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“Ognuno porta le proprie cicatrici”, l’incontro del Noviziato Scout Faenza 4 con la Comunità di Sasso

Nelle scorse settimane siamo stati contattati dal Noviziato del Gruppo Scout AGESCI Faenza 4, che ha sede nella parrocchia B.V. del Paradiso; parliamo di 11 sedicenni che negli scorsi mesi hanno avuto modo di incontrare alcuni ospiti della Comunità di Sasso e confrontarsi con loro sul tema delle dipendenze. Da questo episodio è nata in loro la richiesta di poterla narrare a un pubblico, ecco perchè li abbiamo incontrati, gli abbiamo spiegato come si struttura una notizia e abbiamo detto loro che la cosa più interessante che potessero raccontare non era tanto la storia degli utenti della Comunità, quanto cosa fosse cambiato dentro di loro a seguito dell’incontro, perchè, in fin dei conti, ciò che educa del giornalismo non è il semplice elenco dei fatti, quanto invece la loro narrazione, che – come scriveva Giorgio Vasta – si nutre sempre dei propri contrasti. 

Il Noviziato AGESCI del Faenza 4: “Percepiamo che ci sia un problema che attacca la società partendo dalla nostra età: stiamo parlando della tossico-dipendenza”

Siamo il noviziato del Faenza 4, 11 ragazzi dai 16 ai 17 anni che fanno parte del gruppo scout della parrocchia del Paradiso. In quanto adolescenti, percepiamo che ci sia un problema che attacca la società partendo dalla nostra età: stiamo parlando della tossico-dipendenza. Di fatto non è così inconsueto avere amici o conoscenti che fanno uso di queste sostanze, anche in maniera costante. Ci siamo confrontati e abbiamo constatato la nostra scarsa conoscenza dell’argomento e la diffusa presenza di stereotipi negativi e fuorvianti sul mondo della tossicodipendenza, perciò abbiamo deciso di approfondirlo. Dopo varie ricerche abbiamo scoperto la comunità di Sasso: una realtà dove le persone che hanno problemi con la tossicodipendenza vengono aiutate ad abbandonare le sostanze e a reintegrarsi nella società attraverso percorsi di crescita e formazione. Nasce negli anni ’80 da un’idea di ospitalità e fratellanza di Don Nilo Nannini che, ad oggi, ha ospitato centinaia di persone durante gli anni. Purtroppo per problematiche legate alla pandemia siamo riusciti a conoscerci e confrontarci solo tramite videochiamata, passando comunque una piacevole e interessante serata con Amedeo Orioli (responsabile della comunità) e 3 ragazzi ospiti della struttura.

“Ci ha incuriosito è stata la forza di volontà di James, Niccolò e Pietro che dopo aver passato il peggio hanno deciso di rialzarsi”

Questi ragazzi ci hanno parlato delle loro esperienze e delle vicende che li hanno avvicinati alla dipendenza da sostanze. ognuno di loro ha tentato di raccontarci la propria storia: il più giovane tra loro ha iniziato fin dall’età di 14 anni, principalmente per conflitti familiari. Un altro tra i ragazzi, anche se da sempre contrario all’uso di droghe, vi è stato risucchiato, come spesso accade a chi vive in condizioni di forte povertà ed emarginazione. Nonostante fossimo per loro dei giovani sconosciuti dietro un monitor ci hanno stupito con la semplicità, la lucidità e la forte autoironia con cui hanno raccontato i loro drammatici trascorsi e la dura consapevolezza di dover “ripartire da zero”, acquisita nel percorso in comunità. I loro racconti ci sono sembrati più vicini di quanto non pensassimo poiché molti di loro si sono imbattuti in queste situazioni già dalla nostra età e le loro difficoltà personali non sono state diverse da quelle in cui si possono trovare persone a noi care. Un altro aspetto che ci ha incuriosito è stata la forza di volontà di James, Niccolò e Pietro che dopo aver passato il peggio hanno deciso di rialzarsi, anche chiedendo aiuto al look Sert, o a familiari e amici. Questi ultimi infatti sono stati la forza e l’aiuto fondamentale nel percorso di disintossicazione per i loro cari.

“Ognuno porta le proprie cicatrici, e non è giusto etichettarlo come il cattivo della storia”

Questa esperienza, molto toccante anche se vissuta dietro uno schermo, non è stata vana: ora ci portiamo i volti di quei ragazzi nella vita di tutti i giorni e guardiamo con occhi diversi chi è dipendente, consapevoli del fatto che sia stata una propria scelta ma spinto da una parte di sé che non accettava. In un primo momento, come spesso accade, vedevamo il tossicodipendente come una figura negativa, che non porta nulla di buono alla società. Ora abbiamo capito che ognuno porta le proprie cicatrici, e non è giusto etichettarlo come il cattivo della storia, se prima questa non viene ascoltata. Adesso siamo più responsabili. In particolare, ci impegniamo a stare più lontani dall’ambiente delle dipendenze, avendo capito quale sia il reale costo del caderne in tentazione; abbiamo capito che la famosa frase “tanto smetto quando voglio” non ha un effettivo riscontro e quindi quanto sia facile entrare nel circolo della droga e quanto difficile sia uscirne. Siamo inoltre più responsabili nei confronti di casi di dipendenze a noi noti, anche se riguardano solo qualche spinello, come tra i nostri amici, e quindi ora “gli stiamo più addosso”, ma nel senso buono, come dei coach: ci preoccupiamo, proviamo a mostrargli altre vie più funzionali rispetto alla droga, li convinciamo a fumarne una in meno piuttosto che una in più. Ora è compito nostro fare tesoro dell’esperienza che abbiamo vissuto e fare partecipe il prossimo degli insegnamenti ricevuti.

Il Noviziato Scout AGESCI Faenza 4

Maria Sole, Giulia, Diletta, Tea, Anna, Marco, Giacomo, Francesco, Michele, Guido, Ettore

Francesco Ghini

Mi occupo di comunicazione, marketing sanitario e formazione. Nel 2014 ho fondato il blog online Buonsenso@Faenza. Con un passato da ricercatore e un dottorato in Medicina Molecolare, oggi collaboro con diverse aziende come consulente per la comunicazione, sviluppo di business, sviluppo della identità del brand e quale organizzatore di eventi formativi e divulgativi nazionali e internazionali.

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