Fratelli d’Italia presenta esposto alla Corte dei Conti su Faventia Sales: tutta la vicenda
Non si ferma l’attacco di Stefano Bertozzi sulla vicenda Faventia Sales. Dopo le prime contestazioni e il dibattito a livello locale, il capo gruppo di Fratelli d’Italia ha depositato un esposto alla procura della Corte dei Conti di Bologna per un possibile danno erariale per il Comune di Faenza, attuale inquilino di una parte dei locali della partecipata degli ex-salesiani.
Bertozzi:”Aumento fittizio del fatturato per evitare la liquidazione”
“Su questa vicenda ci sono due livelli paralleli: quello tecnico e quello politico” afferma in conferenza stampa il consigliere Stefano Bertozzi. “La parte tecnica sostanzia l’esposto che abbiamo depositato negli scorsi giorni alla Corte dei Conti, infatti crediamo che, nella gestione di Faventia Sales, il Comune abbia avuto un forte danno erariale e che la partecipata abbia addebitato dei costi di gestione e decoro non reali tramite uno strano schema di operazioni immobiliari”.
Per fare chiarezza, l’esponente di Fratelli d’Italia si riferisce ad alcune operazioni immobiliari che hanno portato, negli anni passati, alla vendita di parte degli immobili di Faventia Sales a Ravenna Holding e Con.Ami. Questi enti hanno, a loro volta, riaffittato le stesse strutture a Faventia Sales che, infine, a sublocato al Comune di Faenza e ad altri privati. Operazione completamente legale, ma che, secondo Bertozzi, avrebbe lo scopo di aumentare fittiziamente il fatturato per evitare la liquidazione della società, come previsto della Legge Madia, che obbliga alla liquidazione le società partecipate che non superano i 500.000 euro di fatturato (nell’esercizio del 2021 il limite sarà di 1 milione di euro). Per Bertozzi ,questa operazione ha implicato un aumento dei costi per il Comune di Faenza, identificate nelle spese di gestione e decoro, che in un contratto autonomo con Ravenna Holding e Con. Ami non avrebbe sostenuto.
Per finalizzare l’acquisto Ravenna Holding e Con.Ami hanno richiesto l’affitto totale dell’immobile per il quale il Comune non era interessato
Per approfondire nel merito le affermazioni di Stefano Bertozzi, ci siamo rivolti a Faventia Sales per fare chiarezza sulle operazioni di vendita e sublocazione.
Nell’ottobre del 2014, per sanare il bilancio e finalizzare lo scopo di Faventia Sales, ovvero il recupero di tutto l’immobile, il CdA instaurò rapporti con Ravenna Holding per una possibile vendita di Palazzo Don Bosco e Case Maccolini. Ravenna Holding formalizzò l’acquisto di circa 1500 mq a patto che tutto l’immobile venisse poi successivamente affittato. Nel 2016, anno in cui viene siglato il contratto di vendita, il Comune di Faenza usufruiva solo di 1000 mq di spazio, per questo motivo il successivo contratto di locazione non venne siglato direttamente con il Comune, ma con Faventia Sales, che si fece quindi garante nei confronti di Ravenna Holding. A quel punto, Faventia Sales subaffittò una parte al Comune di Faenza e i restanti 500mq a privati. Solo successivamente, per richiesta dell’Unione della Romagna Faentina di maggior spazio, vennero affittati tutti i 1500mq al Comune. Una simile operazione è stata fatta con Con.Ami nei locali ora in uso alla palestra, gestita da privati.

Bertozzi segnala alla Corte dei Conti un danno erariale per il Comune di 72.752 euro
Bertozzi critica inoltre le spese sostenute dal Comune verso Faventia Sales: “I tre contratti che l’amministrazione ha siglato (ndr. per le aule universitarie, locali servizi sociali, nuovo ufficio patrimonio, scuola di musica Sarti) prevedono un canone totale di 289.852 euro con 72.752 euro di spese di gestione e decoro annui. Io penso che i 72.752 euro (20.000+20.000 + 32.752) siano costi fittizi per coprire i costi di gestione interne a Faventia Sales, non esiste infatti un regolamento che definisce questo genere di spese: con quali parametri sono state identificate?”
