#FaentiniNelMondo, l’emergenza Covid 19 in Francia: lockdown fino all’11 maggio
Un nuovo annuncio è stato dato ieri (lunedì 13 aprile, ndr) alla nazione dal presidente Macron: lockdown fino all’11 maggio. Ma fino ad allora quali strategie e scelte sono state messe in campo in Francia per fronteggiare la pandemia Coronavirus? Scelte che è importante condividere con l’aiuto dei nostri faentini nel mondo che ci aiutano a non restare chiusi – oltre che a casa – nella nostra ‘bolla informativa’. Infatti il ‘modello italiano’ indicato ai cittadini – si pensi alle autocertificazioni o al divieto di passeggiate – è veramente identico come ci viene presentato da più parti nei media o presenta differenze? Per approfondire questo tema, abbiamo contattato alcuni faentini nel mondo per sapere come stanno vivendo queste settimane e per capire come i rispettivi Paesi stanno affrontando l’emergenza Covid 19. È bene precisare che le situazioni dei differenti Paesi non sono in realtà davvero paragonabili, essendo molto diversi i sistemi sanitari, la giurisdizione, la demografia, i numeri del contagio; tuttavia può essere utile capire similarità o differenze.
Le altre testimonianze di #FaentiniNelMondo
Dopo Susanna Banfi, studentessa a Vienna, Federico Patuelli, studente in Belgio, Pietro Savorani, studente in Svezia, Adriana Andalò residente negli Stati Uniti, Alessandra Lega, residente in Germania, Claudia Campanini, ricercatrice a Barcellona, Francesco Casalini, coinvolto in un progetto di coop. internazionale in Giordania, Teresa Piccirillo, data scientist a Londra; abbiamo contattato nei giorni precedenti la Pasqua, abbiamo contattato nei giorni precedenti la Pasqua Chiara Zinzani, studentessa a Parigi.
Intervista a Chiara Zinzani, studentessa a Parigi
Raccontaci un po’ di te: in quale Paese all’estero ti trovi e di cosa ti occupi?
Mi chiamo Chiara, abito a Parigi da settembre 2019 e sono una studentessa in Lingue e letterature straniere presso l’Università di Bologna. Sto svolgendo il mio secondo anno all’estero con il programma Erasmus+. In questo momento sto studiando per terminare il mio secondo semestre, infatti aprile è mese di esami per le università francesi ma, a causa della chiusura di tutte le scuole, la valutazione e la “continuation pédagogique”, come la chiamano qui, si svolgono interamente a computer. Devo dire che per gli universitari in Francia quest’anno è stato particolarmente caotico, anche il primo semestre si è svolto in parte a distanza a causa delle proteste generali per la riforma sulle pensioni, proteste che hanno bloccato il paese per più di un mese in seguito allo sciopero del personale dei mezzi di trasporto, insegnanti, sindacati, e non solo.
Coronavirus: il lockdown è partito il 17 marzo e arriverà fino all’11 maggio
Al di là di quello che leggiamo in Italia, come sta rispondendo il Paese in cui vivi all’emergenza Coronavirus?
Il confinamento in Francia è cominciato ufficialmente il 17 marzo 2020 in seguito al secondo intervento del presidente della Repubblica Macron il giorno precedente. Durante la sua prima dichiarazione alla nazione, Macron aveva annunciato solamente la chiusura delle scuole (università comprese), dei luoghi pubblici come bar e ristoranti, ed esortato al rispetto delle norme di contenimento del contagio che ormai tutti conosciamo. Allo stesso tempo però aveva deciso di mantenere il primo ciclo di elezioni municipali che si sono infatti svolte regolarmente il weekend del 15 marzo. Questa scelta è suonata ambigua per tutti francesi e non solo suscitando diverse polemiche. La seconda dichiarazione è stata quella decisiva visto che in poche parole il primo intervento non aveva avuto effetto sulla popolazione. I media infatti hanno mostrato bene le immagini di centinaia di persone che si erano riunite lungo la Senna o nei parchi pubblici della capitale in assenza di altri luoghi di svago. Questo weekend viene infatti chiamato il weekend dove “tout a basculé” (dove è degenerato tutto), mentre in Italia la situazione era profondamente drammatica, in Francia c’era un ritardo decisionale evidente. Abbiamo concluso questi giorni la terza settimana di confinamento e tra pochi giorni ci sarà un terzo intervento ufficiale per gli aggiornamenti sul dopo Pasqua. È già stato dichiarato che il confinamento verrà prolungato dopo la data precedentemente indicata del 15 aprile (ora fino all’11 maggio, come annunciato da Macron, ndr).
