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Faenza: una classe si vaccina per far sì che la compagna malata possa tornare a scuola

Da una parte una bambina malata di leucemia e costretta a un percorso lontano dalla scuola e dagli amici, dall’altra una classe che non la abbandona al suo destino ma anzi, è partecipe delle sue difficoltà e cerca di fare in modo che la compagna non sia lasciata sola. E’ questa la bella storia che sta scrivendo in questo inizio d’anno 2019 una classe di quarta elementare di Faenza, raccontata sulle pagine del quotidiano “Il Resto del Carlino”, dove le famiglie di 18 bambini su 26 hanno deciso di sottoporsi al vaccino antinfluenzale che la Regione ha concesso gratuitamente per permettere alla bambina di tornare a scuola, forse tra febbraio e marzo. La scoperta della malattia, un leucemia linfoblastica acuta di tipo B, risale al maggio 2018 e da allora per la bambina è iniziato un percorso di chemioterapia e isolamento che l’ha allontanata dai compagni di classe, che non si sono però arresi nel vedere il banco vuoto dell’amica. La scuola è venuta in soccorso, acquistando un pc portatile con cui era possibile realizzare videochiamate e restare in contatto con la classe. Ora un nuovo gesto, concreto e tangibile, per permettere alla compagna di studiare, ridere e scherzare con loro, superando così le difficoltà imposte dalla malattia.

I ringraziamenti del ministro Bussetti: “Dimostrano con i fatti che la scuola è una grande comunità”

Dopo la vicenda dell’istituto Oriani, in cui una classe ha imparato il linguaggio dei segni per comunicare con la compagna sorda, una nuova storia di integrazione e solidarietà che arriva dalle scuole faentine. «Sono molto fiero dei bambini della scuola di Faenza – ha scritto il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti sul proprio profilo Facebook – che hanno deciso di vaccinarsi contro l’influenza per permettere a una loro compagna, in questo momento in ospedale per curare la leucemia, di tornare in classe con loro nelle prossime settimane senza correre rischi. Voglio ringraziarli – prosegue il ministro – insieme ai loro genitori e ai loro insegnanti, per la sensibilità e la prontezza che hanno dimostrato. Hanno compiuto un gesto di grande responsabilità e solidarietà. Dimostrando con i fatti che la scuola è una grande comunità: in classe non si va solo per studiare, si stringono relazioni, si impara ad avere rispetto e cura gli uni degli altri. Questi studenti ci hanno dato un’importante lezione. Ci hanno ricordato che è a scuola che si diventa cittadini e che il contributo di ciascuno di noi è fondamentale per migliorare la vita di tutti».

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