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Da Ca’ Foscari e Ciset il primo master su Big Data e turismo

Un master innovativo che vuole formare nuovi specialisti nell’ambito dei Big Data: ogni giorno infatti enormi quantità di dati vengono generati in tutto il mondo ed è responsabilità di analisti specializzati interpretarli e reperire le informazioni preziose che contengono, per fornire indicazioni al management delle aziende. L’Università Ca’ Foscari di Venezia e Ciset – Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica – hanno deciso di unire le proprie competenze in ambito scientifico per lanciare un nuovo Master in Data Science for Travel, Tourism and Culture. Il master beneficia delle competenze in data analytics, data & business intelligence, computer science e machine learning, dei Dipartimenti di Informatica, Statistica ed Economia di Ca’ Foscari e degli oltre 25 anni di studi e ricerche del Ciset nel campo dell’innovazione applicata al turismo.

Il corso è riservato a un massimo di 20 laureati in Scienze dell’Informazione, Statistica, Matematica, Fisica, Economia con indirizzo computer science, Ingegneria informatica e gestionale. Saranno valutate le candidature di laureati in altre discipline con comprovata esperienza lavorativa in tali ambiti. Nove le borse di studio disponibili. Gli stage verranno svolti presso le principali imprese e organizzazioni che si occupano di mobilità, trasporti, turismo e cultura, in Italia e all’estero. Il termine ultimo per le iscrizioni è il 16 gennaio 2018. 

Un master per fornire competenze scientifiche adeguate su data analytics

La data analytics, come si chiama il processo di raccolta e analisi di grandi volumi di dati per estrarre informazioni nascoste, cambia i fondamentali della competizione: aiuta gli operatori a catturare ed estrapolare le informazioni per arricchire e diversificare il prodotto, migliorare il rapporto con il cliente finale, sviluppare nuove opportunità di business, oltre che ottimizzare la gestione dei propri processi interni.

Molte aziende, tuttavia, catturano solo una frazione del valore potenziale insito nell’uso di tali dati. Tra le principali barriere, oltre a quella organizzativa, c’è la carenza di talenti adeguati, con competenze scientifiche non solo per “domare” una consistente mole di informazioni, strutturate e non strutturate, ma anche per individuare e delineare nuove soluzioni, grazie a buone conoscenze dei contesti di applicazione e delle traiettorie evolutive in atto.

Il corso in lingua inglese, scadenza il 16 gennaio 2018

«Abbiamo fortemente voluto questo Master – afferma Raffaele Pesenti, direttore del corso e ordinario di ‘Strumenti computazionali per il Business’ presso l’Università lagunare – perché il turismo e la mobilità sono industrie complesse, per la quantità e varietà di informazioni prodotte. La data analytics cambia i fondamentali della competizione, ma richiede talenti adeguati, con competenze non solo per “domare” una consistente mole di dati, ma anche per individuare nuove soluzioni, grazie alla conoscenza del contesto applicativo».

Il corso, che inizierà a febbraio e sarà svolto in inglese, è articolato in un periodo d’aula con laboratori, lezioni interattive, testimonianze aziendali, project work, attività field e case studies. Sono previsti settimane e week end di formazione intensiva, aperti alla frequenza di professionisti del settore. Tra le aziende sostenitrici del corso c’è anche Save, la società che gestisce i principali aeroporti del Nordest: Venezia, Treviso, Verona e Brescia. «Profilare i comportamenti dei passeggeri dei nostri aeroporti e comprendere le loro necessità è fondamentale per ottimizzare la gestione e i servizi offerti, e quindi offrire una migliore customer experience e di conseguenza garantire una maggiore redditività degli asset – sostiene Andrea Geretto, direttore commerciale e marketing Non Aviation del Gruppo Save.

«Non solo Big Data ma Big Analytics – aggiunge Giovanni Santoro, responsabile Relazioni Istituzionali e con la Clientela del Gruppo Avm, società di trasporti lagunare – Abbiamo bisogno di competenze trasversali che conoscano il settore in cui operiamo ma anche quelli paralleli, che ne influenzano gli andamenti, e che siano in grado di mettere insieme informazioni provenienti da fonti diverse. Solo così potremo disegnare percorsi di mobilità integrata a Venezia, rispondenti alle reali esigenze della domanda».

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