Musica e cinema per ricordare Bruno Neri, il calciatore partigiano
Diversi linguaggi artistici per raccontare una figura ancora troppo poco conosciuta: Bruno Neri, il calciatore partigiano che morì durante la Resistenza e la cui storia, a giugno, potrebbe essere rappresentata anche da un documentario. Grazie al contest musicale Materiale Resistente 2.0, realizzato dalla Casa della Musica di Faenza insieme al Mei con il sostegno della Regione Emilia–Romagna, band e artisti di vari generi musicali provenienti da tutta Italia hanno raccontato la Resistenza con i nuovi linguaggi musicali – dall’indie al rap – e alcune di loro hanno approfondito proprio la figura del calciatore che sfidò il nazifascismo anche sul campo da gioco, rifiutandosi per esempio durante una partita con la Fiorentina di fare il saluto fascista. E il contest ha suscitato tanto interesse da produrre effetti anche una volta terminato. Infatti, in occasione del 25 aprile 2019 escono due dischi dedicati a Bruno Neri di grande impatto e rilevanza culturale e musicale: il primo è “Resistenza Elettriche” il nuovo disco di inediti del grande musicista romagnolo, fondatore degli Area, Patrizio Fariselli con il gruppo musicale de Lo Zoo di Berlino. Si tratta di un disco tutto registrato durante Materiale Resistente 2.0 a Monte Battaglia di Casola Valsenio e al teatro Comunale di Cesenatico. Il secondo disco è della band emiliana Gasparazzo Bandabastarda che uscirà sempre in occasione del 25 aprile con il suo nuovo cd Pane e Musica che contiene un brano intitolato proprio “Bruno Neri” e dedicato alla storia e alla figura del calciatore partigiano faentino, tornato a essere noto tra i giovani musicisti di tutta Italia grazie al contest regionale.
Kento, il rapper che porta Bruno Neri nelle scuole del Sud Italia
Ma poi sono in cantiere altre iniziative: la Casa della Musica ha infatti presentato nuovamente il bando per la sua terza edizione di Materiale Resistente, mentre il rapper Kento dopo la scorsa partecipazione al Teatro Masini di Faenza porta la figura di Bruno Neri nei suoi laboratori musicali nelle scuole elementari del Sud e il cantautore Giulio Wilson porta in tour la sua Mia Bella Ciao vincitrice del contest insieme al rapper Tueff.
Il regista Cordio all’opera per realizzare un documentario
Infine, il regista Francesco Cordio sta lavorando a un documentario su Bruno Neri. E’ infatti in fase di presentazione al Nuovo Imaie il cortometraggio Bruno Neri: il calciatore partigiano. Dedicato a una figura poco nota, ma centrale per la Resistenza italiana, racconta, lungo i luoghi che lo hanno visto protagonista, la vicenda di Bruno Neri, grande calciatore morto per la causa della Resistenza. La regia sarà affidata a Francesco Cordio. Fra gli attori presi in esame Dario Leone. Il progetto, ideato da Giordano Sangiorgi, vede la consulenza musicale di Renato Marengo e le musiche originali di Marco Testoni. A giugno si saprà se il documentario riceverà i finanziamenti necessario per la sua realizzazione.
Tra le iniziative su cui si sta ragionando quella di un incontro di calcio tra la Nazionale Artisti Indipendenti Associati, la squadra di artisti del Mei che esordirà il prossimo 17 aprile a Bologna per We Love Football, con una rappresentativa di giovani del CA Faenza Calcio per ricordare Bruno Neri in occasione del prossimo Mei 25 a Faenza.
Bruno Neri giocò nella nazionale italiana più forte di sempre
Un calciatore di alto livello, che arrivò a giocare in quella che probabilmente fu la migliore nazionale italiana della storia. Terzino destro diventato in seguito mediano, Bruno Neri esordì nel 1926, a 16 anni, con la maglia della squadra di calcio della sua città, il Faenza. Nel 1929 venne acquistato dalla Fiorentina per 10mila lire conquistando con la maglia viola una promozione in Serie A nel 1931. Convocato da Vittorio Pozzo, esordì con la maglia della Nazionale italiana il 25 ottobre 1936 (Italia fresca vincitrice della medaglia d’oro olimpica) nella partita contro la Svizzera (4-2). In azzurro disputò complessivamente tre partite. I successi sportivi non fecero perdere a Bruno Neri la consapevolezza di fare parte di un’epoca in cui scelte personali coraggiose avevano un valore non solo per sé stessi, ma anche per la propria collettività. E, in questo, il suo ruolo di calciatore fu un valore aggiunto, non un freno nel perseguire la propria scelta.