Ceramic Land, il distretto turistico funziona: oltre 1,5 milioni di turisti
Turismo da record nel 2016 per l’Emilia-Romagna e anche Ceramic Land – il nuovo distretto turistico regionale della ceramica – chiude il primo anno di vita con un bilancio positivo, richiamando tra Sassuolo e Faenza più di un milione e mezzo di turisti da tutto il mondo. L’Osservatorio regionale del turismo ha rilevato nell’ultimo anno anche il movimento di un nuovo comparto che comprende le località che non rientrano, per le loro caratteristiche, nei prodotti turistici tradizionali come la Riviera e l’Appennino. Tra di essi rientra anche la nuova Ceramic Land, nata l’anno scorso dalla collaborazione fra il distretto delle piastrelle di Sassuolo, leader a livello mondiale, e le eccellenze dell’artigianato ceramico romagnolo. Il movimento stimato è di 1.530.000 arrivi e 3.786.000 presenze (+2,1% su base annua per entrambi) nella zona di Sassuolo/Casalgrande e di Imola/Faenza, a segnalare che vi è un grande dinamismo verso il turismo volto alla complementarietà fra produzione industriale e quella artistica.
Ceramic Land Faenza: i turisti stranieri crescono del 35%
Puntare sulla ceramica per attirare turisti funziona e il caso di Faenza ne è un esempio. I dati sulla movimentazione turistica a livello comunale (disponibili per il periodo gennaio-novembre) confermano questo trend: Faenza nel 2016 ha visto 53.121 turisti (+9,3%) e 135.732 pernottamenti (+10,5%). Un boom vero e proprio è stato registrato per le presenze di turisti stranieri: 14.217 visitatori non italiani si sono recati a Faenza, con un aumento di oltre il 35% su base annua, frutto sicuramente dell’edizione 2016 di Argillà, la mostra mercato internazionale della ceramica che si svolge ogni due anni nella città manfreda. Nel solo mese di settembre infatti si sono recati a Faenza 5.516 turisti, di cui 1.725 stranieri, il dato più alto a livello annuale. Un risultato positivo però non soltanto rispetto al 2015: l’afflusso di turisti a Faenza è in costante aumento nelle ultime tre annualità, dopo la stagione più deludente registrata invece nel 2012-2013. La sfida sarà quindi consolidare questo numero di arrivi anche per il 2017
Focalizzandosi sul mercato estero, per il 2016 la quota più rilevante di visitatori proviene dalla Germania, meta tradizionale di afflusso di turisti per quanto riguarda la Romagna, che si consolida con un aumento del 17,9% in più di tedeschi a Faenza nel 2016 (periodo gennaio-novembre). Ma è al secondo posto che troviamo una vera sorpresa. Con oltre 1.500 turisti la Cina scalza la Francia e segna un eccezionale +594,2% su base annua: in sostanza i turisti di Pechino e dintorni sono quintuplicati. Meno significative le variazioni per gli altri stati, se si eccettua il calo di turisti provenienti dagli Stati Uniti (-9,5%), e il balzo in avanti dei polacchi (+85%, anch’essi collegati alla presenza di espositori ad Argillà).
Bene il turismo a Brisighella e Casola, male a Riolo
Per gli altri territori dell’Unione della Romagna Faentina c’è chi sale e c’è chi scende per quanto riguarda i flussi turistici. Oltre a Faenza, buoni dati anche per Brisighella e Casola Valsenio, che vedono aumentare i pernottamenti complessiva rispettivamente del +6,2% e +5,4% (anche se a Casola c’è un calo degli arrivi, a segnalare un fenomeno in cui vengono menu turisti ma soggiornano più a lungo). Risultano invece più deludenti i numeri di Riolo Terme, che vede un calo del -16,6% nei pernottamenti e del 15,5% nelle presenze, confermano la crisi che il comparto termale segna anche a livello regionale (-6,6% i pernottamenti e -8% gli arrivi). A Castel Bolognese e a Solarolo rimangono le briciole: solo 194 i turisti nella bassa valle del Senio, per un totale di 657 notti passate nelle strutture alberghiere (tra l’altro in notevole calo rispetto al 2015). Ma si sa, i due piccoli Comuni di pianura tendono l’uno verso l’industria in senso stretto e la meccanica (con il 40% degli addetti castellani impiegati nel settore secondario) e Solarolo invece più sbilanciato sull’agricoltura. Questo a segnalare che la Romagna Faentina è sempre più composita, con alcuni territori che si specializzano sempre di più nelle proprie vocazioni.
Andrea Piazza