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Torna Educere: Giornata sull’educazione. Cosa abbiamo imparato dalla scorsa edizione

Da pochi giorni la campanella nelle scuole ha ripreso a suonare. Bambini e ragazzi hanno ripreso il loro ruolo di studenti per il quale trascorrono tanto tempo con i maestri e i professori che li accompagnano nel mondo dei grandi; ma chi insegna agli insegnanti? La formazione per chi sta dietro la cattedra è fondamentale così come è fondamentale avere non solo una scuola ma un’intera comunità che si occupi di educazione. Questo è quello che lo scorso anno ha insegnato nella sua prima edizione Educere , una giornata sull’educazione di chi si occupa ogni giorno dei più giovani –  genitori, insegnanti ed educatori –  organizzata dalla Fondazione Marri negli spazi della scuola Sant’Umiltà. Ripercorriamo brevemente qui cosa abbiamo imparato dalla scorsa edizione per prepararci al meglio al prossimo appuntamento di sabato 1 ottobre, la cui direzione artistica anche quest’anno è a cura di Francesco Ghini. 

Educare è compito della comunità

Tanti gli spunti che ha lasciato la scorsa edizione, che ha puntato l’accento sullo Speech & Talk. Primo fra tutti l’invito a una riflessione sull’idea che l’educazione sia un compito dell’intera comunità: in un dialogo tra le dirigenti degli istituti comprensivi faentini e l’amministrazione comunale è emerso infatti che le ferite lasciate dalla pandemia nei più giovani necessitano dell’impegno di tutti per poter essere sanate. Anche quest’anno infatti oltre agli ospiti che si alterneranno sul palco, professionisti dell’educazione affrontando grandi questioni sulla crescita saranno presenti anche altre associazioni locali che si occupano di aggregazione e aiutano i ragazzi a crescere. Ma quali strumenti abbiamo per educare? Di certo le modalità e i mezzi sono tanti e variano con il variare delle generazioni, ma il fondamento di tutto è la relazione, il dialogo.

Educere-Fondazione Marri

Gli strumenti dell’educazione: la parola e l’immaginazione

Il primo strumento con il quale possiamo educare è la parola: il racconto, la narrazione nella propria e nell’altrui lingua. Lo scorso anno se ne è parlato con Francesco Bentini che interpretando il Libro della Giungla ha dimostrato come l‘immaginazione, messa in atto proprio nell’ascolto di un racconto, possa nei bambini essere il modo migliore per comprendere a fondo il senso delle cose. Allo stesso modo l‘immagine, di un graphic novel o di un film, può essere uno strumento educativo molto potente: lo ha spiegato il regista e sceneggiatore Manlio Castagna. Non solo la propria lingua permette di conoscere il mondo, anzi pensare con le parole di altri significa crescere con orizzonti più ampi, come ci ha spiegato la glottologa Silvia Brigo.

Verso la II edizione: una giornata sull’educazione

Il conflitto, l’esperienza, l’alimentazione

Dunque tanti saranno anche gli importanti temi toccati da questa edizione. L’appuntamento è sabato 1 ottobre dalle 14.30 negli spazi della scuola Sant’Umiltà e l’invito è rivolto in modo particolare agli insegnanti e a tutti coloro che si occupano di educazione. Tanti momenti di formazione ma anche la possibilità di mettersi in gioco e approfondire aspetti importanti della relazione educativa. In programma infatti non solo conferenze,  ma anche una mostra mercato dell’illustrazione e workshop gratuiti con professionisti dell’educazione. Tra gli ospiti la gastronoma Martina Liverani, il counselor Paolo Ragusa e lo psicologo Michele Vanzini che affronteranno importanti temi – dall’alimentazione alla gestione del conflitto – offrendo la possibilità di approfondire e conoscere ciò che serve ai nostri ragazzi per diventare adulti capaci di educare a loro volta i più piccoli.

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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