Contamination Lab, presentati i lavori dei 6 team, tra loro anche i papillon di Miramy

Sono stati presentati lo scorso 11 dicembre i progetti dei sei team che da quasi un anno a questa parte stanno lavorando nel Contamination Lab, il pre-incubatore di imprese promosso dalla Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza. Il C-Lab rappresenta ormai un punto di riferimento importante per la città: è infatti dal 2014 che il progetto esiste e che ogni anno dà la possibilità a gruppi di persone tra i 16 e i 36 anni di sviluppare le loro idee imprenditoriali. Attualmente i sei team ospitati sono: la HoneyCru Association che attua un modello di apicoltura ecosostenibile; Miramy, nata per raccontare e valorizzare i prodotti artigianali e artistici di un giovane faentino; Intercoltura, che intende dare vita a un’impresa di agricoltura sociale e formativa; Pantoù, creata per valorizzare il mondo dell’artigianato ceramico; DiWine che intende promuovere valori quali la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale, l’uguaglianza e i diritti di genere attraverso il mondo dell’enologia; e-Sartoria che vuole creare un sito di e-commerce di abbigliamento di qualità.

Presentazione-Contamination-lab-2019

Nel corso della serata è stato anche presentato il bando del 2020 di cui vi avevamo parlato qui.

I prodotti di Miramy tra arte e irriverenza

Tra tutti questi meritevoli progetti abbiamo deciso di parlarvi di Miramy, ideato da Laura Bosi ed Enea Mazzotti. Quest’ultimo in particolare si occupa di creare papillon, anelli e gemelli in porcellana mentre Laura si occupa della comunicazione dell’artigianalità e dell’unicità di questi manufatti. Fare entrare l’arte nella propria quotidianità, indossando un accessorio che sia allo stesso tempo raffinato e irriverente: questa l’idea alla base del progetto. «È un prodotto che vuole rompere gli schemi della moda – ha affermato Enea Mazzotti – il papillon come una sorta di gioiello maschile: gli uomini sono abituati a doversi accontentare per quanto riguarda gli accessori e crearne uno con un connotato fortemente artistico ha sicuramente un grande impatto».

Tra gli obiettivi di Miramy la creazione di un hub

All’interno del Contamination Lab i ragazzi hanno studiato il mercato, creato il nome e il logo, elaborato una struttura per il sito web e la comunicazione. Quindi si sono concentrati sulla creazione dei prodotti, sottoposti poi a dei test veri e propri. Strada facendo, però, Enea e Laura si sono resi conto dell’importanza di creare una rete di collaboratori: «durante il progetto – ha commentato Laura Bosi – ci siamo accorti di quanto fosse importante comunicare quello che stavamo facendo ma anche dell’importanza della comunicazione tra le persone, in particolare quelle che hanno collaborato con noi: ad esempio chi ci ha aiutati durante i servizi fotografici o l’orafo che si è occupato della base dei gemelli». Miramy ha così aggiunto tra i suoi obiettivi quello di creare un hub di cui questi talenti artistici possano fare parte e in cui contaminarsi reciprocamente, dando vita a qualcosa di unico e inimitabile.

La collaborazione ingrediente fondamentale del Contamination Lab

I progressi ottenuti durante quest’anno di lavoro si sono sviluppati su tre fronti: online, offline e progettuale. Per quanto riguarda l’online Laura ed Enea hanno creato un sito che al momento non è un e-commerce ma semplicemente una vetrina di tutto quello che loro producono. Inoltre hanno aperto un profilo Instagram, canale social scelto perché favorisce una comunicazione visiva. Offline, invece, hanno deciso di muoversi in diverse direzioni: innanzitutto hanno aderito a eventi, manifestazioni, fiere e cerimonie. Inoltre intendono mappare il territorio individuando negozi e boutique che possano accogliere i loro elaborati. I ragazzi hanno infine voluto sottolineare l’importanza della contaminazione anche con gli altri team del Contamination Lab, con cui si è instaurato un rapporto di collaborazione vera e propria. Nel futuro di Miramy c’è sicuramente la vendita online, anche se non è ancora stato deciso se questa avverrà direttamente sul loro sito o su un market place di settore già esistente.

Matteo Nati

Matteo Nati

Nato a Faenza nel 1993, sono laureato in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Ho insegnato per un anno all’Istituto Alberghiero di Riolo Terme ma continuo a non sapermi orientare in una cucina. Appassionato di pallacanestro, politica e storia inglese, datemi una serie tv con dialoghi ben scritti e sarò completamente vostro.

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