Stessa ora, stesso tema, ma separati da un muro: l’assurdità di due eventi migranti a Faenza

Faenza, 7 aprile 2016

«Salve, sono venuto qua per l’evento sui migranti»
«Benissimo, quale dei due?»
«Come quale dei due? Quanti eventi sui migranti ci sono a Faenza stasera?»

Non è uno scherzo, ma uno dei tanti dialoghi che si sono verificati a Faenza all’ingesso di Palazzo Naldi la sera del 7 aprile 2016. Sembra assurdo ma è proprio così: allo stesso giorno, alla stessa ora e allo stesso posto erano in programma due eventi distinti sul tema migranti. Al primo piano dell’ex-complesso Salesiani si è svolto “Conoscere conoscendosi – Comunità integrate”, evento che rientrava all’interno del Festival della Comunità Educante e che aveva come focus il racconto di storie di successo del fenomeno migratorio. Anche Buonsenso@Faenza, in qualità di coordinatore della serata, ha partecipato alla realizzazione di questo evento, proponendo alla cittadinanza un format simile a quanto realizzato durante “Faentini e Migranti” del 15 gennaio scorso. Al piano inferiore, nell’aula I, si è tenuto “Dov’è tuo fratello?”, incontro organizzato dal gruppo Giovani di Azione Cattolica, (il tema, ormai si è capito, era sempre quello dei migranti), il cui relatore principale è stato Roberto Guaglianone, formatore per il consorzio Comunitas. Una situazione paradossale: persone unite dalla sensibilità per lo stesso tema ma separate da un muro e da una rampa di scale. Una situazione che ci fa tornare a riflettere sulla capacità dell’associazionismo faentino di collaborare, costruire progetti insieme e crescere. Una situazione resa ancora più assurda dal tema di cui trattavano le due serate: integrazione, accoglienza, intercultura: come è possibile trattare questi argomenti complessi se noi siamo i primi a non riuscire ad applicarli all’interno della nostra realtà cittadina?

Giovedì 7 aprile: Un’occasione persa

Non ci preme in questo articolo soffermarci sulle motivazioni che hanno portato, negli scorsi mesi, a far sì che ci si accorgesse molto tardi di questa sovrapposizione (le due aule sono situate nello stesso complesso, ma gestite da due enti differenti, la Fondazione Banca del Monte e Faventia Sales). Una volta scoperta, poco prima di Pasqua, noi di Buonsenso@Faenza non ci siamo persi d’animo. Certi dell’assurdità di proporre alla cittadinanza due eventi identici, abbiamo speso tutta la scorsa settimana nel dialogare con gli altri organizzatori, cercando soluzioni per unire le due serate, integrando i percorsi e le proposte di una e dell’altra. Insomma, in una vera ottica di “Comunità educante”. Purtroppo, dall’altra parte, abbiamo ricevuto all’ultimo risposte negative, preferendo salvaguardare il “percorso” in atto dei singoli eventi a sfavore di una visione più complessiva e matura. E così, eccoci qua: a parlare per l’ennesima volta di come le associazioni faentine non dialoghino tra loro, dell’incapacità di affrontare temi comuni e di come muri che dividano esistano qui come al Brennero. Non è certo la prima, né sarà l’ultima volta che accadrà una cosa simile a Faenza.

Fare rete: ci crediamo oppure no?

Rimaniamo fermamente convinti che Faenza, per crescere e vincere la sua frammentazione (culturale, politica, associativa), abbia bisogno di cambiare prospettive. “Fare rete” non deve essere semplicemente una moda dettata dal linguaggio web, ma deve concretizzarsi in gesti concreti, anche piccoli ma significativi. All’interno della nostra città ci sono tante realtà diverse: associazioni, società sportive e culturali, ricche di valori e talenti, che possono essere messe a disposizione di tutti valorizzandosi a vicenda. Basta solo crederci e avere il coraggio di fare QUEL passo: quel primo passo in avanti che ci spinga all’incontro con l’altro. In un’ottica di opportunità, crescita, comunità educante. Sul tema dell’accoglienza vale forse più questo che organizzare mille serate migranti. “Per educare un fanciullo serve un intero villaggio”, recita un detto africano sentito molto spesso in questi giorni di Festival. Alla fine della fiera, ci crediamo veramente oppure no?

La redazione

Francesco Ghini, Samuele Marchi, Andrea Piazza

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