In Francia è possibile praticare attività sportiva in orari prestabiliti
Come è cambiata concretamente la tua vita in questi giorni? Cosa puoi ancora fare e cosa non puoi più fare? Che indicazioni hai avuto dalle autorità?
A partire dalla seconda dichiarazione del 16 marzo, la Francia si è progressivamente allineata ai metodi di confinamento italiani, seppur con qualche piccola differenza. Al momento infatti, secondo l’ultimo aggiornamento, si può uscire solamente per fare la spesa, per motivi di salute, per recarsi al lavoro (se il télétravail non è consentito) e per portare fuori il cane o fare attività sportiva negli orari stabiliti (nel mio quartiere è possibile solo in prima mattinata e dopo le 18 di sera) nel raggio di un km dalla propria abitazione e per circa un’ora al massimo. Siccome la regione di Parigi (Ile de France) è una delle più contagiate, ci sono quartieri che hanno imposto dei coprifuoco o degli orari diversi secondo la zona. Parchi e spazi all’aperto sono stati chiusi.
Esiste nel tuo Paese l’autocertificazione che ogni cittadino deve avere in ogni suo spostamento? Sono vietate qualsiasi tipo di attività all’aperto? Sai quali sono, in generale, le sanzioni principali?
Si, prima di ogni spostamento si deve compilare e firmare la cosiddetta “attestation de déplacement” con tanto di orario di uscita. Da pochi giorni è disponibile anche un generatore automatico sul telefono per poter meglio controllare gli spostamenti delle persone. Le sanzioni principali partono da 135 euro fino a 750 euro, la cifra aumenta in caso di nuova violazione fino al rischio di arresto.
Come sta fronteggiando l’emergenza il sistema sanitario del tuo Paese? Sono già emerse forti criticità?
La situazione sanitaria in Francia varia secondo le regioni. In generale il sistema sanitario francese è abbastanza efficiente (seppur negli ultimi anni ci siano riforme che secondo molti lo stanno svalutando). Gli ospedali su Parigi sono saturi per questo ci sono trasferimenti continui di pazienti in ospedali di regioni limitrofe che possono alleggerire il peso della capitale. Il problema più discusso è quello della mancanza di mascherine sufficienti per tutti, lo Stato ha perciò provveduto a ordinarne dall’estero mentre varie imprese francesi si sono reinventate nel crearne delle nuove. C’è una forte mobilizzazione del personale sanitario che sta facendo il possibile nonostante le problematiche logistiche. Il governo ha mobilizzato poi l’esercito e ha stanziato diverse risorse economiche per il sistema sanitario.
“Ci sono ancora pregiudizi verso la situazione italiana”
A livello economico, come si sta muovendo il Paese in cui vivi? In che modo cerca di fronteggiare la crisi e che indicazioni dà ai cittadini?
Lo stato francese ha sospeso il pagamento delle tasse e degli affitti delle imprese. Ha stabilito un sistema di disoccupazione parziale per i lavoratori. I settori lavorativi che possono farlo sono invitati a lavorare da casa, mentre gli altri settori possono continuare le loro attività. Sono stati stanziati diversi miliardi in sostegno dell’emergenza nei vari ambiti statali, i commerci sono stati limitati all’interno della Francia e per chi può dovrà promuovere la vendita online.
Cosa affermano i media del tuo Paese sulla situazione italiana?
Inizialmente i media francesi parlavano solamente della situazione italiana come qualcosa di lontano che non li potesse riguardare, l’Italia era vista come il paese vicino “dramma” dell’epidemia. C’era una sorta di paura nascosta nei confronti dell’ Italia e lo si poteva notare nei supermercati (non trovavo più pasta e farina già da inizio marzo), nei mezzi pubblici e nei discorsi di diverse persone, mi è capitato per esempio di sentirmi chiedere spesso da quale città dell’Italia provenissi esattamente. Dall’inizio del mese di marzo sia i miei coinquilini che i miei amici francesi mi chiedevano come fosse la situazione in Italia e come stesse la mia famiglia non rendendosi davvero conto che si trattava di tempo. Al momento la visione dei media si è ridimensionata secondo la realtà dei fatti anche se resta una certa sfumatura di pregiudizio nei confronti dei paesi più contagiati.