“Qualcuno si è salvato”: Cesare Finzi presenta il suo libro a Bottega Bertaccini
La storia di un bambino travolto dalla Storia, ma deciso a resistere all’ingiustizia, alla paura e alla violenza, e a lottare per la propria felicità. Mercoledì 29 gennaio 2020 alle ore 17.30 alla Bottega Bertaccini di Faenza il dottor Cesare Moisè Finzi presenta il suo libro “Qualcuno si è salvato ma niente è stato più come prima” (Edizioni Il Ponte Vecchio). Conduce l’incontro Roberto Matatia.
Cesare Finzi, il suo impegno verso le nuove generazioni
«Sono trascorsi più di 80 anni dal varo delle leggi razziali e purtroppo ancora oggi il nostro Paese – si legge nella nota di Bottega Bertaccini – come l’Europa ed il mondo intero, sono attraversati da antisemitismo, razzismo, intolleranza, violenza. Raccontare “ciò che è stato” è il primo antidoto all’ignoranza. Cesare Finzi è nato a Ferrara nel 1930 e vive a Faenza. Dopo aver lavorato una vita come cardiologo e aver creato nella nostra città la prima unità coronarica della Romagna, negli ultimi anni si è posto come obiettivo quello di parlare ai ragazzi, di raccontare la storia di un bambino che a otto anni scopre improvvisamente di essere “diverso” in quanto ebreo e quindi escluso dalle scuole. Nel libro “Qualcuno si è salvato” ricostruisce la propria vicenda familiare attraverso una attenta documentazione storica.
La testimonianza di quello che furono le Leggi razziali
Cesare è un bambino come tanti. Vive in una famiglia amorevole e agiata, ben inserita nella vita civile e ordinata di una bella città come Ferrara. Va a scuola, gioca con gli amici ai giardini, la sua vita scorre serena e tranquilla. Fino al giorno in cui, leggendo il giornale “dei grandi”, scopre che la comunità a cui appartiene, quella ebraica, è stata messa al bando dallo Stato in cui vive. Gradatamente, quelli che all’inizio sembrano solo ingiusti provvedimenti discriminatori, si rivelano per ciò che sono: leggi terribili che obbligano Cesare, la sua famiglia, e tutti coloro che, come loro, sono ebrei, a vivere nell’ombra, in fuga costante, rinunciando a tutto. Rinunciare alla propria città, alla propria casa, al proprio nome, alla propria identità, pur di rimanere in vita ed evitare l’arresto, il carcere e la deportazione.