scoprire nelle sue potenzialità: il sito web consentirà comodamente a casa di vedere le fotografie storiche della città di Faenza. Sono possibili anche ricerche tematiche: inserendo una parola chiave, per es. ‘corso Mazzini’ o ‘Carducci’, l’utente potrà vedere tutte le foto che abbiano per tema questi due soggetti. Ecco allora che in pochi secondi vediamo Giosuè Carducci in diverse fotografie: prima sotto il loggiato degli Orefici e poi al bar centrale della piazza, durante alcune delle sue celebri visite a Faenza. Le foto sono state tutte digitalizzate con cura e censite in diversi aspetti che possono essere utili tanto al curioso quanto al ricercatore: l’anno di scatto della foto, il luogo, le altre persone presenti, il nome del fotografo, le informazioni tecniche del supporto.

Es. di scheda di una fotografia visualizzata sul nuovo portale.

«Anche se non siamo professionisti ma giovani volontari – precisa Magnani – il lavoro è stato portato avanti in maniera rigorosa e scientifica, seguendo le indicazioni ministeriali della ‘scheda F’ dell’Iccd, l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione». La complessità di articolazione della scheda F offre la possibilità di descrivere in modo corretto ed esaustivo le molteplici tipologie di beni fotografici conservati negli archivi; un linguaggio comune che permette così ricerche puntuali e un proficuo dialogo tra tutti gli archivi storici italiani.

Il potere della fotografia: immediata e diretta allo spettatore

Sfogliando le foto, anche se solo virtualmente, è possibile percepire tutte le trasformazioni sociali e di costume che hanno caratterizzato Faenza nel corso degli anni. «L’archivio che dal 2010 ci è stato affidato dalla precedente gestione è davvero importante – afferma Magnani – contiene oltre 150 anni di memoria della città e rischiava di essere abbandonato». Un patrimonio prezioso, anche perché davvero ‘democratico’. «La fotografia ha il potere di essere immediata e diretta – commenta Magnani – e per queste sue caratteristiche è alla portata di chiunque. Un libro storico o un dipinto hanno già differenti sovrastrutture e sono più difficili da comprendere, la fotografia ha un alone di veridicità e di fascino tutto suo, ti mostra come doveva apparire quel particolare scorcio, anche più di un secolo fa».

Nei prossimi mesi proseguirà la digitalizzazione per portare sul web tutte le 11mila immagini dell’archivio

Utenti non solo spettatori, ma anche partecipanti attivi delle potenzialità del progetto. L’archivio storico digitalizzato è ancora un work in progress: tramite il sito è infatti possibile, per gli utenti, aggiungere segnalazioni sulle foto che vedono, magari riconoscendo un uomo o una donna al momento senza nome. «Quando qualcuno viene a curiosare nell’archivio storico rimane sempre stupito – spiega il responsabile – saltano fuori sempre dei tesori inaspettati. L’idea alla base del progetto era quella di farli uscire, questi tesori, portandoli direttamente a disposizione delle persone. Poi, per chi volesse approfondire un tema o anche solo una fotografia, garantiamo sempre la visita diretta all’archivio».

Archivio storico: non solo passato, ma anche presente e futuro

Un archivio, anche se può sembrare una contraddizione, in realtà non è mai qualcosa di statico e concluso. «Ci sono ancora tante sfide. Ci piacerebbe raccogliere del nuovo materiale. Dagli anni ’60 a oggi, in particolare negli ultimi anni anche per via del digitale, si è un po’ persa l’importanza di conservare le fotografie, mentre invece è un tema molto attuale. Per dare l’idea: non ci sono oggi professionisti che si occupano del digitale dal punto di vista dell’archiviazione, e questo creerà molte problematiche in futuro per conservare in maniera efficace le fotografie». Il presente che diventerà storia: anche questo è un aspetto che i giovani della Fototeca non trascurano. «Vorremmo diventare un punto di riferimento per tutti i fotografi del territorio che abbiano documenti importanti che meritano di essere conservati, ma sarà possibile fare questo solo con nuove risorse e spazi». Nel frattempo, godiamoci intanto questo bellissimo regalo di Natale per la comunità faentina di oggi (e per quella di domani).

Samuele Marchi

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