E’ necessario però precisare che i tre contratti citati si riferiscono in realtà a 2 contratti di sublocazione, con relative spese di gestione e decoro, e un contratto di convenzione. In questo ultimo caso non si tratta quindi di una sublocazione e le spese di gestione non sono ascrivibili alle stesse spese di gestione e decoro che cita Bertozzi, ma riguardano servizi diretti che Faventia Sales fornisce al Comune, previsti all’interno della convenzione. Contattati dalla redazione, la partecipata ci ha informato che le spese contengono costi per servizi fra cui le pulizie, la connessione internet, manutenzione dei sistemi informatici, portineria.
Spese di gestione e decoro: l’ammontare è 15 euro/mq rendicontati annualmente.
Rispetto alle spese di gestione e decoro Faventia Sales ci informa che queste ammontano a 15 euro/mq per un un massimo di 20.000 (ovvero non viene richiesto più di questa cifra anche per metrature maggiori) e vengono pagate da tutti gli affittuari, privati e pubblici che siano. I costi di gestione e decoro sono rendicontati annualmente e includono le spese per la sicurezza, l’impianto di videosorveglianza, le manutenzioni ordinarie, le pulizie, la manutenzione legate all’asfalto della piazza e l’illuminazione con relativa manutenzione. Queste spese sono effettivamente esplicitate in una bozza del regolamento alla firma dei soci, già noto ai soggetti interessati dai contratti di locazione da oltre un anno, fra cui il Comune di Faenza.
Faventia Sales è un ente a controllo pubblico o privato?
Faventia Sales nasce nel 2005 allo scopo di rilevare il complesso degli ex-salesiani per preservarne il patrimonio culturale, sociale ed educativo che questo luogo ha rappresentato per Faenza. La partecipata, che vede una suddivisione delle quote a favore della controparte privata (54% suddivise fra Fondazione Banca del Monte, Credite Agricole e Diocesi di Faenza-Modigliana) rispetto al pubblico, rappresentato dal Comune di Faenza per il 46%, si prefigge uno scopo di carattere pubblico , ovvero la promozione e l’incoraggiamento di iniziative e programmi funzionali e coerenti con lo sviluppo territoriale della città di Faenza.
Ma Faventia Sales è un ente a controllo pubblico o privato? Su questo punto sorge uno dei principali scontri fra Bertozzi e Faventia Sales. Il primo infatti afferma che la partecipata è a controllo pubblico, essendo la maggioranza relativa al Comune di Faenza. Diversamente, Faventia Sales conferma come i soci privati detengano la maggioranza e nessuno di essi ha un controllo pubblico. Faventia Sales ci informa che tale affermazione è confermata anche da alcuni pareri legali richiesti formalmente a studi autonomi di avvocati.
Bertozzi: “Faventia Sales è il fortino elettorale della Rontini, sindaco ombra di Faenza”
Per Bertozzi questa operazione ha anche un chiaro sfondo politico: “Faventia Sales rappresenta il fortino elettorale della consigliera regionale Manuela Rontini, sindaco ombra di Faenza. Cosa si nasconde dietro queste spese? Serve una partecipata per creare eventi culturali e fare gli amministratori di condominio? Inoltre, sebbene legale, è politicamente inopportuno che il presidente di Faventia Sales, Luca Cavallari, sia stato candidato con Faenza Cresce, come è inopportuno che l’attuale vicesindaco Fabbri, ex-presidente, abbia le deleghe alle partecipate.”
Ora la parola rimane alla Corte dei Conti che potrà decidere se aprire una procedura di controllo o archiviare direttamente l’esposto mettendo definitivamente un punto agli ultimi 10 mesi di scontro tra Fratelli d’Italia e Faventia Sales.
Francesco Ghini