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Don Marco Ferrini (Caritas): “Per dare risposta alle fragilità servono buone pratiche, no slogan”

Anche se le elezioni comunali si allontanano, riteniamo opportuno sfruttare questo tempo di ‘quarantena’ per conoscere meglio la nostra città, sviluppando alcuni dei temi prioritari che dovranno guidare la prossima Amministrazione faentina. Per approfondire il tema sociale e del supporto alla fragilità, abbiamo intervistato don Marco Ferrini, direttore dell’Ufficio Caritas diocesana.

Intervista a don Marco Ferrini, direttore Caritas diocesana

Don Marco, qual è il bilancio di questi ultimi anni dal punto di vista della Caritas?

Sul nostro territorio la collaborazione tra l’Amministrazione e la Caritas è abbastanza consolidata. Il Centro di Ascolto partecipa al bando sulla gestione delle povertà da parte dei Servizi sociali, e già da qualche anno è stato istituito un tavolo di lavoro su casi molto problematici che vede la partecipazioni di operatori del Centro di Ascolto e assistenti sociali. Questo appuntamento mensile dà modo di confrontarsi in maniera sistematica e ciascun partecipante – Amministrazione ed enti del Terzo settore – lo fa nelle rispettive competenze e modalità. L’esigenza è quella di fare rete e stringere ancora di più la collaborazione, penso sia una via dalla quale non ci si può allontanare. In sinergia con l’Amministrazione presentiamo annualmente ai cittadini il ‘Rapporto sulle povertà’ e dal 2019 è stato introdotto nell’Unione dei Comuni il Tavolo delle fragilità. Anche nelle nostre comunità parrocchiali c’è stata una crescita nella consapevolezza di quello che, nel loro piccolo, possono fare, attraverso percorsi di formazione con il metodo Caritas.

Emergenza abitativa e disagi psichici: le fragilità in aumento nel territorio faentino

Quali sono le tipologie di fragilità aumentate in questi anni, a cui la nuova Amministrazione dovrà dare risposta?

Uno dei temi più difficili da affrontare in questi anni è quello dell’emergenza abitativa, dove ci sarebbe bisogno di fare più squadra, radunando insieme soggetti anche diversificati come Fondazioni, istituti bancari e altri entri che sul territorio possono collaborare in questo ambito. Ci vorrebbe una sorta di joint venture strutturata per dare maggior risposta a questo tema. La casa è uno di quegli ambiti in cui registriamo un bisogno crescente e alle volte basterebbe relativamente poco per dare dignità a queste persone. Un altro tipo di fragilità su cui spesso ci imbattiamo è il disagio psichico, che per sua natura tende a portare le persone in condizione di precarietà. Qui è difficilissimo intervenire e capire chi si debba fare carico di queste persone, e spesso mancano gli strumenti per operare in maniera efficace. Infine un altro aspetto in cui Caritas e Farsi Prossimo cercano di intervenire è quello del lavoro e della formazione. Negli scorsi anni sono stati creati spazi e progetti attraverso cui gli stranieri potessero imparare un lavoro, come le attività di ‘Orto solidale’, partiti come progetto 8xmille e che ora stanno andando avanti sulle loro gambe; anche se non è facile.

Anche la Caritas, a livello strutturale, è cambiata negli ultimi anni.

Nel 2016 è stata istituita la Fondazione Pro Solidarietate che è diventata il braccio operativo Caritas, in parte sostituendo e  in parte affiancando il lavoro dell’associazione Farsi Prossimo. In questi anni si è così maggiormente strutturato il lavoro del Centro di Ascolto e si è introdotta una maggiore chiarezza nelle procedura ed erogazione dei servizi, che sono aumentati in questi anni, soprattutto per quanto riguarda la mensa, con un innalzamento importante dei costi per il 2020. Sono aumentate anche le richiese delle persone a cui dobbiamo far fronte in concomitanza con la promulgazione del Decreto Sicurezza.

In che senso?

Attraverso questo decreto, enti e associazioni che si occupavano di accoglienza sul nostro territorio si sono ridotti notevolmente, portando a un aumento significativo delle risposte a cui dobbiamo far fronte invece noi come Caritas. E non si è risolto il problema, tutt’ora aperto, della seconda accoglienza, ossia di come gestire nel lungo termine coloro che hanno ottenuto lo status di richiedente asilo e del loro inserimento nel tessuto sociale. La nuova legge ha infatti interrotto diversi percorsi virtuosi di integrazione abitativa, con ricadute già evidenti sui vari territori.

“A guidare la nuova amministrazione dovranno essere le buone pratiche”

In diversi ambiti associativi faentini si sente la difficoltà di coinvolgere i giovani, operando un virtuoso cambio generazionale. È così anche nel mondo Caritas?

Non è semplice fare una valutazione, sicuramente anche noi risentiamo un po’ di questo cambio generazionale, anche se continuiamo a offrire percorsi di formazione e occasioni di servizio a tutti i giovani. Concretizzare le spinte valoriali non è semplice, anche se aspetti positivi li riscontriamo per esempio nel settore di educazione alla mondialità e nel progetto Policoro, così come nelle attività in scuole e parrocchie. Sono tempi difficili da leggere, penso però che la nostra direzione deve rimanere costante così come il nostro impegno nel cercare di coinvolgere i giovani.

Quali dovrebbero essere i valori, dal punto di vista del sostegno alla fragilità, che dovrebbero guidare la nuova Amministrazione?

Ti rigiro un po’ la domanda. Fondamentale è rendere strutturali ed efficienti i tavoli di lavoro già avviati dalla precedente Amministrazione, luoghi in cui si confronta e si trovano strumenti per dare risposte alla fragilità. Non entro qui nel merito dei valori, perché possono essere divisivi, ritengo invece che qualsiasi Amministrazione debba farsi carico di buone pratiche per dare concretezza ai bisogni delle persone, senza far ricorso a semplici slogan, ma collaborando in maniera intelligente con enti e associazioni del Terzo settore presenti sul territorio. In questo senso, anche la Caritas non ha mai smesso di offrire la sua collaborazione.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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